“Anche Tim abbandona Almaviva, un’azienda che in Sicilia contava cinquemila dipendenti e che oggi non arriva nemmeno a due. Un altro appalto perso, dopo quello di Abramo, che mette a rischio 226 lavoratori. Un’altra crisi che si aggiunge a quella della raffineria di Milazzo, della Pfizer di Catania e del Petrolchimico di Siracusa. La Uil però, non è disposta ad accettare soluzioni improvvisate o cessioni-spezzatino, spesso preludio della desertificazione”. Lo afferma Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia e Area vasta, che continua: “Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione. E’ evidente l’incapacità della classe politica nella gestione delle emergenze ed non accettiamo che, mentre il piano di resilienza punta tutto su transizione energetica e ambientale, vengano negate risorse del proprio ai poli petrolchimici da cui dipende una fetta significativa del nostro pil. Così facendo, le imprese che ci sono fuggono e si allontanano sempre più quelle che vorrebbero investire nella nostra terra”. E Lionti prosegue: “Mancano risposte e interventi concreti da parte della politica. Con la pandemia abbiamo pensato che molte emergenze sarebbero state risolte, invece ci troviamo ad affrontare la quarta ondata con ospedali, scuole ed uffici pubblici sempre nel caos e incapaci di dare e offrire risposte e servizi essenziali a lavoratori e cittadini. Mancano le infrastrutture che dovrebbero servire al rilancio della nostra Isola e anche gli autotrasportatori sono sul piede di guerra per l’aumento del costo del gasolio e dei biglietti delle navi. Adesso sono in arrivo i fondi del Pnrr ma ancora oggi non abbiamo ancora capito come, e se verranno spesi bene. Il governo Musumeci non s’è mai distinto per impegno, dinamismo, concretezza. È arrivata l’ora di cambiare. Non si può creare ricchezza in un Paese dove manca il lavoro”.