Palermo. “L’idea di svendere l’industria della chimica e di cedere gli stabilimenti a dei perfetti sconosciuti è inaccettabile. Eni si deve fermare ed evitare la cessione di Versalis a un fondo americano che sino ad oggi non ha dato alcuna garanzia. A rischio c’è il futuro della nostra Isola e di migliaia di lavoratori”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che nel giorno della protesta a Gela aggiunge: “Ancora non sono partiti gli investimenti per la Green Refinery, per le prospezioni e le trivellazioni petrolifere. E proprio il referendum sulle trivellazioni, che la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile, non aiuterà a fare ripartire questo settore. Come al solito si usano emergenze ambientali in modo strumentale. A pagarne il prezzo, però, saranno sempre e solo i lavoratori. E’ necessario che il Governo Renzi garantisca subito le risorse per il sostegno al reddito, per evitare una incontrollabile tensione sociale, e lo sblocco degli investimenti per difendere i posti di lavoro”.
Categoria: Industria
Tecnis, Baudo: “Subito chiarezza su futuro di società e lavoratori. Cassa integrazione ultimo strumento da attivare”.
Palermo. “E’ necessario fare subito chiarezza sul futuro della società Tecnis e sulla realizzazione dell’anello ferroviario a Palermo. I lavoratori, una trentina circa, da diversi mesi senza stipendio continuano comunque a lavorare fiduciosi ma allo stesso tempo chiedono garanzie sul futuro occupazionale”. Lo dice Ignazio Baudo, nuovo segretario generale della Feneal di Palermo, dopo l’assemblea stamane in cantiere, che aggiunge. “L’attivazione della cassa integrazione, approvata a Roma, deve essere l’ultimo strumento da attivare. La Feneal Uil intende cercare qualsiasi soluzione alternativa e utile che permetta il prosieguo dell’opera. Per questo abbiamo chiesto subito l’attivazione di un tavolo di confronto”.
Termini, Ficco e Comella: “Ancora garanzie da Blutec ma aspettiamo prima di cantare vittoria”.
Palermo. “C’è sempre l’impegno di avviare il piano di reindustrializzazione di Termini Imerese. La Blutec anche oggi ha promesso, infatti, che il prossimo aprile inizierà il progressivo riassorbimento dei lavoratori. Sempre secondo i programmi aziendali, entro la fine del 2016 dovrebbero essere richiamati in servizio 250 dei 700 lavoratori ex Fiat attualmente in cassa integrazione. Ma prima di cantare vittoria, aspettiamo fatti concreti”. Lo dicono Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore automotive, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo, dopo l’incontro a Roma alla presenza del ministro Guidi. E aggiungono: “Nonostante queste ulteriori rassicurazioni, restano ancora dei problemi da superare. Dal rinnovo della cassa integrazione per il 2016 al completamento della capitalizzazione. Dal versamento dei residui 9 milioni sui 24 totali alla partenza dei corsi di formazione il 14 dicembre sino alla ripetizione della procedura di fusione societaria che coinvolge realtà presenti in Piemonte, Abruzzo e Basilicata e che fino ad ora è stata esperita senza l’osservanza degli obblighi di legge sulla consultazione sindacale”. E Ficco e Comella concludono: “Degli ulteriori progetti di investimento nell’area industriale di Termini Imerese, quali ad esempio Mossi & Ghisolfi o Landi, che sarebbero dovuti servire a dare risposte ai lavoratori delle imprese dell’indotto oramai cessate, purtroppo non vi è più traccia. Ecco perché chiediamo subito un incontro con il Governo regionale”. Palermo. “C’è sempre l’impegno di avviare il piano di reindustrializzazione di Termini Imerese. La Blutec anche oggi ha promesso, infatti, che il prossimo aprile inizierà il progressivo riassorbimento dei lavoratori. Sempre secondo i programmi aziendali, entro la fine del 2016 dovrebbero essere richiamati in servizio 250 dei 700 lavoratori ex Fiat attualmente in cassa integrazione. Ma prima di cantare vittoria, aspettiamo fatti concreti”. Lo dicono Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore automotive, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo, dopo l’incontro a Roma alla presenza del ministro Guidi. E aggiungono: “Nonostante queste ulteriori rassicurazioni, restano ancora dei problemi da superare. Dal rinnovo della cassa integrazione per il 2016 al completamento della capitalizzazione. Dal versamento dei residui 9 milioni sui 24 totali alla partenza dei corsi di formazione il 14 dicembre sino alla ripetizione della procedura di fusione societaria che coinvolge realtà presenti in Piemonte, Abruzzo e Basilicata e che fino ad ora è stata esperita senza l’osservanza degli obblighi di legge sulla consultazione sindacale”. E Ficco e Comella concludono: “Degli ulteriori progetti di investimento nell’area industriale di Termini Imerese, quali ad esempio Mossi & Ghisolfi o Landi, che sarebbero dovuti servire a dare risposte ai lavoratori delle imprese dell’indotto oramai cessate, purtroppo non vi è più traccia. Ecco perché chiediamo subito un incontro con il Governo regionale”.
Termini, Ficco e Comella: “Sul piano di reindustrializzazione non bastano rassicurazioni. Da Bluetc adesso vogliamo fatti concreti”.
“Blutec ha garantito, ancora una volta, l’avvio del piano di reindustrializzazione di Termini Imerese e la procedura di fusione societaria e di trasferimento di azienda, che coinvolge stabilimenti presenti nelle province di Torino, Asti, Chieti e Potenza. Ma queste rassicurazioni non bastano. Attendiamo fatti concreti”. Lo dicono Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo, oggi all’incontro presso il ministero dello Sviluppo economico. E aggiungono: “Entro dicembre Blutec ha intenzione di completare il versamento del capitale sottoscritto, pari a 24 milioni (circa 14 sono già stati versati). Nel frattempo è attesa la sigla definitiva del contratto di sviluppo per Termini, già approvato da Invitalia lo scorso 28 ottobre. L’Azienda ha confermato comunque che nel 2016 inizierà il riassorbimento dei lavoratori, l’avvio della produzione e la preparazione di aree con anche un allestimento di veicoli speciali. La Uilm ha ribadito maggiore chiarezza e rispetto delle procedure di consultazione sindacali imposte dalla legge, poiché ogni stabilimento del Gruppo coinvolto nella procedura di trasferimento di azienda dovrebbe avere certezze sulla propria missione produttiva e sulla sostenibilità finanziaria”. Il prossimo incontro è stato convocato il 3 dicembre. “Al Governo – concludo Ficco e Comella – chiediamo di tenere alta la guardia, almeno sino a quando la produzione nello stabilimento siciliano non sarà effettivamente ripartita e tutti i lavoratori saranno garantiti”.
Cgil, Cisl e Uil: “Subito un intervento per salvare le aziende del porto dal fallimento e mantenere i posti di lavoro”.
Palermo. Hanno sfilato in corteo al centro di Palermo, dalla casa del portuale all’interno del porto per “chiedere certezze sul futuro delle aziende confiscate che operano all’interno dello scalo”. Sono i 300 lavoratori delle due società sotto sequestro “Portitalia” e “Clp G.Tutrone” che svolgono i servizi portuali, scesi in strada stamani per la manifestazione organizzata da Cgil Cisl e Uil di categoria. I sindacati hanno chiesto ed ottenuto un incontro con il vice Prefetto Maria Rosa Trio, alla quale hanno presentato una memoria sui dettagli della vertenza e che si è assunta l’impegno di convocare un incontro con il nuovo Prefetto appena sarà nominato e insediato. Il corteo poi è proseguito verso il Tribunale dove i sindacati attendono l’incontro con il Presidente del Tribunale Misure di Prevenzione per sollecitare “un intervento per salvare le aziende dal fallimento e mantenere i posti di lavoro”. “Ci chiediamo innanzitutto – hanno spiegato in conferenza stampa i segretari regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti Franco Spanò, Amedeo Benigno e Agostino Falanga – dove sono finite le somme, circa 500 mila euro, degli stipendi dei lavoratori sospesi che, secondo quanto promesso dagli amministratori, dovevano essere accantonati e restituiti ai dipendenti appena reintegrati. Più volte inoltre si è discusso di riorganizzazione del lavoro, riteniamo che si possa economizzare evitando di far gravare il peso sui lavoratori, magari eliminando ad esempio l’inutile sede amministrativa di Portitalia al centro di Palermo che potrebbe essere invece ospitata all’interno della casa del portuale. Non conosciamo inoltre – continuano Spanò, Benigno e Falanga – l’esatto costo dei coadiutori dell’amministrazione giudiziaria per le tre società svuotate Csp, Tcp e Newport, invece ci è noto quello di Portitalia e Clp che ammonta a 420 mila euro annui”. Delle 5 aziende sequestrate negli anni passati, la New Port, la Csp, la Clp coop, la Tcp e Portitalia, oggi ne sono rimaste in vita solo due, “Portitalia” e Clp Tutrone e su una delle due aziende già grava la minaccia della liquidazione. Dopo tre anni e mezzo dal sequestro, il dibattimento si avvia alla conclusione, per stabilire se al sequestro dovrà seguire la confisca. “Ci chiediamo il perché del no da parte dell’amministrazione giudiziaria alla cessione di alcuni rami di Newport a Portitalia, che ne avrebbe garantito la sua sopravvivenza, ora messa a rischio”. I tre segretari hanno denunciato poi la riduzione del patrimonio negli ultimi anni: “Siamo molto preoccupati , le società hanno subito la perdita di gran parte del patrimonio che si è svuotato. Dati alla mano infatti, la fatturazione di Newport del 2011 ammontava a quasi 14 milioni di euro, mentre per i primi undici mesi del 2014 sotto amministrazione giudiziaria il ricavo delle prestazioni si è ridotto a circa 8 milioni di euro, quindi ad oggi la perdita ammonta a poco più di 5 milioni di euro. Vogliamo certezze per il mantenimento dei posti di lavoro, l’autorizzazione rilasciata alla Clp dall’Autorità portuale è valida fino al 2021, bisogna garantire la continuità occupazionale”. Al prefetto i sindacati sono tornati a sollecitare un intervento per salvare le aziende minacciate dal fallimento e per mantenere i posti di lavoro. Fra le richieste anche il confronto sui carichi di lavoro da ridiscutere secondo i sindacati; la salvaguardia del patrimonio, costruito negli anni dagli stessi lavoratori, soci delle cooperative, e che “durante la gestione commissariale si è depauperato”; la rapida definizione del procedimento relativo all’ipotesi di confisca o di restituzione da parte del Tribunale di Palermo. “Non più rinviabile è anche il rilancio del porto di Palermo con le sue attività marittime-portuali” aggiungono Spanò, Benigno e Falanga. “A Prefetto e presidente del Tribunale abbiamo chiesto anche di sollecitare la nomina del nuovo amministratore giudiziario con una verifica puntuale dell’attività svolta dalla precedente gestione”. (Angela Di Marzo)
Fincantieri, Comella: “I lavoratori hanno deciso sulla Cig. Andiamo avanti ma adesso l’Azienda punti al rilancio”.
Palermo. “I lavoratori hanno deciso e, attraverso il referendum, ci autorizzano adesso a definire l’accordo con Fincantieri sulla cassa integrazione ordinaria prevista a partire dal prossimo 9 novembre”. Lo dice Enzo Comella della Uilm Palermo, che aggiunge: “Abbiamo sempre chiesto il ritiro della procedura attuale ma l’Azienda non si è resa disponibile, anzi ci ha comunicato che in caso di mancato accordo procederà in maniera unilaterale. Per questo la Uilm assieme alla Fim ha definito i contorni di un nuovo probabile accordo, che i lavoratori hanno accettato con il referendum”. Dati alla mano ha votato 58% degli aventi diritto ed il quorum è stato raggiunto con il 65%. “I lavoratori hanno dimostrato per l’ennesima volta di volersi fare carico della crisi che Fincantieri sta attraversando e di tenere al proprio posto – continua Comella -. Per questo, adesso, chiediamo all’Azienda di andare avanti nella gestione dello stabilimento e di puntare al rilancio”.
Fincantieri, Comella: “Trattativa sulla Cig verso l’accordo. Ma l’ultima parola spetta ai lavoratori“.
Palermo. “La trattativa per la cassa integrazione dei circa 500 lavoratori di Fincantieri a Palermo si avvia a conclusione. Questa settimana le organizzazioni sindacali e l’Azienda si incontreranno, infatti, per definire gli accordi”. Lo dice Enzo Comella della Uilm Sicilia, che aggiunge: “Abbiamo sempre chiesto il ritiro della procedura attuale ma l’Azienda non si è resa disponibile, anzi ci ha comunicato che in caso di mancato accordo procederà in maniera unilaterale. La Uilm assieme alla Fim ha definito, quindi, i contorni di un nuovo probabile accordo, che spiegherermo ai lavoratori in assemblea domani, martedì 3 novembre. Mentre mercoledì, 4 novembre, si svolgerà il referendum. L’ultima parola spetta ai lavoratori”.
Blutec, Comella: “Tutto fermo e niente cassa integrazione per 700 lavoratori
Palermo. “E’ ancora fermo il progetto industriale di Blutec di Termini Imerese. Dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico sullo stato di avanzamento e monitoraggio del progetto industriale non abbiamo ricevuto più notizie e i 700 lavoratori ex Fiat questo mese non percepiranno nemmeno i soldi”. Lo dice il segretario della Uilm Palermo, Enzo Comella che aggiunge: “A Roma era stato autorizzato il decreto per l’utilizzo della cassa integrazione per ristrutturazione aziendale. E Blutec aveva assicurato, in caso di ritardo, l’anticipo del pagamento. Oggi però questi soldi non sono arrivati. E non sappiamo quello che succederà. Per questo chiediamo ai vertici dell’azienda di onorare gli impegni presi con i lavoratori siciliani e al Governo Renzi di sbloccare il decreto. Altrimenti ci dicano la verità sulla reindustrializzazione del sito ex Fiat”
Fincantieri, Comella: “Partita trattativa su cassa integrazione. I lavoratori non siano penalizzati”.
Palermo. “E’ partita la trattativa tra sindacati e Fincantieri sulla cassa integrazione che riguarda 160 lavoratori al massimo, con un media di 105 unità”. Lo annuncia il segretario della Uilm Palermo, Enzo Comella che aggiunge: “Riteniamo inopportuno il ricorso alla Cigo, in un momento in cui Fincantieri ha dichiarato importanti carichi di lavoro. Malgrado il nostro dissenso abbiamo comunque chiesto una soluzione che non penalizzi del tutto il salario dei lavoratori”. La prossima settimana è previsto un altro incontro.
L’appello di Barone al ministro Delrio: “La Sicilia ha un disperato bisogno di infrastrutture e trasporti. A rischio anche il futuro di migliaia di lavoratori.
Palermo. “La Sicilia ha un disperato bisogno di interventi per migliorare infrastrutture e trasporti. A crollare, infatti, non sono solo le autostrade ma tutto il sistema statale. Il trasporto via mare è nel caos mentre la rete ferroviaria, già insufficiente, non è grado di supplire al deficit degli altri vettori. Occorrono, quindi, progetti concreti e immediati non solo per fronteggiare le emergenze ma anche per programmare un vero sistema dei trasporti che non tagli la nostra Isola dal resto del Paese, vanificando anche i trend positivi come quello registrato quest’anno dal turismo”. E’ questo l’appello che il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, lancia al ministro Delrio oggi a Palermo. “La riconversione dello stabilimento Ansaldo Breda, in centro di manutenzione e riparazione dei treni – continua il leder della Uil Sicilia -, è un primo passo nella direzione giusta. Non solo perché salva centinaia di posti di lavoro ma perché fornisce un servizio indispensabile per recuperare buona qualità nei trasporti. L’accordo sindacale siglato negli ultimi giorni dimostra, inoltre, che da un confronto di merito si riescono a trovare soluzioni non assistenziali ma produttive”. E il segretario Barone conclude: “La politica non deve però dimenticare altri interventi importanti per la nostra Isola, come lo sblocco della costruzione del grande bacino galleggiante per il Cantiere navale e verificare lo stato dell’arte per l’auto elettrica a Termini Imerese. Dobbiamo pensare ai lavoratori che rischiano di non avere nemmeno più il sostegno al reddito ma soprattutto alla necessità di difendere quel poco che resta del tessuto industriale siciliano”.
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