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Edili, il giorno della protesta a Palermo

Palermo. Una cabina di regia, da attivare già dal prossimo luglio, per monitorare lo stato di definizione degli appalti e l’avvio dei lavori. Rispetto alle risorse disponibili (oltre tre miliardi per il quadriennio) si stima che entro fine anno possano partire cantieri per almeno 500 milioni. E’ questo ciò che gli edili siciliani hanno ottenuto dal governo regionale, dopo l’incontro con l’assessore Pistorio a Palazzo d’Orleans, nel giorno della protesta nazionale. A Palermo sono giunti da tutta l’Isola per chiedere lavoro, pensioni e contratti. Piazze piene anche a Roma, Milano, Bari e Cagliari.

Stamane alle 9 i rappresentanti di Fillea Cgil, Filca Cisl e Fenal Uil hanno consegnato una lettera di protesta al direttore regionale dell’Inps Sicilia, Sergio Saltalamacchia.

“E’ un lavoro discontinuo e per effetto della lunga crisi la maggior parte degli edili non hanno maturato i requisiti per andare in pensione. Chiediamo un intervento legislativo che superi i problemi irrisolti nel decreto attuativo”, ha sottolineato lo stesso Francesco De Martino.

Alle 10 i segretari regionali Francesco Tarantino, Santino Barbera e Francesco De Martino, insieme ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone si sono uniti agli operai in un corteo che da Porta Nuova ha raggiunto Palazzo d’Orleans. E durante la manifestazione Barone ha detto: “Basta chiacchiere e promesse. Vogliamo sapere quando partiranno gli appalti e quando gli edili cominceranno a lavorare. Bisogna sollecitare le grandi stazioni appaltanti a partire da Anas ed Rfi per le infrastrutture ma occorre anche supportare la capacità dei Comuni, oggi insufficiente, di approntare progetti esecutivi per le opere di loro competenza”.

Alla protesta ha partecipato anche il segretario nazionale della Feneal Uil, Emilio Correale: “Per gli edili serve una pensione più giusta e più equa, sono lavoratori discontinui e i provvedimenti legislativi del governo nazionale non sono sufficienti”.

Dati alla mano in Sicilia si contano 80mila disoccupati. Il calo delle imprese è del 27% e la crescita del lavoro nero del 40%.

E Ignazio Baudo della Feneal Uil, ha descritto la crisi a Palermo: “Il settore è al collasso. Abbiamo registrato un calo delle gare del 54%. I disoccupati, circa novemila, sono aumentanti. E profonda preoccupazione c’è per i lavoratori Tecnis. La situazione rischia di degenerare, la politica intervenga incrementando bandi di gara”.

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno chiesto al Governo regionale interventi sulle pensioni: “Gli edili over 60 che ancora oggi lavorano sui ponteggi, in condizioni usuranti, sono circa 23mila. E solo 400 potranno accedere ai benefici per andare in pensione. Gli operai lavorano in media 37 settimane, in Sicilia invece 29. Questo è un lavoro usurante e discontinuo. Per questo chiediamo di abbattere i paletti restrittivi e di permettere a questi lavoratori di accedere alle agevolazioni”. E ancora “l’avvio dei cantieri previsti nel Patto per la Sicilia, interventi per il recupero dei centri storici, per l’edilizia scolastica e per la tutela del territorio”. 

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Edili, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil: “Domani in piazza per chiedere interventi su pensioni, lavoro e contratti”.

Palermo. Scenderanno in piazza domani gli edili di tutta Italia per chiedere la modifica dell’anticipo pensionistico. Secondo i decreti attuativi già pubblicati, infatti, rischiano di essere pochissimi gli operai over 60 a potere accedere all’ape agevolata, visto che i requisiti attuali risultano irraggiungibili per chi lavora con discontinuità. L’appuntamento è domani in cinque piazza italiane: Bologna, Roma, Bari Cagliari e Palermo dove alle 9 Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil consegneranno una lettera di protesta al direttore regionale dell’Inps Sicilia, Sergio Saltamacchia. Poi alle 10 gli stessi segretari regionali Francesco Tarantino, Santino Barbera e Francesco De Martino, insieme ai segretari generali di Cgil Cisl e Uil Sicilia, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone si uniranno agli operai provenienti da tutta l’Isola in un corteo che da Porta Nuova raggiungerà Palazzo d’Orleans. Un delegazione sarà ricevuta dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pistorio. In Sicilia, a causa della crisi, si contano 80mila disoccupati. Il calo delle imprese è del 27% e la crescita del lavoro nero del 40%. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil chiederanno anche “l’avvio dei cantieri previsti nel Patto per la Sicilia, interventi per recupero dei centri storici, per l’edilizia scolastica e per la tutela del territorio. E’ necessaria l’attivazione di una cabina di regia per spendere le risorse, spenderle bene può fare la differenza. Serve sollecitare le grandi stazioni appaltanti a partire da Anas ed Rfi per le infrastrutture ma occorre anche supportare la capacità dei Comuni, oggi insufficiente, di approntare progetti esecutivi per le opere di loro competenza”. Secondo i dati raccolti dalle organizzazioni sindacali “gli edili over 60 che ancora oggi lavorano sui ponteggi, in condizioni usuranti, sono circa 23mila. E solo 400 potranno accedere ai benefici per andare in pensione. Gli operai lavorano in media 37 settimane, in Sicilia invece 29. Questo è un lavoro usurante e discontinuo. Per questo chiediamo di abbattere i paletti restrittivi e di permettere a questi lavoratori di accedere alle agevolazioni”.

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Precari, Crimi: “Riforma Madia fa ben sperare ma non in Sicilia, dove la politica è assente e pasticciona”.

Palermo. “Il via libero definitivo è arrivato e la possibilità di mettere finalmente la parola “fine” al precariato, con l’applicazione delle norme contenute nella legge Madia, fa ben sperare i lavoratori della Pubblica amministrazione. In Sicilia, purtroppo, a causa di una politica assente e pasticciona saremo costretti a registrare un ulteriore ritardo”. Lo sostiene Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl Sicilia, che precisa: “Da tempo chiediamo interventi al Governo regionale per sbloccare le assunzioni negli enti locali ma sino ad oggi siamo stati ignorati. E’ necessario garantire un futuro a questi lavoratori che svolgono servizi essenziali da anni per la comunità. Intanto continueremo a vigilare su quanto è oggi in discussione nel Collegato alla legge di stabilità, strumento che potrebbe dare soluzioni a molti lavoratori”.

Imagine: di autore incerto disponibile su internet-Policy

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Palermo, vertenza Coime chiusa dopo una lunga trattativa

Dopo una lunga vertenza e’ stato riconosciuto l’adeguamento degli stipendi ai 908 lavoratori palermitana del Coime. L’intesa è stata siglata fra il Comune e Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil e riconosce alcuni istituti contrattuali e l’adeguamento degli stipendi.

E IGNAZIO BAUDO PRECISA: “L’ACCORDO RAGGIUNTO DA FENEALUIL PALERMO, FILCA CISL PALERMO-TRAPANI E FILLEA CGIL PALERMO PREVEDE L’ISTITUZIONE DELL’ISTITUTO DELLA REPERIBILITA’ DA SUBITO OPERATIVO, IL RICONOSCIMENTO DELL’EVR (ELEMENTO VARIABILE DELLA RETRIBUZIONE) PREVISTO DAL CONTRATTO INTEGRATIVO PROVINCIALE DI PALERMO PER ANNI BLOCCATO DALLA NORMA NAZIONALE E L’INCREMENTO A 7 EURO DEL BUONO PASTO CHE SARA’ EROGATO CONTESTUALMENTE ALL’APPROVAZIONE DELLO STRUMENTO FINANZIARIO (BILANCIO). SI CHIUDE OGGI UN IMPORTANTE ACCORDO CHE CONTRIBUISCE AD INCREMENTARE I SALARI E SANCIRE IL RICONOSCIMENTO DI IMPORTANTI ISTITUTI CONTRATTUALI DI TANTI LAVORATORI CHE OGGI GARANTISCONO UN SERVIZIO ESSENZIALE PER LA CITTA’ DI PALERMO”.

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Finanziaria-bis, Barone: “Su Riscossione e Cas non si perda tempo, sono misure necessarie”.

“Le due norme, quella che permette di finanziare la fusione tra Cas e Anas e quella che prevede la chiusura di Riscossione Sicilia, sono assolutamente da approvare e necessitano di una corsia preferenziale. Speriamo adesso che l’Ars abbia uno scatto d’orgoglio e voti per prime almeno queste due misure di cui la nostra Isola ha forte bisogno”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, commentando così la manovra della Regione: “L’unificazione di Cas e Anas serve per una corretta gestione degli interventi sulla viabilità. Le nostre autostrade, oggi colabrodo, necessitano di manutenzione e quindi di risorse da spendere in maniera concreta e trasparente. Fondamentale anche la chiusura di Riscossione Sicilia – conclude il leader della Uil – . La specificità siciliana, infatti, non ha dato buona prova di sé e occorre metterci subito in sicurezza”.

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Riforma dell’acqua, Barone: “Bene ha fatto la Corte Costituzionale a bocciarla“.

Palermo La Corte Costituzionale ha bocciato la cosiddetta riforma dell’acqua pubblica. È la norma che l’Ars votò nel 2015 fra mille polemiche. Una parte di queste misure era già stata cassata dalla stessa Regione, dopo che il Consiglio dei ministri aveva proposto il ricorso alla Consulta. Erano così caduti gli articoli che rivoluzionavano la determinazione delle tariffe. Oggi anche tutte le parti che disciplinavano l’intervento dei privat. Il sistema dovrebbe quindi tornare alle regole a meno che l’Ars non torni a legiferare. “Era una norma sbagliata – ribadisce Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia -. Bene ha fatto la Corte a bocciarla. Le emergenze si affrontano senza proclami e demagogia”.

Immagine: di autore incerto disponibile su internet

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Finanziaria, Barone: “Governo Crocetta e Ars insieme per approvare norme che creino lavoro e sviluppo”.

Palermo. “Adesso è fondamentale recuperare alcune norme saltate, nel corso della caotica approvazione della Finanziaria. Prima fra tutte l’unificazione del consorzio autostrade siciliane con l’Anas che rappresenterebbe un segnale importante per mettere in sicurezza il territorio e la rete viaria, oggi colabrodo, spendendo in maniera utile le risorse Ue”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “E’ importante sostenere anche il settore dell’Agricoltura finanziando la ricerca. Il governo regionale cerchi il consenso dell’Ars per approvare queste, e altre, norme che creano occupazione e sviluppo. Bisogna anche recuperare risorse con la lotta all’evasione fiscale passando da Riscossione Sicilia al modello nazionale”.

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Primo Maggio, Cgil Cisl e Uil a Portella della Ginestra

Dopo vent’anni sono tornati a Portella della Ginestra per celebrare insieme l’anniversario dell’eccidio. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno voluto ricordare così le 11 vittime di quel 1 maggio del 1947 quando, nella vallata, gli uomini del bandito Salvatore Giuliano aprirono il fuoco contro i contadini che manifestavano per l’occupazione delle terre incolte detenute dal latifondisti. Con le organizzazioni sindacali, diecimila persone e 130 pullman provenienti da tutta l’isola. Prima di dare il via alle celebrazioni i segretari generali hanno reso omaggio alle vittime della Strage di Portella della Ginestra, nel cimitero di Piana degli Albanesi, davanti alla piccola cappella, in breve momento di preghiera guidato dal vescovo di Piana. Poi sono stati letti i nomi delle vittime e un carabiniere ha suonato con la tromba “Il silenzio”. A seguire il corteo dalla Casa del Popolo, lungo il corso principale di Piana degli Albanesi, via Giorgio Kastriota, per sfilare nelle strade della cittadina siciliana e dirigersi quindi a Portella della Ginestra al Memoriale dell’eccidio, dove si sono tenuti gli interventi dei tre segretari e di tre lavoratori, la lettura dei nomi delle vittime e un breve intervento del superstite Serafino Petta. “Bisogna continuare a lottare per affermare i valori della legalità sempre, contro tutte le mafie e contro tutti i soprusi – ha affermato Barbagallo -. In questo senso, anche il mondo del lavoro ha rappresentato un argine alle ingiustizie sociali, ma il lavoro oggi non è giustamente e adeguatamente valorizzato. Il lavoro è l’architrave su cui è fondata la nostra Costituzione e in cui affondano le nostre radici. Dobbiamo recuperare il senso profondo di quel valore per puntare allo sviluppo di tutto il Paese. Perché questa speranza si trasformi in realtà, occorre cominciare dal nostro Mezzogiorno”. E il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, ha aggiunto: “In Sicilia il tasso di disoccupazione resta fra i più alti d’Italia e sempre più giovani scelgono di emigrare. Non ci sono stati interventi per l’agricoltura e il turismo, settori che avevano dato timidi segnali di ripresa. Ha chiuso il Petrolchimico di Gela mentre pochissimo si è visto per la reindustrializzazione dell’area di Termini Imerese, dopo la chiusura della Fiat con il conseguente crollo dell’export di prodotti della raffinazione e della meccanica. Per non parlare del settore della Formazione e dei Call Center, con migliaia di lavoratori in mezzo alla strada. Improvvisazioni, promesse e demagogia ma nessun fatto concreto nonostante le costanti richieste di questo sindacato di affrontare le vertenze. Lo confermiamo ancora una volta: la politica del governo Crocetta è stata assolutamente fallimentare. In un contesto in cui la politica siciliana continua a collezionare disastri, è certo che il sindacato rappresenta un punto di aggregazione capace, invece, di dare riposte concrete ai cittadini. Non solo attraverso la contrattazione nei posti di lavoro, ma fornendo soprattutto servizi essenziali che non sono più garantiti dal welfare pubblico. E siamo pronti a riprenderci la piazza. Lo faremo – conclude Barone – se il governo regionale, approvata la Finanziaria, non darà risposte concrete alle emergenze siciliane. La politica deve smettere di fare solo campagna elettorale. Abbiamo il dovere di dare voce e speranza a chi crede ancora nel sindacato. Per questo consegneremo un’agenda di lavoro a chi verrà a governare nell’Isola. La Uil ha tutto lo spazio e la capacità per intraprendere un’azione forte per tutelare i lavoratori”.

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Finanziaria, Cgil Cisl e Uil Sicilia bocciano le prime misure: “Espressione del caos politico, incapace di risolvere emergenze”.

Palermo. “Abbiamo di fronte una Finanziaria, espressione del caos politico, incapace di affrontare i problemi della Sicilia. Ma c’è ancora tempo per provare a tamponare almeno alcune emergenze”. Cgil, Cisl e Uil guidate da Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, bocciano così le misure urgenti votate dall’aula chiedendo subito modifiche alla manovra economica: “E’ saltato il provvedimento che avrebbe dovuto unificare Cas e Anas, senza costi per le casse regionali, che avrebbe consentito investimenti significativi per la rete autostradale, oggi colabrodo. E ancora, lavoro per gli edili e una iniezione di liquidità per l’economia regionale. Per questo chiediamo alla politica di recuperare. Erano previste risorse – continuano i leader sindacali – per attivare il cofinanziamento dei progetti di ricerca in agricoltura. Ma non sappiamo che fine abbiano fatto e così rischiamo di perdere risorse europee che potrebbero qualificare uno dei settori più importanti della nostra economia. Non si interviene sulla povertà dilagante, sui rifiuti, sul riassetto della pubblica amministrazione e a sostegno dei settori produttivi, resta insoluto il problema del precariato. Alcuni articoli, peraltro, sono a rischio impugnativa come l’operazione riguardante il Fondo pensione dei regionali e l’articolo sullo scioglimento degli enti che prevede un impegno limitato da parte della Regione relativamente alle passività degli stessi nei limiti delle poste attive. E infine sono insufficienti i fondi per le ex province, meno della metà del fabbisogno per gli stipendi dei lavoratori. In assenza di garanzie si rischia altra macelleria sociale”.

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Infrastrutture, Barone: “Utilizzare subito le risorse. Ecco cosa c’è da fare in Sicilia, lo diremo al ministro De Vincenti”.

Palermo. “Le risorse del Patto per Sicilia, nel Masterplan, e gli altri fondi europei non devono rimanere virtuali ma bisogna che siano resi subito disponibili. Sono finanziamenti necessari per mettere in sicurezza il territorio, costruendo nuove infrastrutture e intervenendo su quelle fatiscenti. Utilizzare queste risorse aiuterebbe il comparto dell’edilizia, con un numero di lavoratori dimezzato a causa della forte crisi, e farebbe ripartire il ciclo economico”. Così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, rappresenterà al ministro De Vincenti, all’incontro di oggi a Palermo, la situazione in cui versa l’Isola. E Barone aggiunge: “Chiederemo di sollecitare le stazioni appaltanti nazionali, in particolare Anas e Ferrovie dello Stato, per recuperare i ritardi nella realizzazione delle gradi infrastrutture ferroviarie e viarie e fare in modo che le risorse europee vengano utilizzate per interventi aggiuntivi, e non sostitutivi, della spesa ordinaria che negli anni passati ha privilegiato il nord del Paese. L’unificazione di Anas Sicilia e Cas, in discussione all’Ars, aiuterebbe di certo a superare l’attuale anomalia gestionale”. Tra gli interventi che la Uil Sicilia chiederà di velocizzare ci sono quelli per le aree di sviluppo industriale e per le aree di crisi complessa di Gela e di Termini Imerese. Va sbloccata la realizzazione dei depuratori idrici anche per evitare procedure d’infrazione da parte della Comunità europea. E il leader della Uil Sicilia conclude: “C’è un problema relativo alla capacità degli enti locali siciliani, piccoli comuni ed ex province più che le grandi aree metropolitane, di predisporre progetti esecutivi, oggi abbastanza complessi sulla base della nuova legge sugli appalti. Per questo Invitalia potrebbe fornire un supporto con le sue capacità progettuali. Infine, la regione siciliana dovrà superare le inefficienze, riorganizzando la macchina burocratica e avvalendosi anche delle risorse del Piano di rafforzamento amministrativo per gestire i fondi europei”.