Palermo. “E’ perlomeno dubbio che la Regione siciliana abbia competenza legislativa sugli appalti, che vengono regolati da una normativa nazionale ancora in discussione. Iscrivere anche questo settore alle specialità regionali può creare forti svantaggi dal punto di vista della trasparenza amministrativa e di fatto creare contenziosi e complicazioni al già collassato sistema degli appalti regionali.”.
Così in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil siciliane, Michele Pagliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone che chiedono che giudicano la modifica alla legge regionale sugli appalti proposta con l’articolo 5 del Collegato alla Finanziaria, venga ritirata. La norma in questione, rilevano i tre esponenti sindacati, “propone l’innalzamento della soglia del massimo ribasso per le aggiudicazioni a 5,5 milioni. Va sottolineato- aggiungono- che entro questa soglia sono in Sicilia il 90% degli appalti. Inoltre, viene modificato l’articolo 97 del codice nazionale che disciplina le offerte ‘ anormalmente’ più basse tornando alla vecchia prassi della ‘media mediana’, sulla quale è facile modulare le offerte”.
Per Pagliaro, Cappuccio e Barone “si tratta quindi di scelte sbagliate che configurerebbero un ritorno al passato, che non servirebbe ad accelerare le opere ma solo a peggiorare la qualità di queste, a diminuire la soglia dei diritti dei lavoratori, non contrastando adeguatamente le infiltrazioni mafiose ”. L’articolo 97, prevedendo il sorteggio tra cinque criteri individuati, “pone invece paletti più netti”. Il ribaltamento di fatto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per Cgil Cisl e Uil “finirebbe per riguardare quindi in Sicilia la stragrande maggioranza degli appalti producendo un pericoloso ritorno indietro sul fronte della legalità economica e del lavoro, a partire dalla questione della sicurezza, della qualità di ciò che viene realizzato. Se si vogliono accelerare i cantieri- sottolineano Pagliaro, Cappuccio e Barone- si pensi a velocizzare i tempi della burocrazia e della progettazione esecutiva, il problema non sono gli affidamenti ,che devono potere avvenire nel massimo della trasparenza, della garanzia del rispetto costi benefici quindi della qualità delle opere e assicurando la qualità del lavoro e i diritti dei lavoratori”. (dac)