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Omicidio Geraci, finalmente i mandanti hanno un volto!

“Siamo grati a magistratura e forze dell’ordine per non avere mai smesso, come noi, di cercare verità e giustizia per Mico Geraci”.
Lo afferma la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, che aggiunge: “Mico era un sindacalista della Uil ucciso per avere dato voce alla Sicilia degli onesti e dei lavoratori, consapevole della spirale di sottosviluppo innescata e alimentata ogni giorno dalla mafia. Avevamo ricordato Mico Geraci ancora una volta il 27 novembre dello scorso anno a Palermo assieme ai suoi familiari e insieme con Pierpaolo Bombardieri e Carmelo Barbagallo. Aspettavamo questo giorno e questo giorno è arrivato!”
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Donne, Cgil Cisl e Uil a governo regionale e Ars: “Serve una strategia per la parità di genere”.

Palermo. Cgil, Cisl e Uil chiedono una strategia della Regione per la parità di genere e il superamento dei pesanti gap che vedono le donne siciliane fanalino di coda nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione del 29,3%. “La strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 – hanno detto oggi le rappresentanti dei tre sindacati, Elvira Morana (Cgil), Rosanna Laplaca (Cisl) e Vilma Maria Costa (Uil) – può risultare insufficiente di fronte a una situazione di eccezionale gravità”. “Va dunque riadattata – è scritto nel documento che Cgil Cisl e Uil hanno inviato al presidente della Regione, agli assessori regionali e ai gruppi parlamentari all’Ars – con l’apporto sinergico delle istituzioni, della consigliera di parità, dei sindacati, realizzando una strategia regionale per la parità di genere 2021-2026”. Uno dei punti chiave della strategia, per Cgil Cisl e Uil deve essere “un‘Agenda per la parità di genere che fissi le coordinate delle scelte del bilancio regionale, della pianificazione dei fondi del Pnrr coordinati con tutte le risorse Ue, per lo sviluppo e il benessere della comunità, la parità e l’inclusione”, si legge nel documento. I sindacati sollecitano anche, per la Sicilia, un “piano straordinario per l’occupazione femminile”. Inoltre, la creazione di un Osservatorio per “il monitoraggio ex ante ed ex post delle misure e un bilancio regionale di genere”. Cgil Cisl e Uil hanno messo a confronto i dati delle città metropolitane di Milano e Palermo. E’ emerso che le donne della fascia d’età 15-64 anni inattive, a Palermo sono il 65% della popolazione femminile mentre a Milano sono il 31,8%. La crescita dell’occupazione femminile è anche ostacolata dalle insufficienze del welfare, con il carico dei lavori di cura che grava sulle donne, tanto che ben il 33% della popolazione femminile abbandona il lavoro dopo la nascita del primo figlio. “Perché la situazione cambi – ha osservato Elvira Morana, responsabile del dipartimento politiche di genere della Cgil Sicilia – ora il Parlamento regionale deve adeguare il sistema elettorale con la previsione della doppia preferenza di genere prevista peraltro dalla strategia nazionale”. Per i sindacati occorre anche cimentarsi con le sfide educative in un sistema in evoluzione che va verso la transizione energetica e digitale. “I percorsi di formazione – ha detto Rosanna La Placa, segretaria regionale della Cisl siciliana – sono fondamentali per creare competenze adeguate al lavoro del futuro, soprattutto scientifiche e  tecnologiche, e per aiutare le giovani donne specialmente”. I sindacati sollecitano interventi sul welfare, “frammentario e lacunoso” precisa il documento, dagli asili nido alla sanità, con l’introduzione anche del criterio della lettura di genere per meglio rispondere ai bisogni e al diritto alla salute della popolazione femminile. “Una bambina che nasce in Sicilia – hanno rilevato Cgil Cisl e Uil – ha un’aspettativa di vita di tre anni inferiore rispetto a una bambina nata del Nord Est”. La coordinatrice pari opportunità della Uil Sicilia, Vilma Maria Costa, ha spiegato che “da più di un anno Cgil Cisl e Uil chiedono al governo della Regione il confronto sui temi dell’Agenda di genere. Nessuna risposta è arrivata. Ora è il momento di aprire a un confronto sistemico”. Il documento, articolato in 6 macroaree, tratta anche delle molestie e delle violenze “nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita” e auspica che “la misura del Reddito di libertà venga attuata in Sicilia e diventi strutturale”. I sindacati denunciano ancora il ritardo del Parlamento siciliano che “ad oggi non ha approvato il disegno di legge sulla parità salariale”.  All’incontro promosso dai sindacati, che si è svolto nella sala Rossa dell’Ars, hanno partecipato Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, e Roberta Schillaci, componente 5S della Commisssione regionale antimafia.

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Sciopero Tim, Lionti e Tumminia: “No al piano smembramento, la Sicilia sarebbe la regione più penalizzata”.

“Scioperiamo contro le ipotesi di scorporo della rete e per la tutela dei nostri posti di lavoro. Non accettiamo un piano folle di smembramento, Tim rischierebbe così di scomparire dal panorama nazionale. Ed è l’unica grande azienda di telecomunicazioni, questa decisione porterebbe a drammatiche conseguenze per l’occupazione. La Sicilia sarebbe più penalizzata. Ci sono, infatti, zone dove ancora la fibra non è stata raggiunta e poli industriali che non possono decollare perché non hanno le coperture di rete”. Così Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, e Giuseppe Tumminia, segretario della UilCom Sicilia, che aggiungono: “Con l’arrivo dei fondi del Pnrr si deve puntare allo sviluppo dell’infrastruttura digitale. Senza Tim verrebbero sprecati. Non possiamo perdere questa occasione, dobbiamo portare il nostro Paese fuori dall’arretratezza tecnologica”.

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Desertificazione, Lionti: “In Sicilia un’emergenza dietro l’altra, a rischio il futuro dei lavoratori“.

“Anche Tim abbandona Almaviva, un’azienda che in Sicilia contava cinquemila dipendenti e che oggi non arriva nemmeno a due. Un altro appalto perso, dopo quello di Abramo, che mette a rischio 226 lavoratori. Un’altra crisi che si aggiunge a quella della raffineria di Milazzo, della Pfizer di Catania e del Petrolchimico di Siracusa. La Uil però, non è disposta ad accettare soluzioni improvvisate o cessioni-spezzatino, spesso preludio della desertificazione”. Lo afferma Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia e Area vasta, che continua: “Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione. E’ evidente l’incapacità della classe politica nella gestione delle emergenze ed non accettiamo che, mentre il piano di resilienza punta tutto su transizione energetica e ambientale, vengano negate risorse del proprio ai poli petrolchimici da cui dipende una fetta significativa del nostro pil. Così facendo, le imprese che ci sono fuggono e si allontanano sempre più quelle che vorrebbero investire nella nostra terra”. E Lionti prosegue: “Mancano risposte e interventi concreti da parte della politica. Con la pandemia abbiamo pensato che molte emergenze sarebbero state risolte, invece ci troviamo ad affrontare la quarta ondata con ospedali, scuole ed uffici pubblici sempre nel caos e incapaci di dare e offrire risposte e servizi essenziali a lavoratori e cittadini. Mancano le infrastrutture che dovrebbero servire al rilancio della nostra Isola e anche gli autotrasportatori sono sul piede di guerra per l’aumento del costo del gasolio e dei biglietti delle navi. Adesso sono in arrivo i fondi del Pnrr ma ancora oggi non abbiamo ancora capito come, e se verranno spesi bene. Il governo Musumeci non s’è mai distinto per impegno, dinamismo, concretezza. È arrivata l’ora di cambiare. Non si può creare ricchezza in un Paese dove manca il lavoro”.

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Renexia, Lionti e Macaddino: “Il parco offshore al largo delle Egadi causerà danni gravi”.

Palermo. “Chi sta decidendo in modo e per conto delle centinaia di lavoratori trapanesi, lo sta facendo non considerando i gravi danni che l’impianto di Renexia provocherà ai settori del turismo e della pesca oltre che a tutte le attività collaterali”. Così Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, che insieme a Tommaso Macaddino, segretario della Uila Pesca, spiega: “Con la costruzione di questo parco offshore al largo delle Egadi verrebbero meno le condizioni paesaggiste e naturali che hanno reso al mondo, sino ad oggi, unico il nostro territorio. Vogliamo conoscere il progetto e sapere quali e quanti benefici porterà proprio alla Sicilia”. Lionti e Macaddino precisano: “Non siamo contro la realizzazione del campo eolico, basterebbe trovare un’area diversa che non metta a rischio il nostro ecosistema. Nel tavolo di confronto, avvenuto pochi mesi fa, era uscito un parere unanime e contrario a questo progetto. Oggi invece – concludono Lionti e Macaddino – scopriamo che associazioni ambientaliste e politici hanno cambiato idea. La Uil resta ferma sulla sua posizione inziale e chiede un confronto immediato alla Regione”.

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Politiche attive, Lionti: “In Sicilia per ripartire bisogna puntare prima di tutto sul lavoro“.

Palermo “Bisogna puntare prima di tutto sul lavoro utilizzando le grandi risorse in arrivo dal Pnrr. Solo così si potrà dare una boccata d’ossigeno ai tanti settori in sofferenza e in ancora più in crisi dopo l’arrivo della quarta ondata della pandemia. Per fare ciò è però fondamentale riqualificare il mercato del lavoro”. Così il segretario della Uil Sicilia e Area Vasta, Luisella Lionti, che aggiunge: “A fronte una disoccupazione altissima ci sono sempre più richieste di specifiche professionalità. È necessario, quindi, mettere in rete scuola, uffici, aziende ed enti bilaterali per formare i giovani e inserirli nel mondo del lavoro. Occorre un coordinamento tra i tanti soggetti che tramite vere politiche attive del lavoro possano creare buona occupazione. Per questo è fondamentale un confronto, previsto a breve, con l’assessore al ramo Scavone, che il 28 febbraio presenterà il piano di attuazione regionale. Sindacato e parti sociali chiedono un dialogo vero per affrontare tutti questi aspetti e dare risposte anche per il potenziamento dei centri per l’impiego e per quello della pianta organza degli ispettori del lavoro, necessari per garantire sicurezza. È un’occasione da non perdere, si tratta di risorse importanti che non possono essere perse o sprecate. Siamo per un confronto positivo che possa dare risposte a giovani, precari e lavoratori che hanno perso il posto”

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Piano di riequilibrio, Lionti: “A Palermo più tasse e assenza di servizi, alla fine il conto lo pagano sempre i cittadini”.

Palermo. “Come era facile prevedere, dopo tante polemiche, il conto lo pagheranno sempre e solo i cittadini che dovranno pagare più tasse e che continueranno ad avere servizi inesistenti. Tutto questo è inaccettabile”. Così Luisella Lionti, segretario della Uil Sicilia e Area Vasta, che commenta il piano di riequilibrio del Comune di Palermo, approvato ieri sera: “Famiglie e lavoratori, già in sofferenza per la pandemia, saranno costretti a ulteriori sacrifici con l’aumento dell’Irpef ma anche della Tari. La cosa più grave è però che l’amministrazione comunale continuerà a non fornire servizi essenziali, lasciando una città nel caos più totale”.

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Incidenti sul lavoro, Lionti: “È inaccettabile che ancora oggi sia messa a rischio la vita dei lavoratori”.

”Ancora un incidente gravissimo sul lavoro. Si tratta di un operaio di 54 anni caduto da un palo della linea telefonica a Siracusa. Adesso è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania. È inaccettabile che ancora oggi sia messa a rischio la vita dei lavoratori”. Così il segretario della Uil Sicilia e Area Vasta, Luisella Lionti, che aggiunge: “A questo si aggiunge il primo morto nel settore delle costruzioni a Palermo, un operaio di 57 anni. L’attenzione resta alta e questo sindacato chiede, ancora una volta, prevenzione e controlli. E’ intollerabile che dal governo Musumeci non arrivino ancora risposte in merito all’aumento e all’adeguamento della pianta organica degli ispettori del lavoro”.

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Cgil, Cisl e Uil Ragusa: “Il 2022 per la ripartenza tante emergenze post Covid”.

Ragusa. Cgil, Cisl e Uil per la ripartenza dopo l’emergenza Covid che non si è ancora arrestata. I segretari Giuseppe Scifo, Vera Carasi e Luisella Lionti, tornano a fare un bilancio dell’anno che sta per chiudersi volgendo lo sguardo a quello che sta per arrivare, fra numerose emergenze che deve affrontare il territorio non solo a causa del Covid.

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle norme e dal momento, hanno preferito evitare la tradizionale conferenza stampa e ringraziano tutti i giornalisti ragusani per l’attenzione e la dedizione che non hanno fatto mancare in questo periodo. A tutti gli operatori dell’informazione, quindi, l’augurio sincero di un nuovo anno sereno. «La pandemia non si è ancora arrestata, i casi di contagi e le varianti Covid sono sempre all’ordine del giorno per cui non è possibile abbassare la guardia – hanno esordito Giuseppe Scifo, Vera Carasi e Luisella Lionti –. Non lo faremo noi, ma non lo devono fare nemmeno le istituzioni, la politica, affinché l’emergenza sanitaria possa sempre essere fronteggiata attraverso strutture funzionali ed efficienti, Abbiamo sempre davanti agli occhi il dramma vissuto da decine di migliaia di persone, non solo per l’emergenza sanitaria ma anche per la crisi economica che ne è derivata, per l’impegno di tutti i lavoratori che hanno continuato ad esserci per reggere in piedi il nostro paese. Non possiamo che rivolgere un pensiero speciale a tutti gli operatori sanitari – hanno aggiunto i tre segretari – Sono loro che, nella parte più delicata dell’emergenza e ancora oggi, sono stati il simbolo di questa battaglia improvvisa».

Uno dei temi più dibattuti dalle Organizzazioni sindacali, poi, è stato (e continua ad essere), quello del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza): «Perché abbiamo avuto un primo incontro con il Governo e adesso ci aspettiamo di andare avanti nel merito delle coordinate lungo le quali investire produttivamente le risorse del Pnrr e quella della programmazione Ue 2021-2027. Questo Piano da una parte e la necessità di lasciarci alle spalle l’emergenza Covid dall’altra, rendono inevitabile che istituzioni, sindacato e imprese convergano su una serie di priorità, all’interno di una visione unitaria e condivisa di sviluppo, quali ad esempio la digitalizzazione e l’innovazione, in primo luogo della pubblica amministrazione; le politiche attive del lavoro; quelle per il welfare e sul disagio sociale.

E ancora l’ammodernamento e il rilancio del sistema produttivo, dall’agricoltura ai servizi, dal turismo alle attività legate alla cultura. Il via alle Zes e lo sviluppo del sistema delle infrastrutture, snodo strategico al quale è appeso il futuro della Sicilia e di tutto il Mezzogiorno. Lo diciamo spesso, lo ribadiamo ancora oggi: l’emergenza deve, adesso, rappresentare una opportunità per migliorare le cose – hanno sottolineato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil –. Serve il confronto continuo e leale con le parti sociali che, sin dal primo momento, sono state disponibili a collaborare per intervenire lì dove possibile». Un confronto che per Scifo, Carasi e Lionti non può non riguardare, ad esempio, anche la questione dell’agricoltura «un settore che resta trainante per l’economia provinciale e che quest’anno, oltre alla crisi pandemica, ha dovuto subire danni enormi a causa del maltempo che si è abbattuto su questa parte di Sicilia. L’ambito agro-alimentare esige attenzione continua e i lavoratori vanno tutelati con ogni mezzo che garantisca loro occupazione, salario e sicurezza».

La crisi degli Enti locali (vedi ex Province ma non solo), poi, ha acuito alcuni problemi legati alla stabilità dei lavoratori stessi, motivo per il quale Cgil, Cisl e Uil tornano a far sentire la propria voce «in quanto il tasso di disoccupazione è già molto alto e bisogna invertire la rotta nella programmazione economica della provincia e di tutti quegli enti della Pubblica amministrazione oltre che del mondo della scuola che hanno bisogno di risorse per il rinnovo dei contratti e per le assunzioni ormai indispensabili in entrambi i settori, in quanto dalle ultime leggi di Governo, le figure richieste sono soltanto a tempo determinato e non c’è possibilità di garantire stabilità a medio e lungo termine. Quando anche i lavoratori degli enti pubblici sono costretti ad attendere gli stipendi, bisogna alzare il livello di guardia e affrontare immediatamente la questione. I lavoratori del pubblico impiego non chiedono soltanto adeguamenti salariali, ma insistono perché la Pubblica amministrazione venga riformata per dare migliori e certi servizi ai cittadini e alle aziende».

Qualità della vita, le classifiche nazionali restano impietose, peggiorano anziché migliorare «e dobbiamo fare in modo di tornare a far innalzare questi dati – hanno detto ancora i segretari – perché l’esclusione sociale, le persone in povertà, le nuove diseguaglianze sono sempre problemi all’ordine del giorno. La politica si faccia carico di un problema che tocca più o meno tutti e lo faccia assicurando interventi necessari e funzionali per la nostra provincia con i fondi del recovery fund incidendo sulle scelte della Regione. Lo facciano spingendo quotidianamente affinché le infrastrutture necessarie vengano completate». Con il completamento dei 7 km della Siracusa-Gela con l’apertura dello svincolo di Ispica-Pozzallo si è fatto un passo avanti «ma non può certo bastare perché quella è un’opera che attende da decenni il suo totale completamento, così come si attendono passi avanti per la Catania-Ragusa. Anche in questo caso i nostri rappresentanti della deputazione regionale e nazionale possono e devono fare di più perché queste strade piangono continuamente vittime e non sono per niente sicure. Così come non si è sicuri sui luoghi di lavoro e il recente e tragico episodio del cantiere di via Genova a Torino ne è stato un altro emblema: non c’è sicurezza, non ci sono sufficienti controlli, c’è troppa superficialità da parte di tutti. E registrare continuamente vittime fa male ma anche e soprattutto rabbia allo stesso tempo». Giuseppe Scifo, Vera Carasi e Luisella Lionti, rinnovando gli auguri a tutti gli operatori dell’informazione, hanno ribadito che le condizioni per tirarsi fuori dalla crisi esistono. «Ognuno si senta parte in causa, ciascuno di noi sia, attraverso la concertazione, vaccino per superare la crisi. Il sindacato unitario, mai come adesso, continua responsabilmente a guardare al futuro. Noi la nostra parte la facciamo sempre e ovunque. Ad altri, ora più che mai, il compito di incidere in maniera attiva ed efficace per uscire definitivamente da una pandemia che non è soltanto questione di salute»

UFFICI STAMPA CGIL CISL UIL

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Cgil, Cisl e Uil Siracusa: “Il 2022 per la ripartenza tante emergenze post Covid”.

Siracusa. Cgil, Cisl e Uil per la ripartenza dopo l’emergenza Covid che non si è ancora arrestata. I segretari Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, tornano a fare un bilancio dell’anno che è stato e di quello che si spera possa essere, fra numerose emergenze che deve affrontare il territorio non solo a causa del Covid. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle norme e dal momento, hanno preferito evitare la tradizionale conferenza stampa e ringraziano tutti i giornalisti siracusani per l’attenzione e la dedizione che non hanno fatto mancare in questo periodo. A tutti gli operatori dell’informazione, quindi, l’augurio sincero di un nuovo anno sereno.

«La pandemia non si è ancora arrestata, i casi di contagi e le varianti Covid sono sempre all’ordine del giorno per cui non è possibile abbassare la guardia – hanno esordito Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti –. Non lo faremo noi ma non lo devono fare nemmeno le istituzioni, la politica, affinché l’emergenza sanitaria possa sempre essere fronteggiata attraverso strutture funzionali ed efficienti, in attesa che l’iter sulla realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa possa subire una accelerazione e questa fondamentale opera per il territorio, diventi realtà. Abbiamo sempre davanti agli occhi il dramma vissuto da decine di migliaia di persone, non solo per l’emergenza sanitaria ma anche per la crisi economica che ne è derivata, per l’impegno di tutti i lavoratori che hanno continuato ad esserci per reggere in piedi il nostro paese. Non possiamo che rivolgere un pensiero speciale a tutti gli operatori sanitari – hanno aggiunto i tre segretari – Sono loro che, nella parte più delicata dell’emergenza e ancora oggi, sono stati il simbolo di questa battaglia improvvisa. Nel corso dell’anno siamo intervenuti più volte per segnalare disfunzioni, errori di gestione, anomalie in un sistema sanitario provinciale che, se pur costretto ad affrontare una pandemia, ha mostrato improvvisazioni e pessimo coordinamento per difendere i lavoratori ed i cittadini».

Uno dei temi più dibattuti dalle Organizzazioni sindacali, poi, è stato (e continua ad essere), quello del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza): «Perché abbiamo avuto un primo incontro con il Governo e adesso ci aspettiamo di andare avanti nel merito delle coordinate lungo le quali investire produttivamente le risorse del Pnrr e quella della programmazione Ue 2021-2027. Questo Piano da una parte e la necessità di lasciarci alle spalle l’emergenza Covid dall’altra, rendono inevitabile che istituzioni, sindacato e imprese convergano su una serie di priorità, all’interno di una visione unitaria e condivisa di sviluppo, quali ad esempio la digitalizzazione e l’innovazione, in primo luogo della pubblica amministrazione; le politiche attive del lavoro; quelle per il welfare e sul disagio sociale.

E ancora l’ammodernamento e il rilancio del sistema produttivo, dall’industria ai servizi, dal turismo alle attività legate alla cultura. Il via alle Zes e lo sviluppo del sistema delle infrastrutture, snodo strategico al quale è appeso il futuro della Sicilia e di tutto il Mezzogiorno. Lo diciamo spesso, lo ribadiamo ancora oggi: l’emergenza deve, adesso, rappresentare una opportunità per migliorare le cose – hanno sottolineato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil –. Serve il confronto continuo e leale con le parti sociali che, sin dal primo momento, sono state disponibili a collaborare per intervenire lì dove possibile». Un confronto che per Alosi, Carasi e Lionti non può non riguardare, ad esempio, anche la questione industriale «per una piattaforma per la giusta transizione energetica affinché si possa sviluppare un Piano per la trasformazione del modello economico e produttivo e affrontare così in modo coordinato tutte le situazioni di crisi in conseguenza della riconversione verde di tutti i settori. Un processo per il quale naturalmente serviranno misure per creare nuovi posti di lavoro, attivare ammortizzatori sociali universali, avviare percorsi di formazione permanente e di riqualificazione professionale per accrescere le competenze verdi e digitali e ricollocare i lavoratori, salvaguardare loro e i loro salari. Il sindacato sta affrontando la questione con quell’attenzione e quella responsabilità necessarie a garantire ogni posto di lavoro. Una vertenza che coinvolge circa 10mila lavoratori fra diretti e dell’indotto. La zona industriale resta strategica – hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil –. La presenza di grosse aziende che, nonostante la crisi internazionale, sono rimaste e hanno investito, deve essere un valore aggiunto per quella politica industriale che deve traghettare nel modo migliore e nei tempi necessari la transizione energetica per il nostro polo industriale. Chimici, metalmeccanici, servizi, edili, trasporti rappresentano migliaia di lavoratori e altrettante migliaia di famiglie. Questo non deve mai essere dimenticato e il modello di confronto avviato tempo fa sulla sanità può essere ripetuto grazie alla disponibilità di tutti gli attori politici ed istituzionali».

La crisi degli Enti locali (vedi ex Province ma non solo), poi, ha acuito alcuni problemi legati alla stabilità dei lavoratori stessi, motivo per il quale Cgil, Cisl e Uil tornano a far sentire la propria voce «in quanto il tasso di disoccupazione è già molto alto e bisogna invertire la rotta nella programmazione economica della provincia e di tutti quegli enti e della Pubblica amministrazione oltre che del mondo della scuola che hanno bisogno di risorse per il rinnovo dei contratti e per le assunzioni ormai indispensabili in entrambi i settori, in quanto dalle ultime leggi di Governo, le figure richieste sono soltanto a tempo determinato e non c’è possibilità di garantire stabilità a medio e lungo termine. Quando anche i lavoratori degli enti pubblici sono costretti ad attendere per diversi mesi gli stipendi, bisogna alzare il livello di guardia e affrontare immediatamente la questione. In provincia abbiamo sempre avuto casi emblematici, esempi di mala gestione e di sempre minori accreditamenti dello Stato e della Regione. I lavoratori del pubblico impiego non chiedono soltanto adeguamenti salariali, ma insistono perché la Pubblica amministrazione venga riformata per dare migliori e certi servizi ai cittadini e alle aziende».

Qualità della vita, le classifiche nazionali restano impietose, peggiorano anziché migliorare «e dobbiamo fare in modo di tornare a far innalzare questi dati – hanno detto ancora i segretari – perché l’esclusione sociale, le persone in povertà, le nuove diseguaglianze sono sempre problemi all’ordine del giorno. La politica si faccia carico di un problema che tocca più o meno tutti e lo faccia assicurando interventi necessari e funzionali per la nostra provincia con i fondi del recovery fund incidendo sulle scelte della Regione. Lo facciano spingendo quotidianamente affinché le infrastrutture necessarie vengano completate». Con il completamento dei 7 km della Siracusa-Gela con l’apertura dello svincolo di Ispica-Pozzallo si è fatto un passo avanti «ma non può certo bastare perché quella è un’opera che attende da decenni il suo totale completamento, così come si attendono passi avanti per la Catania-Ragusa che tocca pure il territorio siracusano. Anche in questo caso i nostri rappresentanti della deputazione regionale e nazionale possono e devono fare di più perché queste strade piangono continuamente vittime e non sono per niente sicure. Così come non si è sicuri sui luoghi di lavoro e il recente e tragico episodio del cantiere di via Genova a Torino ne è stato un altro emblema: non c’è sicurezza, non ci sono sufficienti controlli, c’è troppa superficialità da parte di tutti. E registrare continuamente vittime fa male ma anche e soprattutto rabbia allo stesso tempo».

Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, rinnovando gli auguri a tutti gli operatori dell’informazione, hanno ribadito che le condizioni per tirarsi fuori dalla crisi esistono. «Ognuno si senta parte in causa, ciascuno di noi sia, attraverso la concertazione, vaccino per superare la crisi. Il sindacato unitario, mai come adesso, continua responsabilmente a guardare al futuro. Noi la nostra parte la facciamo sempre e ovunque. Ad altri, ora più che mai, il compito di incidere in maniera attiva ed efficace per uscire definitivamente da una pandemia che non è soltanto questione di salute».

UFFICI STAMPA CGIL CISL UIL