“Più di vent’anni fa mi avete eletto per la prima volta segretario generale della Uil Sicilia al consiglio generale del 9 ottobre del 2000. In anticipo di un anno sul congresso del 2001, perché Carmelo Barbagallo era stato chiamato in segreteria nazionale prima del previsto. Le sue denunce per l’omicidio di Mico Geraci, ucciso a Caccamo due anni prima, lo avevano esposto a minacce talmente gravi da imporre che andasse fuori dall’Isola il prima possibile.
Carmelo ha lasciato una Uil in piena crescita, apprezzata per le sue battaglie sindacali e civili. Questo gruppo dirigente ha proseguito su questo cammino. Per il numero di iscritti, se non siamo la prima regione per la Uil, poco ci manca. Forse se recuperiamo ancora qualcosa nei Pensionati, che hanno fatto un ottimo lavoro, ce la faremo.
Possiamo essere orgogliosi della nostra presenza sul territorio. Oggi la Uil di Catania è guidata da una donna, la pasionaria Enza Meli, bravissima e indomabile.
Ad Agrigento e Messina si è dovuto passare per i commissariamenti che sono andati in porto positivamente consentendo a queste strutture di rifiorire sotto la guida di due giovani segretari autorevoli e riconosciuti. Si è accorpata Enna e Caltanissetta con ottimi risultati, sbaragliando la concorrenza in quell’area.
Trapani con le sue particolarità è sempre rimasta un punto di forza e ci ha riempito d’orgoglio per il ruolo che la Uil ha rivestito nella liberazione dei pescatori sequestrati. E infine abbiamo di recente costituito l’Area vasta Palermo, Siracusa, Ragusa e Gela. Un’aggregazione non semplice ma che sta dimostrando come una gestione collegiale può essere un valore aggiunto per i gruppi dirigenti locali. I servizi funzionano. Gestirli durante il lockdown non è stato facile. Tutte le nostre strutture sono rimaste aperte e soprattutto hanno operato in condizione di massima sicurezza garantendo in quella situazione drammatica un presidio fondamentale per la coesione sociale. Non è stato semplice.
Il nostro segretario Organizzativo, “ha visto cose che voi umani…”! Per rendere omogenei e controllabili modelli gestionali che venivano da storie diverse e anche per adeguare le nostre sedi. C’è ora una nuova sede a Ragusa e prossimamente seguirà Siracusa. Ma soprattutto è determinante la competenza dei nostri operatori, grazie ai continui interventi di formazione e aggiornamento di Ital e Caf, i migliori sulla piazza e fortemente motivati. Anche i servizi di Uniat e Adoc stanno crescendo positivamente. Siamo orgogliosi che nelle mobilitazioni di piazza, quasi sempre il blu è il colore prevalente e che i delegati Uil – che intervengono dai palchi – sono sempre i migliori. Le nostre categorie stanno facendo un ottimo lavoro sono in crescita per numero di iscritti e qualità della rappresentanza.
I dati delle elezioni delle rsu ci hanno visto primi in tante realtà significative. Mantenere i livelli raggiunti e possibilmente superarli non sarà semplice. Ma è una sfida che raccogliamo a partire dall’imminente rinnovo delle rsu del pubblico impiego. Non è da sottovalutare anche la misurazione della rappresentatività del settore privato che comincia con i chimici e i metalmeccanici. Ma bisogna fare attenzione agli ufo, verbali di elezioni non identificati, mono-sigla, che possono essere fortemente distorsivi.
Bisogna stare attenti. D’altro canto è necessario mettere un argine alla piaga dei contratti pirata. La situazione al Cnel è nota, con due terzi dei contratti depositati farlocchi. Ora si ci è messa pure la Regione siciliana che su input del presidente Musumeci, ha formalizzato, con delibera di giunta una “presa d’atto” del contratto di formazione dell’Ugl per smantellare le garanzie legislative previste per questo tormentato settore. Su questo la Uil Sicilia ha fatto sentire la sua voce, ma occorre fare una riflessione sul quadro normativo vigente. Non sono un nostalgico però penso che alla guida della Regione c’è stato un presidente del livello di Piersanti Mattarella, e dopo di lui il Rino Nicolosi.
Ancora lo ricordo con noi al tavolo di trattativa di fronte a Marisa Bellisario, che è stata una delle più importanti donne manager italiane, per trattare la riconversione da elettromeccanica a elettronica degli stabilimenti Italtel. Più di recente Totò Cuffaro e poi Raffele Lombardo. Di Crocetta qualcuno ha sostenuto che era il peggior presidente possibile. La prudenza non ci ha fatto sottoscrivere questo giudizio. Difatti gli è succeduto Musumeci. E udite udite, tra i candidati per il prossimo giro c’è addirittura Scateno De Luca. La Regione siciliana è ormai, come i due terzi dei nostri Comuni, in costante pre-dissesto. Solo la consapevolezza delle conseguenze del disastro istituzionale trattiene la Corte dei Conti dal bocciare il bilancio ma, nel giudizio di parifica, i rilievi e le prescrizioni stati ampi e pesanti.
C’è il rischio che si vada ancora una volta verso l’esercizio provvisorio con tutto quello che comporta. L’Ance lamenta 700 milioni di crediti dalla Regione che resterebbero incagliati facendo chiudere aziende e mettendo sulla strada i lavoratori. Questo mentre il 110% e gli altri bonus stanno spingendo la ripresa del settore Edile. Accanto ai problemi di bilancio ordinario va considerato che la capacità di utilizzo delle risorse europee, al di là delle dichiarazioni trionfalistiche puntualmente smentire dagli organismi di controllo, rimane comunque troppo bassa. Temiamo che la Regione non sia in grado di rimodulare e riprogrammare i fondi e purtroppo sembra avere difficoltà anche a utilizzare le risorse del Recovery Plan. 31 progetti su 31 bocciati per l’adeguamento delle reti idriche in agricoltura non sono un buon viatico. Speriamo che si possa recuperare ma bisogna adeguare la Pubblica amministrazione. l’Anci denuncia una carenza di 5 mila unità negli organici dei Comuni che in queste condizioni difficilmente possono avere un minimo di capacità progettuale. Delle ex Province nessuno ha rilevato le competenze con effetti catastrofici sulla rete stradale, la tutela del territorio e i servizi alle persone. Abbiamo chiesto l’attivazione del confronto con l’Aran per il rinnovo del contratto dei regionali e la riclassificazione del personale ma non è chiaro se le risorse in atto previste in bilancio sono sufficienti ma questa è una priorità. Inoltre vanno riaperte le assunzioni per recuperare professionalità falcidiate da anni di pensionamento, ultima ondata quota 100, senza reintegri. Mancano alte professionalità e dirigenti e in queste condizioni non si può andare avanti. Il governo regionale lamenta che l’accordo Stato-Regione, che ha sottoscritto, gli vieta le assunzioni e quindi chiede di modificarlo. Siamo d’accordo però non aiuta il fatto che non sia partito il bando di 1.100 assunzioni per i centri per l’impiego, consentite e finanziate dal governo nazionale. Si sono già perse due annualità e si perde anche la terza ci potremo mettere una pietra sopra. C’è un estremo bisogno di avviare realmente politiche attive del lavoro.
Oggi in Sicilia non c’è incontro tra domanda e offerta. E scaricarne la colpa solo sul reddito di cittadinanza è per lo meno una semplificazione. Bisogna avviare un confronto più volte richiesto sull’utilizzo delle risorse Gol, anche coinvolgendo la bilateralità con i fondi interprofessionali. Ma è importante inserire nella pubblica amministrazione il personale qualificato, in primis navigator ed ex sportellisti. Inoltre riconoscere ai regionali dei centri per l’impiego mansioni superiori e formarne alcuni per rinforzare i ranghi degli ispettori del lavoro che oggi in Sicilia sono assolutamente insufficienti. La fortissima campagna della Uil, Zero morti sul lavoro, tra le altre cose ha ottenuto l’impegno ad assumere 1.200 ispettori, ma la Sicilia che ha competenze autonome in materia, non ci rientra.
E a tutt’oggi sembra assolutamente sorda. Il direttore dell’assessorato Lavoro sostiene, con totale irresponsabilità, che di ispettori del lavoro non c’è bisogno e che a fare rispettare la legalità e la sicurezza ci devono pensare le forze dell’ordine. Su questo stiamo dando battaglia. Abbiamo ancora di fronte agli occhi, dalla prima fase della pandemia, le fila di ambulanze davanti ai pronto soccorso ingolfati. Gli ospedali erano decisamente sotto organico e questo si è visto in modo drammatico. Oggi qualche risultato di adeguamento della pianta organica e di stabilizzazione dei precari degli ospedali si comincia a vedere. Ma la Sicilia ha un milione di anziani, bisogna anche pensare a costruire una sanità diversa. L’esperienza delle Usca, unità speciale di continuità assistenziale, può costituire la base per una diversa presenza nel territorio. Per il momento è prevista una proroga di un anno. Ma dobbiamo puntare a stabilizzare questo personale. Bisogna attivare i protocolli siglati dai sindacati dei pensionati con l’assessorato famiglia e sanità per l’utilizzo delle risorse territoriali, per monitorare il funzionamento delle rsa e cominciare a mettere mano alle case famiglia, veri e propri buchi neri oggi nemmeno censiti. Dobbiamo batterci per portare a casa non semplici dichiarazioni di intenti ma risultati concreti. Purtroppo su tanti problemi che affliggono la nostra isola è difficile essere ottimisti perché non intravede una pronta soluzione. Quelle poche norme promulgate dall’Ars, per esempio la riforma degli appalti o la stabilizzazione degli Asu, sono state impugnate puntualmente dal Consiglio di Stato. Questa legislatura è agli sgoccioli e si respira già il classico clima da campagna elettorale.
Tante promesse e pochi fatti. Mentre la Sicilia è ricoperta di rifiuti, le discariche sono strapiene, e i Comuni devono prepararsi a esportarli all’estero a peso d’oro. La riforma rimane ferma perché – come ha testualmente detto il presidente dell’Ars – fa schifo. Anche per la riforma della Forestale sempre invocata ad agosto quando siamo devastati dagli incendi è lecito dubitare che vada in porto in maniera positiva. Quella del commercio, di cui si erano perse le tracce, all’improvviso sembrava in dirittura d’arrivo. Marianna Flauto con la consueta efficienza ha battuto il record di velocità per preparare proposte di modifica del testo ma a quanto pare non c’è fretta, è di nuovo impantanato tutto. Un po’ di attivismo in più va riconosciuto all’assessore Lagalla che in questi giorni ha celebrato gli Stati generali dell’Istruzione.
Ma siamo ben lontani dall’avere risolto i problemi del sistema scolastico e formativo. Anche nel settore bancario siamo di fronte a un continuo deupaperamento di sportelli nel territorio mentre il rilancio del medio credito regionale, il mitico Irfis, è tutto da verificare. Quando dissero allo storico patron del Catania calcio, Massimino, che mancava l’amalgama, lui chiese dove si poteva comprare. Ci sembra che la giunta regionale funzioni così. Ogni assessore per i fatti suoi e un rapporto con l’Assemblea inesistente. Il turismo e l’agricoltura, i due settori che in pre-pandemia erano in crescita, hanno bisogno di strutture di collegamento efficienti per fare arrivare i turisti e per raggiungere i mercati. Siamo e restiamo favorevoli al Ponte sullo Stretto ma non può essere l’alibi per non fare niente.
Bisogna intervenire concretamente su tutto il sistema delle infrastrutture. Bello il Freccia Bianca, meglio delle vecchie carrozze, ma sulla Palermo-Catania risparmia 5 minuti. Le autostrade siciliane sono un lungo cantiere a una corsia. Per la logistica è fondamentale fare partire le Zes che però sono ancora come i personaggi di Pirandello, in cerca di autore… Collegamenti navali con gare deserte e il risiko tra Camere di Commercio e privatizzazione degli aeroporti. Un quadro non certo confortante. Ma subirlo non è un destino ineluttabile. Lo dimostra l’Autorità portuale della Sicilia occidentale, ben guidata, sta definendo progetti e realizzando opere importati che non hanno riflessi solo sul miglioramento delle infrastrutture ma hanno influito sul rilancio del cantiere navale di Palermo, che oggi dopo più di vent’anni è tornato a fare costruzioni. Le potenzialità ci sono, Pfizer a Catania è una grande realtà capace di operare in ambiente sterile. Non ce ne sono tante in Italia. Oggi produce antibiotici che tra poco saranno fuori mercato, noi abbiamo proposto di rimpiazzarli con il vaccino ma siamo comunque in attesa di confrontarci con un piano industriale che dica qual è il futuro di questo stabilimento.
Anche perché crediamo che questa Azienda non sia esattamente in crisi finanziaria. L’Etna Valley è leader nella produzione di chip, oggi criticità assoluta per tutti i settori produttivi. St Elettronics ha annunciato importanti investimenti ad Agrate e in Francia ma nulla di nuovo per la Catania. C’è poi l’ipotesi di una giga factory di Intel, tra la Sicilia e il Piemonte ma la Regione fatica a trovare le aree per questo insediamento. Non si può lasciarlo scappare. La UilTec si è battuta per la dichiarazione di area di crisi complessa per il Petrolchimico di Augusta e Priolo, il più grande d’Europa. Occorre intervenire prima che si scateni la crisi. E che la transizione anziché verso il green sia verso il deserto. Abbiamo l’esempio negativo di Termini Imerese dove non è rimasto nulla salvo gli avvoltoi. Speriamo che il Consorzio Meccatronica possa finalmente offrire dei progetti magari parziali ma concreti. Bisogna dare risposte ora. Non quando sarà già troppo tardi.
La transizione energetica va gestita. La Regione siciliana ha emesso un ambizioso bando per candidarsi per la sperimentazione delle tecnologie dell’idrogeno. Bene! Ma sarebbe più credibile se nel frattempo non tenesse bloccato con motivazioni risibili il progetto di riconversione della centrale a gas A2A di San Filippo Mela verso un impianto ecocompatibile che ha anche il sostegno di Legambiente. A Gela, dove ci sono i terminali del gasdotto con la Libia, oltre alla bioraffineria dovranno realizzarsi le piattaforme di Argo e Cassiopea. Con le bollette alle stelle, il destino di quest’area è e siziale per l’approvvigionamento energetico del Paese. A Catania 3Sun è leader nella produzione di pannelli solari e stanno nascendo anche altre aziende ma così come per l’eolico le procedure burocratiche bloccano tutto.
La Sicilia si deve dotare di un vero piano energetico che metta insieme l’oggi con il domani. Bisogna difendere i posti di lavoro ora ma soprattutto creare una prospettiva per i nostri giovani che si trovano costretti a scegliere tra precariato ed emigrazione. Fare esperienze di studio e lavoro fuori è positivo ma bisogna offrirgli la possibilità di tornare per metterle a frutto le migliori intelligenze per la nostra terra. Anziché perderle. Così come bisogna accogliere quelli che vogliono venire qui a costruirsi un futuro e che non devo essere sfruttati e vessati dal caporalato ma che viceversa devono essere integrati per diventare una risorsa preziosa. Come una risorsa preziosa deve essere della valorizzazione del lavoro femminile, oggi ancora discriminato da inaccettabili disparità salariali e soprattutto da una carenza di servizi che scarica su di loto tutte le responsabilità della gestione familiare. Su questi temi abbiamo avuto dei bellissimi momenti di dibattito con il Tour 2021 della Uil nazionale.
La Uil di Pierpaolo Bombardieri è in questo momento alla testa di una battaglia fondamentale per definire in quale Paese vivremo. Fino a quando questo Governo dovrà abusare della nostra pazienza? Se sulla riforma del Fisco e sulle Pensioni non ci saranno risposte dovremo dare NOI una risposta dura. Siamo con te Pierpaolo.
Bene, siamo alla conclusione.
Ieri sono stato eletto segretario della Uil Pensionati della Sicilia, sarà un bellissimo impegno. Pertanto vi comunico le mie irrevocabili dimissioni da segretario generale regionale confederale. Lascio la guida della Uil Sicilia, ma resta in buone mani. Quelle di tutti noi.