I sindacati della Funzione pubblica sono pronti allo scontro diretto con la Regione sulle procedure per le progressioni economiche orizzontali (Peo) dei dipendenti regionali di tutte le categorie. Previste a partire da lunedi 24 maggio, infatti, adesso rischiano di saltare dopo la minaccia di ricorrere in ogni sede, anche giurisdizionale, contro la condotta del dipartimento della Funzione pubblica, giudicata antisindacale dalle segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs e Ugl.
“Chiediamo l’immediata sospensione di tutte le procedure poste in essere e la onvocazione di un apposito e urgentissimo incontro”, scrivono le sigle. Molti i problemi riscontrati e denunciati dalle organizzazioni sindacali, conseguenti al mancato rispetto degli accordi tra amministrazione regionale e sindacati: dalla carente attività formativa all’inadeguatezza delle domande per valutare il livello dei candidati, dalle difficoltà di registrazione sulla piattaforma alla mancata predisposizione di postazioni informatiche per lo svolgimento delle prove, fino alla contestazione dei criteri stabiliti per l’assegnazione dei punteggi. Alcuni, soni sintomi evidenti di una Regione carente dal punto di vista digitale e che necessita di una riforma al più presto.
“Non è stato rispettato il dettato dell’accordo sottoscritto tra Aran e organizzazioni sindacali, ecco perché bisogna fermare tutto. Altrimenti, se questo percorso dovesse andare avanti in questi termini, l’assegnazione delle stesse progressioni orizzontali potrebbe divenire ‘una chimera’ in quanto oltre al nostro ricorso per condotta antisindacale la Regione potrebbe essere sommersa di ulteriori ricorsi avversi contro i risultati delle selezioni. E il danno economico sarebbe davvero molto grave e irreparabile”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs e Ugl.