ROMA (MF-DJ)–Silvio Berlusconi spara contro il Quirinale e rilancia la riforma della giustizia. Si tratta di giorni ormai e il Governo presentera’ le modifiche di legge in un Cdm straordinario annunciato dal premier lo scorso fine settimana. Processo breve, intercettazioni e riforma costituzionale del CsM sono i punti salienti. Possibile anche la reintroduzione dell’immunita’ parlamentare. “Serve un processo in tempi giusti come ci e’ stato piu’ volte sollecitato anche dall’Unione europea, dal quale trarrei qualche beneficio essendo protagonista unico nella storia di tutti i tempi” con “103 procedimenti avviati su di me”, ha affermato il presidente del Consiglio davanti a una platea di sostenitori del Pdl riunita a Palazzo Reale a Milano per presentare alcune iniziative del partito. Berlusconi ha parlato anche di intercettazioni, confermando la necessita’ di accelerare l’iter del disegno di legge alla Camera perche’ l’uso che se ne fa in Italia “non e’ da Paese civile”. Nel giorno della ripresa del processo che lo vede imputato per frode fiscale nell’ambito del procedimento su presunte irregolarita’ commesse da Mediaset nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici, Berlusconi si cala nella parte della vittima del sistema giudiziario. “Sono disperato” esordisce attaccando nuovamente la sinistra che bolla, a suo dire, ogni proposta in tema di giustizia come un tentativo di creare leggi ad personam. “Se c’e’ di mezzo Berlusconi non si puo’ fare una legge giusta”, dice il premier riferendosi al processo breve. Di piu’, “non uso il telefonino perche’ e’ sottoposto a intercettazioni” rivela il Cavaliere; anche se nell’ambito del caso Ruby il suo non era tra i portatili intercettati perche’ la legge tutela gia’ le utenze del presidente del Consiglio, cosi’ come i suoi uffici. Arriva quindi l’affondo sul Colle. “Quando il Governo decide di fare una legge, questa prima deve passare” dal Quirinale al vaglio “di tutto l’enorme staff che circonda” il capo dello Stato, che “interviene puntigliosamente su tutto”, ha detto il presidente del Consiglio. “Se al capo dello Stato e al suo staff la legge non piace, questa torna in Parlamento. E se non piace ai giudici la impugnano e la portano alla Corte Costituzionale che la abroga”, rincara Berlusconi. Berlusconi attacca nuovamente anche il presidente della Camera, accusato di aver bloccato ogni riforma della giustizia per un suo patto occulto con i magistrati. “C’era un patto di Fini con i magistrati e l’Anm, e tutte le cose che non andavano bene ai magistrati venivano stoppate”. Ora, senza la zavorra dei finiani, il premier si sente le mani libere. “Andremo avanti e ce la metteremo tutta fino in fondo nel nostro percorso di riforme, perche’ il 51% di italiani mi ama mentre tutti gli altri mi odiano”. Poco prima aveva sciorinato i suoi ultimi sondaggi, secondo i quali il Pdl e’ al “30,6%”. gug guglielmo.valia@mfdowjones.it