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Consiglio regionale Uilm Sicilia

“La Sicilia, con i suoi 15mila lavoratori metalmeccanici, sta vivendo come gran parte del Sud Italia una profonda crisi industriale e una desertificazione che dura da anni. Mancano investimenti e progetti per rilanciare l’industria del territorio. L’unica realtà più positiva è quella di Catania con ST che sta vivendo un buon momento. Il prossimo rinnovo del contratto dovrà servire a dare un nuovo slancio al nostro settore, a partire proprio dalle regioni più in difficoltà”. Lo ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, a Termini Imerese per il consiglio regionale della Uilm Sicilia. “Per aiutare il settore a uscire dalla crisi e ad affrontare le sfide future, come transizione ecologica e digitale e intelligenza artificiale – ha continuato il leader Uilm – chiederemo soprattutto più salario e meno orario. L’incremento salariale deve essere una delle nostre priorità per restituire ai lavoratori quello che è stato eroso dall’inflazione, e la riduzione dell’orario di lavoro deve servire a rendere le fabbriche più attrattive per i giovani, oltre che più produttive”. Puntuale l’analisi del segretario Enzo Comella sulle emergenze in cui versa il territorio siciliano: “Il settore dei metalmeccanici, dopo il Covid e la guerra, è stato quello più colpito e che stenta ancora oggi a ripartire. Dobbiamo fare i conti, inoltre, con una politica assente che non trova soluzione alla desertificazione industriale. I siciliani vogliono lavorare, basta assistenzialismo. Chiediamo buona e vera occupazione”. Perentoria anche la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, intervenuta durante il dibattito: “L’aumento del salario può avvenire solo con una riforma fiscale seria che colpisca chi ha e non chi non si può difendere. Per questo sindacato in primo piano c’è la dignità del lavoro che deve essere vero e sicuro. E per essere sicuro non può essere precario e che non guarda all’età delle persone. Ecco perché serve sanzionare chi non rispetta le norme di sicurezza puntando sulla formazione vera. I lavoratori devono conoscere i dispositivi che salvano la vita, solo così possiamo fermare questa lunga catena di morte”.