Palermo. “In Sicilia negli ultimi 4 anni sono andati in fumo 170mila di posti di lavoro. Dati alla mano il Pil nell’Isola, dal 2008 al 2014, è caduto del 17%. In particolare -40% nell’Industria e -58% in quello delle Costruzioni. Non ci sono prospettive per i giovani (il 54% è senza lavoro) di trovare occupazione e per i precari (circa ventimila) è sempre più difficile ottenere l’ennesima proroga dei contratti. Insomma è un disastro”. Lo dice Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, che stamane a Palermo ha aperto i lavori del Consiglio regionale affrontando tutte le emergenze siciliane. E continua: “Nella Formazione professionale, la mancanza di una riforma ha causato settemila licenziamenti mentre si vuole tagliare sui Forestali senza, però, provvedere ad una seria politica di tutela del territorio. Drammatica la condizione in cui versano i collegamenti: autostrade interrotte, rete stradale colabrodo, collegamenti marittimi e ferroviari insufficienti. In queste condizioni è difficile attirare investimenti e creare buoni posti di lavoro. Serve rilanciare l’economia ma bisogna fare presto perché nel frattempo le imprese chiudono e si blocca la strada a nuovi investitori, non ultimo la San Pellegrino che continuando così rinuncerà alle sue attività nell’Isola”. Il leader della Uil Sicilia aggiunge: “Siamo stati la prima regione d’Italia ad annunciare l’abolizione delle Province. Ad oggi siamo l’unica regione a non avere questa norma. La Delrio, seppure discutibile, ha comunque consentito di attivare nel resto del Paese procedure di mobilità e ricollocazione del personale. Invitiamo il Governo regionale, ancora una volta, ad appassionarsi meno ad esercizi di capziosa ingegneria istituzionale per aprire un confronto vero su personale, finanziamenti e funzioni dei soggetti che devono subentrare alle ex Province. Anche per la riforma del Sistema dei Rifiuti è in atto un braccio di ferro. Il Governo regionale, infatti, ha bloccato la costruzione dei grandi termovalorizzatori e si è scatenata la guerra delle discariche. Il Governo nazionale assegnerebbe alla Sicilia la costruzione di tre termovalorizzatori ma ci sembra più condivisibile l’ipotesi di realizzarne di più, più piccoli ma con una migliore collocazione. Sugli Enti locali – continua Barone – grava anche la spada di Damocle dei precari. La legge D’Alia impone tra due mesi di stabilizzarli o licenziarli. E’ necessario, quindi, prevedere subito un meccanismo di incentivi e disincentivi che renda possibile almeno l’inizio di questo processo. Non è importante solo tagliare. Bisogna vedere se si colpiscono anche sprechi e servizi e bisogna evitare la macelleria sociale. Utilizzare i Fondi Ue – precisa Barone – è importante anche per far ripartire il settore produttivo, come quello dell’Edilizia. I dati dell’Ance descrivono un drammatico crollo dovuto al blocco degli appalti pubblici. Il che è paradossale se guardiamo alla condizione in cui versano i collegamenti della nostra regione. Occorre subito un piano di manutenzione straordinario e di messa in sicurezza della rete e del territorio. L’altra infrastruttura necessaria per nostra regione è la banda larga. Su sette miliardi di euro previsti per il nostro Paese, quasi 250milioni potrebbero essere spesi in Sicilia. Anni di lavoro per metalmeccanici e telefonici. Bisogna dare una spinta e la può dare solo il sindacato e il mondo del lavoro. Oggi assistiamo con preoccupazione a una classe politica regionale che pensa solo a tirare avanti sino a fine legislatura. La Uil in Sicilia, come nel resto d’Italia, darà battaglia convinta che ci sono tutte le condizioni per cambiare. Ma in meglio”.