Palermo. “Infrastrutture e trasporti, la situazione nell’Isola e’ drammatica. I siciliani ancora oggi sono costretti a percorre strade colabrodo con cantieri bloccati e migliaia di edili senza occupazione. E’ necessario intervenire subito sbloccando fondi, che ci sono, fare ripartire i cantieri e controllare l’andamento dei lavori. Per questo l’istituzione della consulta regionale e’ un buon inizio. Lo avevamo chiesto da tempo e oggi con l’assessore Falcone (nella foto) e i vertici di Anas ed Rfi e’ stato dato il via a questo organismo. Il prossimo settembre e’ prevista la prima riunione”. Così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “La Consulta servirà a monitorare le opere pubbliche in corso o di prossimo avvio, ma anche ad accogliere indicazioni utili per superare gli ostacoli che troppo spesso hanno ritardato la realizzazione dei lavori e per tutelare gli edili che oggi rischiano di non avere più ammortizzatori sociali”.
Autore: admin-uilsicilia
Siracusa, riaperto il dialogo con Confindustria
I segretari generali di Uiltec, FenealUil e Uilm, rispettivamente Saveria Corallo, Andrea Bottaro, e Santo Genovese (nella foto), riunitisi per una valutazione dell’attuale momento vissuto dall’area industriale siracusana, accolgono con positività quanto affermato dal Presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, in merito alla ripresa di un confronto proficuo con le organizzazioni sindacali.
Ricordiamo che la stessa Confindustria aveva indicato con una lettera la scelta di chiamarsi fuori dal confronto sul tavolo degli appalti, dopo il passo indietro del Prefetto, così com’è necessario ricordare che la presa di posizione di Isab (l’associato più grande di Confindustria Siracusa) che ha fatto pressioni sul governo attraverso l’ambasciatore russo, in piena trattativa sugli appalti, non agevola certamente il confronto con il sindacato. In merito alla questione dell’ordinanza prefettizia che vieta gli assembramenti in caso di scioperi nelle aree della zona industriale, Uiltec, FenealUil e Uilm condividono la necessità di abbassare i toni e tornare rapidamente ad un confronto, occorre misurare le reali intenzioni di Confindustria in merito alla volontà di chiudere l’accordo sugli appalti e mettere fine ad una polemica che non migliora la condizione drammatica dei lavoratori dell’area industriale siracusana. Sulla “questione industriale” era già intervenuto pochi giorni fa anche il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, sottolineando che “questa situazione presenta gravi criticità.
In particolare per i ritardi degli stipendi o le mancate garanzie per i lavoratori nei cambi appalto integrati come quelli della Lukoil. Dunque la Uil è contraria a esporre conflitti di qualunque sorta ma non si può pensare che tali problemi possano essere soffocati senza offrire una soluzione adeguata. Per questo continuiamo a ribadire alle parti sociali e nel massimo rispetto delle istituzioni, di contribuire a procedere e concertare soluzioni ai problemi reali ed evitare strumentalizzazioni di qualunque sorta”. Le categorie dei “chimici, edili e meccanici” della UIL chiedono un confronto al settore industria unitario di Cgil, Cisl e Uil per ritrovare un percorso unitario che porti alla risoluzione delle problematiche dei lavoratori dell’indotto, l’unica strada è quella di tornare al tavolo sugli appalti e verificare se Confindustria Siracusa ha realmente la volontà di affrontare e risolvere i problemi.
Partecipate, Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie per il rilancio dei servizi e la razionalizzazione e tutela del personale.
Palermo 5 luglio 2019 – Cgil Cisl e Uil, con le categorie e i lavoratori impegnati nelle società partecipate del Comune, mettono a punto un percorso confederale per rilanciare, attraverso l’unità sindacale e con una nuova visione d’insieme, il sistema dei servizi ai cittadini. L’idea è quella di una piattaforma comune, un monitoraggio completo di sintesi sullo stato di salute e sulle esigenze specifiche delle varie partecipate per intervenire sulle scelte da fare. Al sindaco, sarà richiesta l’apertura urgente di un tavolo permanente sulle partecipate. Il percorso, che deve segnare un cambio di passo, punta a creare un confronto con le associazioni cittadine, per condividere un’azione unitaria di indirizzo su tutti i servizi di Palermo e provincia, che metta al centro il lavoro, la qualità del lavoro, la sua sicurezza e la sua durata e una qualità degli stessi. “Le partecipate vivono un momento drammatico. Dobbiamo intervenire con un progetto complessivo che guardi alle tante luci e alle tante ombre dei servizi resi ai palermitani. Facciamo appello alle istituzioni, alla cittadinanza attiva, a tutti coloro che vogliono impegnarsi per risolvere i problemi della città”, hanno detto oggi il segretario generale di Cgil Palermo Enzo Campo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il coordinatore territoriale Uil Palermo Gianni Borrelli. “ Accanto alle debolezze e alle tante criticità ci sono dei punti di forza – hanno aggiunto Campo, La Piana e Borrelli – Dobbiamo mettere insieme le sinergie e allearci per far sì che la spesa per le partecipate venga utilizzata per gestire servizi essenziali, validi ed efficienti per i cittadini. In questo modo rinforziamo il lavoro delle categorie: ci sono temi troppo complessi nell’organizzazione delle partecipate che non possono essere affrontati da soli. E troppo spesso, dopo i proclami, non arrivano atti concreti. Siamo contenti che Palermo non sia più capitale della mafia e che sia stata capitale della Cultura. Ma bisogna costruire cultura e bellezza ed eliminare la disperazione per far sì che la città decolli”. Un percorso che è partito nei mesi scorsi, con l’ascolto dei lavoratori impegnati con le categorie di riferimento di Cgil, Cisl e Uil in Amap, Amat, Amg, Rap, Sispi, Reset. Oggi il primo incontro, per la messa a punto di una strategia condivisa. Al primo attivo unitario, che si è svolto presso la sede della Camera del Lavoro, in via Meli, Cgil, Cisl e Uil, assieme ai rappresentanti delle categorie, rivendicano un sistema di regole condivise, un nuovo protagonismo sindacale fatto di idee progettuali e di rivendicazioni e l’attenzione alla pertinenza del ruolo svolto dai lavoratori nei vari settori. La discussione ha spaziato su tutti i fronti, mettendo a nudo per la prima volta, da tempo, in modo unitario, i tanti problemi riscontrati. I sindacati non hanno risparmiato giudizi critici sulle partecipate, a partire dai rifiuti, “sistema che fa acqua da tutte le parti”, con il contratto di servizio in scadenza ad agosto. Tra gli alti nodi evidenziati: il grande tema dell’evasione fiscale della Tari, manutenzioni inadeguate, la mancanza di turn-over, la necessità in tutte le aziende di concorsi per introdurre nuovo personale con professionalità adeguate alle esigenze delle singole aziende, l’incertezza di risorse, le contraddizioni nel rapporto tra aziende e Comune. E le rivendicazioni di autonomia dalla politica da parte di alcune aziende “a vocazione industriale. E’ necessario che per ogni azienda si presenti un piano di rilancio industriale, che si adegui il contratto di servizio alle reali esigenze, e che si mantengano l’equilibrio economico-finanziario in modo da non influire negativamente sul bilancio consolidato del Comune di Palermo. “Non ci sono assunzioni da più di 15 anni, quasi tutto il personale supera i 50, i 55 anni – hanno detto diversi lavoratori – E la mobilità interaziendale non ha seguito alcun criterio relativo alle competenze. Il risultato è che, ad esempio all’Amat, i lavoratori sono massacrati, con turni impossibili”. Da qui la definizione delle richieste che comporranno la piattaforma da presentare al Comune, aperta al contributo delle associazioni: la riorganizzazione del personale, il reclutamento di nuovo personale per svecchiare gli organici e dare una speranza di inserimento professionale anche ai tanti giovani disoccupati di Palermo, un tavolo permanente col Comune sulle partecipate, il rilancio dei servizi, la revisione dei contratti di servizio, la mobilità di personale tra le aziende adeguata alle necessità delle singole partecipate e alla tipologia dei servizi, fronte comune con le associazioni per risolvere i problemi della città e migliorare la qualità dei servizi, la lotta all’evasione, la contrattazione integrativa.
Avviso 2, Panzica: “Tutto fermo al dipartimento Istruzione e Formazione“.
Palermo. “Sarà un’estate difficile per i circa 2.500 lavoratori della Formazione professionale siciliana. Per colpa della burocrazia e della lentezza amministrativa, infatti, non riceveranno lo stipendio anche se i corsi, iniziati lo scorso anno, sono ormai al termine”. Lo denuncia Ninni Panzica della Uil Scuola, che continua: “In questi giorni si sarebbe dovuto pagare il secondo acconto dell’Avviso 2. Ma il Dipartimento Istruzione e Formazione, ancora oggi sprovvisto di una piattaforma che funzioni correttamente, non è in grado di monitorare l’attività degli enti di formazione e di stabilire la data certa per l’erogazione dei soldi. Inoltre il prossimo 5 agosto la Ragioneria chiuderà i battenti e di conseguenza non potranno essere emessi i mandati di pagamento. I lavoratori resteranno, quindi, con un pugno di mosche in mano nonostante il servizio già svolto. Gli sforzi fatti per rimettere in moto la Formazione – conclude Panzica – risultano vani. Non si può pensare di rilanciare un settore quando la stessa Amministrazione non è in grado di svolgere servizi fondamentali. Chiediamo subito, all’assessore Lagalla, un intervento straordinario. A questi lavoratori deve essere garantito ogni mese il diritto di potere portare uno stipendio a casa”.
SINDACATI, IL 22 IN PIAZZA DALLA SICILIA A REGGIO PER UN #FUTUROALLAVORO
PALERMO. “Nel Sud e in Sicilia, l’economia ha bisogno di un colpo di reni. Al Governo nazionale chiediamo un triplice piano straordinario su investimenti, occupazione e infrastrutture. Tre piani da mettere in cantiere subito per evitare di affondare. Per questo manifesteremo assieme alle confederazioni nazionali”. Così i segretari generali di Cgil Cisl Uil siciliane, Michele Pagliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, in occasione degli attivi unitari regionali svoltisi stamani a Palermo in vista della mobilitazione nazionale che porterà le confederazioni a Reggio Calabria il prossimo 22 giugno, per la manifestazione intitolata #FuturoalLavoro. Dalla Sicilia partiranno in seimila tra lavoratori, pensionati, giovani.
“I tre piani straordinari – secondo i sindacati – dovranno avere al centro il rilancio degli investimenti pubblici e privati. Anche con l’attuazione, da parte delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche, della clausola introdotta nella scorsa legislatura nazionale, che impone che il 34% di tutti gli investimenti pubblici sia destinato al Sud. La misura non può restare sulla carta, perché sarebbe l’eutanasia dell’economia nel Mezzogiorno”. Inoltre, ha detto il segretario della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, aprendo i lavori, “ci aspettiamo che si metta in moto il funzionamento delle Zes, le Zone economiche speciali concepite per attrarre investimenti nelle aree portuali e aeroportuali. E rivendichiamo un colpo d’acceleratore per la ripresa dell’occupazione: un tema particolarmente angosciante per la Sicilia, che con il 53,6% è la terza, tra più di 500 regioni Ue, per disoccupazione giovanile. Servono investimenti pubblici e privati per far ripartire produzione e occupazione e creare ricchezza diffusa nel Sud”. Negli ultimi dieci anni la disoccupazione in Sicilia è passata dal 13,7% al 21,5%. Il tasso di occupazione è sceso dal 44,1% al 40,7%. Si sono persi ben 115.638 posti di lavoro e le imprese attive si sono ridotte del 4,4%. “Il gap col resto del Paese è forte – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia Michele Pagliaro – e le attuali politiche rischiano di accentuarlo. Penso per esempio all’Autonomia differenziata, destinata a incidere negativamente su diritti fondamentali come quelli all’istruzione, alla salute e al lavoro. Nel nostro Paese – ha aggiunto Pagliaro – c’è anche un’emergenza democratica, dalle felpe di Salvini alla vicenda della prof Dell’Aria, col tentativo di limitare le libertà: come sindacato confederale è un tema che abbiamo il dovere di portare alla ribalta”.
Per Cgil Cisl e Uil a mancare sono una visione dello sviluppo e una strategia complessiva “che francamente non vediamo”. Più in dettaglio, affermano, “serve una politica che fermi la deindustrializzazione e allarghi la base industriale meridionale e siciliana promuovendo nuove imprese, incentivando le reti di imprese, sostenendo la crescita dimensionale delle imprese”. Per Claudio Barone, segretario della Uil Sicilia, “c’è bisogno di creare infrastrutture per rilanciare l’economia. La rete dei collegamenti nell’isola e nel Sud versa in una situazione tragica. Turismo, agricoltura e industria possono svilupparsi solo se c’è una dotazione infrastrutturale adeguata: abbiamo autostrade colabrodo e collegamenti ferroviari vetusti. Oggi non ci sono segnali, dal governo nazionale vogliamo risposte concrete non spot elettorali. Altrimenti i giovani continueranno ad abbandonare la nostra terra per cercare occupazione, senza alcuna possibilità di rientro”. Il piano per le reti infrastrutturali fisiche e digitali è dunque, sostengono i sindacati, uno snodo strategico. In proposito, c’è un deficit politico e programmatico che ipoteca il futuro meridionale e siciliano. Perché le infrastrutture, dai grandi assi alle piattaforme intermodali ai corridoi della banda larga, sono una precondizione dello sviluppo. Pertanto, “chiediamo un fondo statale per la progettazione delle opere pubbliche nel Sud, con una dotazione iniziale di almeno 500 milioni. E aspettiamo che si dia corso al voto con cui tre anni fa il Parlamento europeo ha riconosciuto la condizione di insularità della Sicilia. Perché tre anni dopo quel voto che sembrò aprire la strada all’abbattimento dei costi delle tratte marittime, ferroviarie e aeree e anche a misure di fiscalità compensativa, nel Def che il Parlamento nazionale ha approvato qualche settimana fa, all’insularità della Sicilia non è destinato praticamente nulla. Ma così la Sicilia e il Sud non ripartiranno mai”.
Cantiere Palermo /Agrigento SS.121, i sindacati: “Sempre più lontana e dubbia la ripresa reale dei lavori”.
Palermo. “Dopo la scomparsa dell’emendamento nello Sblocca Cantieri, che avrebbe consentito la costituzione di un fondo finalizzato al completamento della Palermo-Agrigento, si allontana il riavvio dei lavori”. Lo dichiarano Ignazio Baudo della Feneal Uil, Paolo D’Anca della Filca Cisl e Piero Ceraulo della Fillea Cgil, che aggiungono: “A seguito dell’incontro all’Anas Sicilia, alla presenza dei responsabili della Bolognetta scpa, è emersa la necessità di una proroga per la presentazione del piano concordatario e la volontà di affidare tutte le lavorazioni a soggetti terzi, mantenendo il ruolo di contraente generale”. Feneal, Filca e Fillea insieme a Cgil, Cisl e Uil, preoccupate sulle ricadute occupazionali e sul completamento dell’Opera, ribadiscono “la necessità di individuare risorse anche attraverso il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e degli istituti bancari per consentire così alla Bolognetta scpa il prosieguo dei lavori. I segretari Ignazio Baudo e Claudio Barone segretario generale Uil Palermo e Sicilia, Piero Ceraulo ed Enzo Campo segretario generale Cgil Palermo, Paolo D’Anca e Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, sottolineano che “nell’ipotesi di affidamento ad imprese terze, le stesse dovranno avere le caratteristiche necessarie per lo svolgimento dei lavori e fornire le dovute garanzie per ciò che attiene la condizione imprescindibile di rioccupazione di tutte le maestranze al momento in cigs”. Feneal Filca e Fillea sollecitano “un intervento da parte del governo regionale che in diverse occasioni aveva già assunto precisi impegni”. Intanto stamane si è svolta l’assemblea dei lavoratori che ha deliberato una serie di iniziative partendo da una grande mobilitazione per coinvolgere le comunità e le amministrazioni che ricadono nell’area dei lavori e per lanciare un grido d’allarme sul tema delle infrastrutture siciliane che rispetto al resto del Paese segnano un gap marcatamente negativo”. Il prossimo 22 giugno Cgil, Cisl e Uil manifesteranno a Reggio Calabria per “rivendicare la valenza strategica delle infrastrutture per lo sviluppo”.
Call center, stato di agitazione ad Almaviva. Richiesta l’apertura di un tavolo ministeriale.
Palermo 6 giugno 2019 – Stato di agitazione a partire da oggi dei lavoratori Almaviva Palermo e richiesta di apertura di un tavolo al Mise. In una lettera inviata al ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, al presidente della Regione, Nello Musumeci, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando le organizzazioni sindacali territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc chiedono “un intervento immediato del governo per scongiurare una catastrofe sociale che riguarda più di 3mila famiglie e che, se non affrontata subito, diventerà irreversibile”. E’ questa la reazione dei sindacati dopo l’annuncio di Almaviva Contact del ricorso ad ammortizzatori sociali fino al 60 per cento su tutte le commesse in seguito il taglio comunicato dai due principali committenti, WindTre e Tim, del 70 per cento dei volumi di traffico. Una contrazione che si tradurrebbe, secondo le stime dei sindacati, nel 45 per cento circa di esuberi, con oltre 1.200 i lavoratori a rischio. I volumi di lavoro che WindTre e TIM stanno prospettando sul sito di Palermo, già da tempo ridotti, subiranno una contrazione dunque ancora più drastica nei mesi a venire e per di più con tariffe molto distanti da quelle stabilite dal decreto ministeriale n.123/2017 e dal recente accordo nazionale fra Asstel e organizzazioni sindacali. A ciò si aggiunge la totale incertezza sul futuro dei lavoratori impiegati sulla commessa Alitalia, in scadenza il 30 giugno. “Appare evidente – scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – che gli effetti di queste determinazioni mettono a rischio la tenuta occupazionale del sito di Palermo, vanificando del tutto le misure intraprese negli ultimi anni, con una percentuale di ammortizzatori sociali che sembrerebbe il preludio di una drastica ristrutturazione del sito”. “Drammatica” e “inquietante” è inoltre per i sindacati delle telecomunicazioni la totale assenza di informazioni e di monitoraggio sui volumi di lavoro transitati in territori esteri nonché l’assegnazione delle attività in base ai contratti siglati con gli outsourcer. “In un settore investito da una forte crisi e caratterizzato dall’assenza di regole – si legge nella nota unitaria – le organizzazioni sindacali si trovano dunque a dover fronteggiare le continue emergenze legate al mancato rientro dei volumi di lavoro, che continuano a essere gestiti all’estero. I committenti, inoltre, possono in qualunque momento chiudere o dirottare le attività destinate ai loro fornitori, con conseguenze spesso drammatiche per i lavoratori”. “Ora più che mai – aggiungono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – occorre un intervento istituzionale a tutti i livelli, per rendere concreti gli interventi strutturali che il settore necessita, indispensabili per non fare morire un comparto già al collasso, e per la tutela immediata di posti di lavoro che Palermo, la Sicilia e tutto il Mezzogiorno non possono permettersi di perdere”. “Le attese nei confronti di questo governo, che punta l’attenzione sulla tutela del reddito e sulla tutela del lavoro del Paese, devono trovare la loro concretizzazione nell’immediato, proprio nel Sud Italia, ‘core business’ di questo settore, che conta 80 mila addetti sul tutto il territorio nazionale, quasi 20 mila dei quali in Sicilia”. Le organizzazioni sindacali chiedono l’impegno di tutti i gruppi parlamentari siciliani sulla vertenza. Nei prossimi giorni sarà indetta una conferenza stampa e sarà avviato un percorso di assemblee, in vista di una possibile mobilitazione di categoria.
Lavoro, Raimondi e Borrelli: “Centri per l’impiego nel caos, colpa dei ritardi della Regione.
Palermo. “Sono già migliaia i cittadini che hanno ricevuto il reddito di cittadinanza ma nei Centri per l’Impiego è ancora tutto fermo. Lo dimostrano le lunghe attese per ottenere un appuntamento. Per molti beneficiari, infatti, la firma del Patto di Servizio non avverrà prima di settembre. La Uil Sicilia aveva previsto questo intoppo, è il risultato della mancanza di un progetto che avrebbe dovuto assicurare ai cittadini personale qualificato e congruo. Abbiamo già chiesto al governo Musumeci un confronto per definire il piano e le modalità di ricollocazione del personale, nonché la valorizzazione delle professionalità interne, al fine di garantire tutti i lavoratori. A tal proposito sollecitiamo, ancora una volta, l’attivazione della commissione paritetica presso l’Aran Sicilia che deve – secondo contratto – individuare i percorsi di riqualificazione e ricollocazione del personale regionale”. Lo sostengono Giuseppe Raimondi e Gianni Borrelli della segreteria della Uil Sicilia, che aggiungono: “La Regione siciliana, già titolare delle Politiche attive del Lavoro, sino ad oggi non ha saputo creare una sinergia tra ex sportellisti e dipendenti regionali, tra i quali non esiste alcun contrasto. Chiediamo, inoltre, all’Anpal nazionale una risposta su come valorizzare le professionalità degli ex sportellisti che vantano già esperienze nel settore delle politiche attive del lavoro”.
Ex Province, i sindacati incontrano il Governo regionale
Il salvataggio delle ex Province siciliane passa da un emendamento al “decreto crescita” che il Parlamento nazionale dovrà approvare necessariamente entro il 29 giugno prossimo. Lo hanno presentato oggi alle sigle sindacali l’assessore all’Economia Gaetano Armao (nella foto) e l’assessore per la Funzione pubblica Bernardette Grasso, nel corso di un incontro alla Regione. “L’emendamento recepisce i punti chiave dell’accordo Stato-Regione e, una volta approvato, salverebbe le nove province siciliane dal dissesto altrimenti inevitabile. Prendiamo atto di questo ulteriore passo in avanti e dell’impegno che il Governo regionale ha assunto per portare avanti una battaglia di fondamentale importanza non soltanto per il personale degli enti, ma anche e soprattutto per tutti i cittadini dell’Isola che hanno diritto a servizi essenziali che funzionino”. Lo hanno dichiarato Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo, di Cgil e Fp Cgil Sicilia, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, di Cisl e Cisl Fp Siciilia, Claudio Barone ed Enzo Tango, di #Uil e Uilfpl SiciliaePalermo. “L’arrivo di nuove risorse economiche e la possibilità di approvare i bilanci – concludono i sindacalisti – consentirà alle province di resistere ancora, in attesa che si trovi, sia a livello regionale sia a livello nazionale, una soluzione più organica per il rilancio a 360 gradi di questi enti che sono fondamentali per l’amministrazione del territorio”.
Lavoro, le proposte di Cgil Cisl Uil per il rilancio di Palermo
Un ‘progetto per Palermo’ per sbloccare tutte le opere strategiche per il territorio, che faccia lavorare sinergicamente al rilancio economico tutti gli attori istituzionali, imprenditoriali, del mondo dell’associazionismo. E’ il punto di partenza della piattaforma unitaria sul rilancio di Palermo e del suo territorio, che Cgil Cisl Uil Palermo hanno discusso e approvato durante i lavori dell’attivo unitario, che si è svolto al Teatro santa Cecilia di Palermo e che oltre agli interventi dei tre segretari generali Cgil Palermo Enzo Campo, Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il coordinatore Uil Palermo Gianni Borrelli (nella foto), ha visto anche la testimonianza di tanti rappresentanti delle categorie sulle vertenze del loro settore. “Abbiamo messo insieme quelli che riteniamo essere i punti nodali dai quali deve passare lo sviluppo della città e del suo territorio – hanno spiegato i tre segretari – ma anche per quello di tutta la Regione e il Paese, motivo per il quale saranno temi che verranno posti al centro della manifestazione sullo sviluppo del Sud, che Cgil Cisl Uil terranno il prossimo 22 giugno a Reggio Calabria.
Partendo da punti per noi irrinunciabili, come la legalità, il rispetto dei contratti di lavoro, della sicurezza, la capacità di rendere appetibili a possibili investimenti la nostra terra, le infrastrutture, lo sviluppo di tutti i settori industriali e del turismo, del tempo pieno nelle scuole, le Partecipate, le politiche sociali, l’avvio immediato dei cantieri per le infrastrutture attese, coinvolgeremo tutti gli attori interessati, istituzioni, mondo imprenditoriale e dell’associazionismo, perché solo con un lavoro sinergico e un unico ‘progetto Palermo’ la città e il suo territorio potranno rinascere”. Fra i punti del documento discusso oggi anche il rilancio dell’agroindustria, della ricerca e dell’università; una sanità che sia adeguata alle esigenze dei territori; la crescita dei comparti del commercio e del turismo, congressuale e non, politiche sociali per contrastare la povertà, i temi della scuola e delle periferie, cultura e nuove tecnologie e la qualità della vita e la soluzione di vertenze cruciali come Blutec e il polo industriale di Carini, oltre al miglioramento del funzionamento della macchina amministrativa dei comuni e dei servizi delle Partecipate. Tutti d’accordo sulla necessità di agire subito, lanciando un grido d’allarme “è ora di imprimere la svolta”. “Di fronte a una crisi così nera dalla quale ancora nei nostri territori non si intravede via d’uscita, è necessario attivare politiche industriali e del Lavoro concrete”, hanno aggiunto Campo, La Piana e Borrelli. “Le nostre proposte sono frutto di un impegno sinergico di tutte le nostre federazioni, perché Cgil Cisl Uil insieme a tutte le categorie, vogliono dare il loro contributo affinché si possa uscire dalla situazione di stallo, che stiamo vivendo”.
Sul fronte delle infrastrutture, si legge nella piattaforma dei tre sindacati: “L’area metropolitana primeggia purtroppo per le opere incompiute: dal sistema fognario alle opere di urbanizzazione, dal rifacimento delle reti idriche agli edifici sportivi, dall’adeguamento antisismico delle strutture pubbliche agli interventi di prevenzione e manutenzione per il dissesto idrogeologico. Occorre, peraltro, ultimare i grandi assi viari e ferroviari incompiuti e investire, altresì, in una rete intermodale che connetta efficacemente territori e persone tra le diverse aree, comprese quelle interne, per ottenere un efficace sistema di mobilità tra e per tutto il territorio unitamente ad un piano per la infrastrutturazione energetica e digitale”. Servono dunque investimenti e migliorare l’utilizzo dei fondi disponibili, secondo i tre sindacati confederali, ma anche rafforzare, mediante la riqualificazione del personale, le strutture tecniche del comune, della città metropolitana e dell’Urega, affinché venga ridotto il tempo tra la progettazione e la realizzazione delle opere. Fra le opere ritenuti urgenti: la realizzazione della circonvallazione di Palermo che concretizzerebbe il collegamento extraurbano diretto tra le autostrade A19 e A29; l’implementazione e il completamento del sistema tranviario con la realizzazione di altre tre linee; il ripristino, sul versante ferroviario, dei collegamenti ferrati interrotti. Il finanziamento del progetto per l’elettrificazione della linea ferrata. Il potenziamento dei sistemi portuali di Palermo e Termini Imerese, anche grazie al completamento del quadro normativo che renda operative le Zone Economiche Speciali, per accrescere la loro capacità ricettiva in termini di servizi commerciali e turistici, per garantire i livelli occupazionali, per incentivare nuova e buona occupazione tutelando, al tempo stesso, l’ambiente ed il diritto fondamentale alla salute e sicurezza. Spazio anche alla soluzione della vertenza Blutec e al rilancio del polo industriale di Carini e di Termini e del cantiere navale di Palermo, e al settore dei call center, da tempo in crisi e che solo sul territorio palermitano conta ben oltre 5 mila addetti.
Spazio dunque ai temi dell’università e ricerca, e dell’uso ai fini sociali dei beni confiscati o sequestrati alla mafia. La cultura e il turismo altri nodi al centro del documento dei sindacati, “mettendo insieme un’offerta che coniughi tradizione e innovazione, terziario e artigianato locale; mettendo in rete i teatri, quale strumento di promozione culturale e di attrazione turistico-commerciale; intervenendo sulla promozione delle destinazioni, mettendo in campo azioni anche legislative che mirino alla destagionalizzazione”. “Il turismo – hanno ribadito i tre segretari – non solo dal punto di vista culturale e dell’immenso patrimonio della città ma anche quello congressuale con la creazione di un polo per attrarre lo svolgimento di eventi nazionali e internazionali, potrebbe aprire la strada ad investimenti privati finora insufficienti per il rilancio del settore”. Ma ciò che resta centrale è il Lavoro, insieme al contrasto al lavoro nero, del caporalato, e il rispetto delle regole sulla sicurezza sul lavoro. “A Inps e Inail chiederemo maggiore coinvolgimento delle parti sociali nel ragionamento complessivo legato ai protocolli per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, e abbiamo già proposto al comune di Palermo la sigla di un protocollo di legalità che preveda nei capitolati di appalti affidati dall’amministrazione comunale, clausole di salvaguardia nei cambi di appalto, e la certificazione della ‘legalità’ nei rapporti di lavoro delle imprese assegnatarie di appalti”. Non può mancare poi il tema delle Partecipate e dei servizi. “Tema centrale – aggiungono i tre segretari – e improcrastinabile che merita il suo spazio di approfondimento: senza servizi adeguati lo sviluppo della città e di qualunque settore non può essere possibile, bisogna pensare al futuro dei lavoratori delle Partecipate e a standard di qualità che siano adeguati alle esigenze dei cittadini. Per questo abbiamo già concordato un tavolo di approfondimento per il prossimo 5 luglio, con tutte le nostre federazioni di settore per rilanciare il nostro impegno e il dialogo con il comune di Palermo”.
“Per contrastare la disoccupazione giovanile, è necessario puntare di più sull’alternanza scuola-lavoro e sul ruolo della formazione professionale che deve essere orientata alle nuove professioni e alle richieste del mercato del lavoro”. Nel testo spazio anche alle politiche sociali perché secondo Cgil Cisl Uil Palermo bisogna “destinare maggiori risorse per le politiche socio assistenziali, coordinandole e finalizzandole allo sviluppo dei servizi alla persona ed alla famiglia; investire sulla medicina territoriale, nelle cure intermedie e nella domiciliarità poiché in questi anni è aumentato il numero delle persone che hanno rinunciato a curarsi”. “Bisogna aprire poi “una discussione sulle politiche abitative per trovare risposte al tema della casa. Gli anni della crisi hanno reso indispensabile e non più procrastinabile la creazione di un ‘progetto casa’” hanno aggiunto Campo, La Piana e Borrelli. Sulla pubblica amministrazione è necessario “garantire il perfetto funzionamento della macchina amministrativa, snellendo la burocrazia, valorizzando le professionalità dei dipendenti”. I tre segretari Enzo Campo, Leonardo La Piana e Gianni Borrelli concludono: “L’impegno d’ora in poi sarà quello di fare in modo che i punti della piattaforma si concretizzino per ridare la centralità che Palermo merita, salvaguardando il lavoro che c’è e creando la strada per consentire ai nostri giovani di non esser più costretti ad abbandonare la propria terra”.