Scaduti i termini al 01/07/2011 previsti dalle disposizione della Legge 9/2010, solo una piccola percentuale dei 390 comuni della nostra Regione ha dato seguito alle prescrizioni per l’avvio delle nuove Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti. ( S.R.R.) Entro il 31/12/2011 le attuali Società d’ambito, già in fase di liquidazione avrebbero dovuto cessare le attività di gestione, mentre le nuove non sono ancora operative. Come UIL siamo fortemente preoccupati che lo scorrere impietoso del tempo senza avere dato seguito al nuovo sistema, possa ulteriormente aggravare il caos che già pervade il servizio, con evidenti ricadute negative sui cittadini, i lavoratori e le imprese coinvolte nel ciclo dei rifiuti. Gli amministratori locali di Province e Comuni, non possono trincerarsi dietro la responsabilità della mancata approvazione del nuovo piano dei rifiuti, per non completare l’iter per la costituzione del nuovo sistema, approvato all’unanimità dall’Assemblea Regionale Siciliana, bloccando di fatto la riforma. Se la filosofia della legge, non è condivisa, si apra formalmente un tavolo di discussione per verificare se esistono le condizioni per una modifica della stessa, ma nel frattempo si operi per farci trovare pronti, ad attuare le previsioni del Piano, non appena sarà approvato dai competenti organi del Ministero dell’Ambiente. La UIL ha preso posizione più volte perché si mettesse in opera un sistema, che veda sia la raccolta differenziata spinta, come previsto dalla legge 9, che la previsione di un sistema diffuso di termovalorizzatori che possa ovviare allo smaltimento della frazione di rifiuto urbano residuo per gestire il servizio, considerato che le nostre discariche sono in fase di saturazione e che la Comunità Europea vieta di aprirne di nuove. Non appare inoltre che sia stato compreso lo spirito della Ordinanza Commissariale 151 del 14/11/2011 che nella individuazione di un unico “soggetto attuatore” punta a nostro avviso ad accelerare i tempi, nella predisposizione degli atti di competenza delle nuove S.R.R. previsti dalla legge 9/2010. Ancor più distorta sembra essere, da parte di talune amministrazioni locali, la predisposizione di progetti sperimentali ex art. 3 dell’ordinanza 151, in carenza palese dei criteri previsti nella disposizione 168/2011 del soggetto attuatore. Con la riforma bloccata, restano in forse tutti i servizi che le nuove Società avrebbero dovuto far partire per rimettere in sicurezza un servizio indispensabile per la collettività, mentre i dubbi circa gli effetti delle norme rimaste in vita dopo il referendum sulle previsioni delle S.R.R. come società di capitali, sono stati sciolti in termini positivi, per cui il sistema disegnato in Sicilia rimane pienamente valido. In atto il servizio gestito dai liquidatori delle ATO, in grave difficoltà finanziarie e gestionali va avanti nella precarietà e nell’incertezza, mentre alcune amministrazioni operano in dispregio alle norme ed al buon senso. Ribadiamo ulteriormente ai Collegi dei liquidatori,alle Amministrazioni Comunali, e Provinciali, che non potranno essere addebitati ai lavoratori dipendenti che hanno protestato e protestano per la mancata erogazione delle loro retribuzioni, responsabilità che non gli appartengono. Né accetteremo che vengano utilizzate strumentalmente le azioni di legittima protesta dei lavoratori, per attivare in alcuni Comuni servizi di raccolta alternativi che, senza risolvere i problemi, duplicano i costi già alti per i cittadini di quelle comunità. La condizione generale impone a tutti di ricercare soluzioni condivise, per affrontare le emergenze del sistema. Reiteriamo l’Ass. Reg. le Energia e Servizi Marino la richiesta di convocare al più presto un incontro per informarci dell’iter del Piano regionale dei rifiuti, di cui non abbiamo più notizie e per tentare di uscire dallo stato di incertezza nel quale si trovano i lavoratori e le imprese interessate.