Palermo. “Il Ponte sullo Stretto rappresenta il progetto strategico più importante per includere Sicilia e Calabria in una dinamica di sviluppo economico. La scelta di abbandonare la costruzione dell’opera a favore di altri interventi si è dimostrata sciagurata. Senza il Ponte, infatti, queste due regioni sono state tagliate fuori dall’Alta velocità e, quindi, da un sistema di collegamenti efficienti. C’è da sottolineare, inoltre, che l’abbandono dell’opera, costata sino ad oggi 350 milioni in progettazione, costerebbe al Governo nazionale 1,2 miliardi di penali”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Siamo sempre stati a favore della costruzione del Ponte perché darebbe lavoro a migliaia di famiglie e farebbe decollare altri progetti per migliorare infrastrutture e collegamenti dell’isola. Opere del genere – continua il leader della Uil Sicilia – si sono realizzate, e si realizzano, in tutto il mondo in condizioni di sicurezza, tutelando sempre l’ambiente. Infine, sulle preoccupazioni di infiltrazioni mafiose negli appalti, crediamo che questo possa essere un banco di prova per affermare che nel Mezzogiorno, con i dovuti controlli, realizzare investimenti nella legalità sia possibile. La cultura del “No” blocca tutto: investimenti, sviluppo e buona occupazione. Bisogna dare invece una prospettiva nuova e di speranza”.