PALERMO. “E’ realistico e fondato chiedere al Governo che nella manovra finanziaria 2012, siano appostate le risorse necessarie per il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti della Regione siciliana. Dipendenti che non possono essere penalizzati due volte: prima dal mancato rinnovo del contratto di lavoro 2008-2009 e oggi dal blocco operato dal ministro Brunetta”. Lo dicono Claudio Barone, segretario della Uil Sicilia e Gianni Borrelli, responsabile Pubblico Impiego della Uil Sicilia. E Barone precisa: “Si deve riorganizzare la macchina regionale e renderla più efficiente ma si può fare solo valorizzando e motivando il personale e non penalizzandolo. Per questo siamo anche assolutamente contrari alla soppressione dell’Aran Sicilia che è l’interlocutore naturale per la contrattazione e la gestione del personale siciliano. E l’ipotesi di contrattare a Roma trattamenti economici e organizzazione del lavoro dei dipendenti della Regione, è assolutamente impraticabile. E Borrelli continua: “Non meno importante è la necessità di dare continuità ai lavoratori, 750 in tutto, della Protezione civile, dell’ex Arra e del Dipartimento Territorio e Ambiente. Si tratta di figure professionali di alto livello, già pagate dalla Regione, senza i quali non si potrebbe operare la tutela del territorio e la gestione delle acque. Per questo la Uil chiede un incontro urgente con l’obiettivo di definire procedure e provvedimenti concreti per tutelare questi lavoratori. Nella Finanziaria 2010 – conclude Borrelli – era stata introdotta una norma che prevedeva la stabilizzazione di questo personale. Quindi chiediamo che, nel rispetto della legge e le legittime aspettative degli altri lavoratori, vengano messi in atto tutti i provvedimenti più opportuni. Questo sindacato si riserva di promuovere iniziative di lotta, compresa la proclamazione dello sciopero, qualora non dovessero esserci risposte adeguate nei prossimi giorni”.
Categoria: Economia
CISL-UIL SICILIA: IN 1.500 A ROMA PER PROTESTA NAZIONALE
PALERMO. Sono più di 1.500 i lavoratori e i pensionati siciliani di Cisl e Uil che in queste ore si stanno recando a Roma dalle nove province dell’Isola. Nella capitale, domani manifesteranno in piazza del Popolo a partire dalle 9,30, per la mobilitazione nazionale decisa dalle due organizzazioni. Al centro della protesta, un pacchetto di proposte indirizzate al governo nazionale, in primo luogo: per una riforma fiscale che riduca il peso della tassazione su lavoratori, pensionati e imprese; per lo sviluppo e il lavoro, in particolare al sud. Per la riduzione dei costi della politica, la legge quadro per i non-autosufficienti. E il rilancio della contrattazione sul fronte pubblico e in quello privato. Temi che anche per l’Isola sono uno snodo strategico, secondo Cisl e Uil siciliane. Che a loro volta chiederanno, domani, “l’apertura di una stagione nuova che abbia al centro misure per la crescita del sud, concrete ed efficaci”. Cisl e Uil siciliane sollecitano, tra l’altro, un “accordo Stato-Regione che liberi rapidamente risorse per investimenti e fiscalità di vantaggio”, con le parole di Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia e Claudio Barone, numero uno regionale Uil. I due sindacalisti domani, a Roma, saranno alla testa dei siciliani che in queste ore stanno raggiungendo la capitale con ogni mezzo: aerei, treni, auto. E anche nave. Lì, in piazza del Popolo, a parlare ai lavoratori di tutt’Italia saranno i due leader nazionali, Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil).
Finanziaria, venerdì sciopero generale di tutti i lavoratori dell´agricoltura
Palermo. Venerdi’ 29 Aprile non sciopereranno in Sicilia solo i forestali, ma tutti i lavoratori dell’agricoltura che terranno una manifestazione a partire dalle 9.30 davanti palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione. Lo rendono noto Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil siciliane che hanno deciso di ampliare il fronte della protesta per i tagli al settore che si preannunciano con la Finanziaria regionale, che prevede anche la cancellazione di alcuni enti come l’Esa e la cessione a privati di pezzi del demanio forestale. “Si tratta di proposte devastanti- scrivono in una nota Salvatore Tripi (Flai), Fabrizio Colonna (Fai) e Gaetano Pensabene (Uila)- che significano disimpegno e rinuncia a scelte strategiche sull’ambiente e sui boschi che possono essere solo sostenute da ruoli pubblici”. I tre sindacalisti rilevano che “questo si aggiunge al mancato rispetto degli accordi del maggio 2009 sul comparto forestale e avviene mentre peraltro e’ in corso il confronto sul riordino del sistema agro- ambientale- forestale e sui nuovi compiti da attribuire agli enti operanti in agricoltura. Se queste scelte dovessero essere confermate- sottolineano- verrebbe dimostrata la piu’ totale incapacita’ di questo governo regionale di dare risposte confacenti alle esigenze del territorio e dell’economia siciliani”. Da qui la scelta di una protesta piu’ ampia che possa indurre il governo a “un ripensamento su scelte- concludono Tripi, Colonna e Pensabene- delle quali non sono stati forse valutati fino in fondo gli effetti destabilizzanti”.
Bilancio, Barone: “Carenza di fondi drammatica. Tagliare i costi della politica sarebbe una soluzione”.
PALERMO. “E’ grande la preoccupazione per una manovra di bilancio da effettuarsi in condizioni di drammatica carenza di fondi”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della UIL Sicilia che aggiunge: “Non è accattabile l’idea di tagliare gli interventi nelle scuole, dalla manutenzione alla formazione, o i fondi da trasferire ai Comuni per l’assistenza agli anziani. Anche se del tutto insufficiente – conclude il leader della UIL – sarebbe già un segnale tagliare invece i costi della politica, recependo ad esempio i tagli ai compensi dei consiglieri comunali, previsti a livello nazionale, ma che in Sicilia si è scelto di non applicare”.
Mercato dell´auto
TORINO Febbraio segna un nuovo crollo per il mercato dell’auto in Italia, -20,49% le nuove immatricolazioni secondo il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, dopo il decremento del -20,7% già registrato a gennaio. Ancora più ampio il calo per Fiat: -27,09% nel mese a quota 45.527 unità, contro le 62.441 di febbraio 2010. A gennaio le vendite del gruppo torinese avevano subito una flessione del 27,76% a quota 47.918 unità. In flessione anche la quota di mercato del Lingotto che si attesta al 28,4%, in calo di 2,6 punti percentuali rispetto al 30,97% dello stesso mese di un anno fa. A gennaio 2011 la quota detenuta da Fiat Group era del 29,15%. Nessuna sorpresa per l’amministratore delegato: i dati relativi a febbraio «sono totalmente in linea con quello che mi aspettavo – ha commentato Sergio Marchionne dal salone dell’auto di Ginevra -. A marzo il confronto sarà con un periodo in cui c’era ancora la scia degli incentivi. Da aprile invece ci confronteremo con un mercato normale». Tuttavia, ha aggiunto l´ad Fiat, nel 2011 il mercato italiano dell’auto «andrà peggio rispetto alla nostra previsione di un calo del 5%», mentre per l’Europa dovrebbe essere confermata la flessione stimata intorno al 3%. Riguardo agli obiettivi di vendita a marchio Fiat, «quest’anno ne venderemo oltre 4 milioni, dovremmo farcela nel 2014 a raggiungere l’obiettivo di 6 milioni» ha detto ancora Marchionne. Quanto ai singoli marchi del Lingotto, a febbraio Fiat ha immatricolato 31.979 unità segnando un calo del 33,94% rispetto alle 48.412 di un anno fa. Calo a a due cifre anche per Lancia, con una quota a febbraio di 7.286 unità, -21,91% rispetto alle 9.330 unità dello stesso mese del 2010. Cresce invece Alfa Romeo che immatricola 6.262 autovetture, +33,26% rispetto alla 4.699 del febbraio 2010. Le quote dei singoli brand registrano Fiat scesa a febbraio al 19,95% rispetto al 24,01% di un anno fa. Di poco variata Lancia, che scende al 4,54%. In crescita invece Alfa Romeo che segna una quota del 3,91% mentre a febbraio di un anno fa si collocava al 2,33%. Tornando al mercato generale delle quattroruote, i dati del ministero segnalano che sempre a febbraio, i trasferimenti di proprietà di auto usate sono stati 408.440 (+11,49%). Tra i costruttori esteri, Ford si conferma il primo per quota di mercato italiano con una fetta del 9,23% seppure con un forte calo delle immatricolazioni del 30,3% a quota 14.798. Al secondo posto Opel con una quota del 7,31%, con un leggero incremento del delle immatricolazioni (11.722). A breve distanza Volkswagen con una quota del 6,99% in leggero aumento, anche se con immatricolazioni in calo del 14,87% a quota 11.202. Balzano le giapponesi, con Mitsubishi che mette a segno un incremento di oltre il 67%, anche se con una presenza esigua (0,43%), e Subaru (+40,86%); Toyota si attesta al 4,39% con immatricolazioni in leggero calo. Il lusso guadagna con Bmw (+3,76%), Audi (+4,55%) mentre Mercedes lascia sul terreno un -2,61% a quota 4.246.