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Ex Province, Barone: “Con la nuova legge a rischio seimila lavoratori“.

Palermo. Se i lavoratori delle ex Province resteranno in mezzo alla strada senza stipendio dovranno ringraziare i nostri parlamentari regionali che hanno approvato una legge di riforma contraria agli indirizzi della Corte costituzionale. Con questo atteggiamento pervicace, motivato non da un’incredibile difesa dei valori dell’autonomia regionale ma da giochini politici, rischiamo che il Governo nazionale, ancora una volta, blocchi i fondi e mantenga i tagli. E con un bilancio regionale già disastrato sarà davvero impossibile recuperare queste risorse”. Lo sostiene il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “I circa seimila lavoratori delle ex Province non potranno andare in mobilità verso gli Enti locali, già sovraccarichi di Lsu che questa politica non riesce a stabilizzare. E’ drammatico il clima di totale irresponsabilità e indifferenza per i problemi dei siciliani. Per questo confermiamo a pieno le iniziative di mobilitazione contro questo immobilismo colpevole”.

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Formazione, Raimondi: “Trattativa sul bando 2016? Una scelta surrerale e pericolosa per il settore“.

Palermo. “Siamo stupefatti e di certo contrari all’idea che l’avvocato di un piccolo e sconosciuto ente, senza nemmeno un sito ufficiale, vada a trattare e diventi l’arbitro di questioni di grande rilevanza che riguardano il settore e la tutela dei lavoratori della Formazione professionale siciliana, a cominciare dalla modifica dei criteri di premialita’ nell’attribuzione dei finanziamenti del bando 2016”. Lo sostiene Giuseppe Raimondi della segreteria della Uil Sicilia, che aggiunge: “A questo sindacato, che da sempre si confronta in modo trasparente e pubblico con il Governo Crocetta, appare un metodo surreale e pericoloso visto che potrebbe aprire una maglia e rendere più incontrollabile il sistema. Con questo accordo, infatti, si darebbe il via a una serie di nuove assunzioni in barba alle leggi che già tutelano i lavoratori del settore e gli sforzi sino ad oggi”.

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Sindacati: parte la mobilitazione. Manifestazioni il 2 aprile sulle pensioni e il 7 maggio contro l’immobilismo del governo Crocetta

Palermo. Annunciano una primavera all’insegna della mobilitazione Cgil Cisl e Uil siciliane, che sabato 2 aprile saranno in piazza nelle nove principali città dell’isola nell’ambito della protesta indetta su scala nazionale per chiedere di cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani. Il 7 maggio i sindacati terranno, inoltre, a Palermo una manifestazione regionale contro l’inerzia del governo Crocetta, “uno dei peggiori che la Sicilia abbia mai avuto”, hanno detto stamani in conferenza stampa i segretari generali dei tre sindacati, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, per una legislatura che “non ha fatto da spartiacque rispetto al passato”. Al governo Cgil, Cisl e Uil chiedono “un cambio immediato di rotta e di passo, altrimenti – hanno sottolineato – è meglio staccare la spina”. Per quanto riguarda le pensioni, Pagliaro, Milazzo e Barone hanno denunciato che “si continua a cercare di fare cassa sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati ai quali, con la riforma Monti- Fornero, sono stati scippati 80 miliardi di euro”. Cgil Cisl e Uil chiedono la perequazione annua per la rivalutazione delle pensioni, flessibilità in uscita per rinsaldare il rapporto generazionale, il riconoscimento dei lavori usuranti, soluzioni per gli esodati, la separazione tra previdenza e assistenza. Insomma, hanno rimarcato, “un sistema improntato a solidarietà ed equità”. Contestualmente, i sindacati avvieranno la fase di preparazione della mobilitazione del 7 maggio per la quale è previsto un corteo che da piazza Marina raggiungerà piazza Indipendenza, a Palermo. Al governo regionale i sindacati contestano l’immobilismo sul fronte delle riforme e la mancanza di una visione strategica per lo sviluppo della Sicilia. “Abbiamo di fronte il quadro desolante di una Regione senza più risorse e che non è in grado di spendere neppure quelle europee. In silenzio pure di fronte alla decisione del Parlamento europeo del febbraio scorso che ha riconosciuto alla Sicilia la condizione di insularità. Un altro anno e mezzo così e non resterà più nulla in piedi. E’ giunto il momento che i siciliani scelgano il cambiamento e scendano i piazza con noi”. “Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”, è lo slogan della mobilitazione nazionale che il 2 aprile in Sicilia si svolgerà in questo modo: a Palermo dalle 9.30 gazebo in piazza Politeama, volantinaggio nei comuni di Bagheria, Corleone, Partinico, Petralia Sottana, Termini Imerese. E dalle 17 gazebo con volantinaggio nelle piazze principali di questi centri. A Catania concentramento alle 9.30 in piazza Stesicoro, corteo per via Etnea e comizio di Pagliaro in piazza Manganelli. Messina: concentramento in piazza V. Emanuele Orlando dove parlerà il segretario generale Barone, e corteo fino alla Prefettura. Siracusa: concentramento in piazza Marconi, corteo per Corso Umberto fino alla Prefettura, comizio di Milazzo, in piazza Archimede. Ad Agrigento dalle 9,30 gazebo a Porta di Ponte (di fronte alla Prefettura) con volantinaggio. A Enna concentramento in piazza Vittorio Emanuele con volantinaggio, corteo fino alla Prefettura e consegna di un documento al prefetto. Caltanissetta: gazebo di fronte alla Prefettura con volantinaggio. A Ragusa concentramento in piazza delle Poste e corteo fino alla Prefettura. A Trapani manifestazione alle 9.30 nell’hotel Crystal, in Piazza Umberto I.

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Formazione, Raimondi: “All’improvviso il pasticcio dell’Avviso 3. Prima di cambiare il Governo regionale chiarisca”.

Palermo. “Serve più chiarezza e più trasparenza da parte del Governo regionale: nom può bastare un semplice ricorso di un ente sconosciuto per cambiare la valutazione dell’Avviso 3, perdere le risorse europee e gettare in strada migliaia di famiglie”. Lo sostiene Giuseppe Raimondi della Uil Sicilia, che aggiunge: “Il bando da 160 milioni sino ad oggi è stato considerato il punto di equilibrio fra norme europee e regionali. Ma oggi è tutto da cancellare, rischiando di mandare nel caos un settore già in forte crisi. Per questo chiediamo una convocazione immediata. Andando avanti così ci sarà un ulteriore assalto alle tutele dei lavoratori”.

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Almaviva, Tumminia: “Confermati gli esuberi, a Palermo effetti devastanti”.

Palermo “Questa mattina è stata formalizzata la procedura di licenziamento collettivo per 1.670 lavoratori palermitani di Almaviva. L’azienda ha illustrato, infatti, i numeri relativi al “margine diretto di produzione” e a Palermo il rapporto ha certificato il 9,6 per cento di ricavi a fronte di un obiettivo minimo che si sarebbe dovuto attestare attorno al 21%. Secondo l’azienda questi risultati, dovuti ai processi di delocalizzazione delle gare al massimo ribasso e delle assenze di regole utili al settore dell’outsourcing, hanno costretto al licenziamento. Decisione devastante per migliaia di famiglie. La UilCom Sicilia, questa mattina, ha ribadito ancora una volta che va cercata una soluzione immediata, riaprendo la trattativa con il Governo nazionale. I grossi committenti, pubblici e privati, devono garantire la sostenibilità delle commesse presenti in Sicilia, Almaviva deve utilizzare gli ammortizzatori sociali (pari a 61 milioni di euro) messi a disposizione dal Governo e partecipare attivamente a un processo di normalizzazione dell’intero settore”. Lo sostiene il segretario regionale, Giuseppe Tumminia, che aggiunge: “Abbiamo sollecitato, con l’appoggio delle Istituzioni, l’Azienda a cercare soluzioni per salvare lavoro e lavoratori. Se però Almaviva non è disposta ad impegnarsi è opportuno che passi la mano a qualche imprenditore disposto a garantire la continuità occupazionale o a Palermo scoppierà il caos. Non è pensabile che si mettano per strada migliaia di persone. Intanto domani, ancora una volta, migliaia di lavoratori sciopereranno, in piazza, Indipendenza, per sollecitare la politica ad assumere un ruolo attivo. Per questa vertenza servono misure eccezionali e ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità”.

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Regione, Raimondi: “Contratto scaduto con Ett. Fra quattro giorni in Sicilia sarà il caos”.

Palermo. “Ancora quattro giorni e in Sicilia sarà il caos. Il contratto della Ett, la società che aveva ricevuto dalla Regione il compito di gestire il portale del Piano giovani, è infatti scaduto e non c’è traccia di un bando gara per l’assegnazione di un nuovo appalto. E già oggi alcuni servizi sono sospesi: come le misure relative a Garanzia Giovani e la Did online (dichiarazione di disponibilità che per legge ogni lavoratore deve inviare) . Ma dal 21 marzo, giorno in cui la piattaforma cesserà di funzionare, sarà il terremoto per lavoratori e imprese. Sarà impossibile, infatti, per Governo nazionale, Inps , Inail e tutti gli uffici interessati recepire le informazioni che riguardano assunzioni, licenziamenti e misure di sostegno al reddito”. Lo dice Giuseppe Raimondi della segreteria della Uil Sicilia, che aggiunge: “Siamo molto preoccupati. Sarà un’ecatombe nel momento in cui Ett staccherà la spina. Chiediamo, quindi, un incontro urgente al Governo Crocetta. Non c’è più tempo da perdere”.

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Ex Province, Barone: “Basta con giochi di potere. Subito soluzioni o sarà mobilitazione”.

PALERMO. “I problemi delle ex Province rimangono ancora insoluti. Bisogna reperire le risorse per i dipendenti e per garantire i servizi essenziali ai cittadini. Per questo occorre modificare le disposizioni del Governo nazionale che penalizzano la nostra regione. E per farlo è indispensabile che si completi la legge regionale con norme che non siano in conflitto con la Delrio”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, dopo l’incontro di oggi con il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. E Barone aggiunge: “Basta con i giochi di potere. Se la politica siciliana non sbloccherà l’impasse questo sindacato è pronto a mobilitazioni e azioni di protesta”sempre più dure”.

A seguire il comunicato unitario di Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl 

Palermo “Esprimiamo cauta soddisfazione per la decisione della Conferenza dei Capigruppo di calendarizzare per il dibattito d’Aula il disegno di legge sulle ex Province. Lo scontro politico sul futuro delle città metropolitane e dei liberi consorzi deve cedere il passo al senso di responsabilità, perché a pagarne il prezzo più alto sarebbero i lavoratori e i cittadini a cui interessano poco le beghe politiche su chi deve governare i nuovi enti”.

A dichiararlo sono le Segreterie regionali di Cgil – Cisl – Uil che, insieme alle rispettive organizzazioni di categoria Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl, hanno preso parte all’audizione convocata questa mattina in Sala Rossa all’ARS dal Presidente Ardizzone insieme ai Presidenti dei gruppi parlamentari chiedendo proprio di incardinare da subito il disegno di legge per aprire la discussione in Aula.

“Siamo consapevoli che la legge da sola non risolve il problema delle ex Province perché rimane da risolvere il grave problema finanziario, così come pensiamo che il testo possa essere migliorato con emendamenti nel dibattito d’Aula; ma dobbiamo togliere ogni possibile alibi a tutti coloro che legano i destini delle risorse finanziarie che da Roma devono giungere a Palermo al completamento della riforma.

Questo primo passo, però, non ci farà abbassare il livello di attenzione, anche perché restiamo preoccupati per l’assenza di una reale interlocuzione con il governo regionale, oggi praticamente assente, e per la sua scarsa capacità di interloquire in maniera efficace con Roma.

Allo stesso modo, siamo preoccupati per gli esiti del dibattito parlamentare perché anche stamattina è stato chiaro come all’interno dell’ARS si stia consumando una bieca lotta di potere, e a farne le spese sono i lavoratori che rischiano stipendi e posti di lavoro ed i cittadini a cui continuano ad essere negati i servizi.

Per questo manteniamo alto il livello di attenzione proseguendo la mobilitazione insieme ai lavoratori per far sì che presto si trovino le risposte adeguate sul futuro delle città metropolitane e dei liberi consorzi”.

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Beni culturali, Borrelli: “Ci risiamo, niente fondi e personale. Da domenica prossima chiusi tutti i musei siciliani”.

Palermo. “Ci risiamo. In Sicilia, da domenica prossima, tutti i musei e i parchi archeologici resteranno chiusi. Quindi niente visite per la domenica delle Palme, Pasqua e Pasquetta. Tutta colpa dei tagli applicati nella manovra economica che ha penalizzato la Sas, società partecipata che conta 420 lavoratori, addetti alla custodia e alla fruizione dei beni culturali dell’Isola”. Lo dice Gianni Borrelli, della segreteria della Uil Sicilia, che aggiunge: “Anche quest’anno abbiamo ricevuto una circolare regionale che impone a tutti i siti museali di sospendere le turnazioni e l’utilizzo del personale Sas nei giorni festivi. Ciò significa che cittadini e turisti dovranno rinunciare a gite e visite. Un grosso danno economico e d’immagine per la nostra Isola che si ripete ogni anno. Per evitarlo basterebbero circa 800mila euro”. E Borrelli continua: “Questo sindacato da sempre propone una migliore articolazione dei turni e la trasformazione dei circa 250 lavoratori da part-time a full-time. E infine l’impiego dei lavoratori ex Asu, già pagati ogni mese dalla Regione. Sino ad oggi, infatti, sono stati solo 300 quelli utilizzati a fronte di un migliaio in attesa di chiamata. Al Governo Crocetta chiediamo di impiegare, nella prossima variazione di bilancio, le poche risorse rimaste per promuovere la cultura e il turismo, unici settori che potrebbero risollevare questa Isola dalla crisi. E poi c’è l’invito a utilizzare le norme previste dalla Legge Ronchey che prevedono sponsorizzazioni e marketing”.

Immagine: di autore incerto disponibile su internet-Policy

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Centri per l’Impiego, Crimi: “Potenziare subito il servizio pubblico riqualificando i dipendenti regionali “

Palermo. “I centri per l’Impiego devono ripartire e subito. Sino ad oggi, però, l’unica norma proposta prevede di affiancare i 1.500 lavoratori degli ex Sportelli ai dipendenti regionali e questo intervento ci lascia molto perplessi. Non è chiaro, infatti, il quadro normativo con cui questo passaggio dovrebbe avvenire ed è forte il rischio di alimentare forti contrapposizioni tra lavoratori. Più che una soluzione ci sembra uno spot elettorale. Per questo diciamo basta”. Lo sostiene Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl Sicilia, che aggiunge: “E’ necessario trovare nuove soluzioni per rimettere in funzione la struttura e garantire servizi essenziali ai siciliani. Questo sindacato chiede il potenziamento del servizio pubblico, riqualificando subito i dipendenti regionali, e ribadisce che è giusto valorizzare i lavoratori degli ex Sportelli ma in ambiti e con funzioni diverse”.

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Ex Province, Tango e Crimi: “Oggi a Roma, Governo regionale chieda blocco dei contributi e applicazione legge Delrio”.

PALERMO. “E’ giusto chiedere al Governo nazionale di rinviare il pagamento dei 180 milioni relativo al contributo delle ex Province e serve applicare in Sicilia la legge Delrio per normalizzare il quadro normativo. Solo così, infatti, è possibile salvaguardare i circa settemila lavoratori e garantire i servizi essenziali ai siciliani. Il Governo Crocetta deve smettere di utilizzare la propria autonomia per creare solo pasticci ed errori elementari”. Lo sostengono il segretario generale della Uil Fpl, Enzo Tango, e Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl, in occasione dell’incontro previsto oggi a Roma tra l’assessore Lantieri ed esponenti del Governo Renzi. I segretari aggiungono: “E’ altrettanto importante che la Sicilia riceva i 500 milioni, fondi indebitamente sottratti e necessari a chiudere la manovra economica”.

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