Palermo. “Con il massimo rispetto per numerosi sindaci siciliani, sinceramente preoccupati per il futuro delle ex Province, ci sono iniziative che appaiono solo strumentali alla campagna elettorale. Il sindacato non può delegare ad altri la tutela dei lavoratori, per questo chiediamo una urgente convocazione al governo regionale, in particolare all’assessore Armao”. La richiesta arriva da Claudio Barone ed Enzo Tango della Uil e Uil Fpl Sicilia. “Governo nazionale e regionale devono dare garanzie sulle risorse da destinare agli stipendi dei dipendenti, su come superare lo strangolamento causato dal prelievo forzoso solo a danno della nostra regione e su come ritornare a garantire servizi essenziali ai cittadini. La Uil non è interessata ai poltronifici elettorali che si vorrebbero ripristinare. La situazione oggi è drammatica ed è sotto gli occhi di tutti – continuano le organizzazioni sindacali -. Le strade sono dissestate e senza manutenzione, le scuole pericolanti e i servizi sociali carenti. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, per questo è necessario un confronto immediato. Servono risposte concrete, basta a trattative nebulose e contraddittorie”.
Categoria: Politica
Ex Province, Cgil Cisl e Uil chiedono ad Armao di essere convocate
“A Roma, domani, si giungerà finalmente a un accordo tra governo nazionale e governo regionale sul tema delle ex Province siciliane. Chiediamo, quindi, all’assessore Armao di essere convocati al più presto, per conoscere i termini dell’accordo che sarà sottoscritto. Risposte che aspettiamo con urgenza, considerato l’impegno che i sindacati hanno messo, dal primo giorno, a sostegno di questi enti territoriali abbandonati troppo a lungo in un limbo, in cui i servizi sono stati mantenuti ma sono state cancellate le risorse finanziarie per garantirli”. La richiesta arriva da Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo della Cgil e Fp Cgil Sicilia, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl e Cisl Fp Sicilia, Claudio Barone ed Enzo Tango della Uil e Uil Fpl Sicilia. “Abbiamo seguito il dibattito politico di questi ultimi giorni, ma qui non si tratta di tornare al passato – proseguono i sindacalisti – ma di assegnare alle Province tutte quelle funzioni che non possono essere svolte né dai Comuni né dalle Regioni. Ci auguriamo che l’accordo restituisca certezza delle funzioni e risorse adeguate per garantire personale e servizi. L’incertezza in cui sono stati abbandonati i territori ha avuto pesanti ricadute sui cittadini e non è più tollerabile”.
Ex Province, Barone e Tango: “Su ex Province e lavoratori ancora nessuna risposta. Subito risposte da Istituzioni e politica”.
Palermo. “Ancora oggi non sono arrivate risposte sulle risorse necessarie a garantire lavoratori e servizi essenziali in carico alle ex Province siciliane. Diventa improrogabile, quindi, la convocazione di un nuovo tavolo di confronto per capire qual è la direzione che si sta seguendo e quali sono, a distanza di settimane, le risposte che le Istituzioni e la politica, nazionale e regionale, intendono dare al nostro appello”. Questo il grido d’allarme della Uil Sicilia, guidata da Claudio Barone, e della Uil Fpl di Enzo Tango, che aggiungono: “La Regione ha stanziato una parte delle risorse ma è certo che sono insufficienti. E ancora oggi non sappiamo se si arriverà al superamento del prelievo forzoso che sta già strangolando questi enti. Così non partirà alcun rilancio. Questi enti non possono essere visti solo come un poltronificio buono per le cordate politiche, al quale la Uil non è interessata. Bisogna invece tenere presente, al di là della governance, che le ex Province svolgono funzioni fondamentali come quelle relative alla viabilità, alla manutenzione scuole e all’assistenza degli invalidi, ed è su tutto questo che chiediamo di focalizzare l’attenzione. La Uil – concludono Barone e Tango – è pronta alla mobilitazione se non arriveranno proposte che mirino a restituire dignità ai lavoratori e alle ex Province”.
Appalti: Cgil, Cisl e Uil chiedono ritiro della norma del collegato alla Finanziaria regionale
Palermo. “E’ perlomeno dubbio che la Regione siciliana abbia competenza legislativa sugli appalti, che vengono regolati da una normativa nazionale ancora in discussione. Iscrivere anche questo settore alle specialità regionali può creare forti svantaggi dal punto di vista della trasparenza amministrativa e di fatto creare contenziosi e complicazioni al già collassato sistema degli appalti regionali.”.
Così in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil siciliane, Michele Pagliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone che chiedono che giudicano la modifica alla legge regionale sugli appalti proposta con l’articolo 5 del Collegato alla Finanziaria, venga ritirata. La norma in questione, rilevano i tre esponenti sindacati, “propone l’innalzamento della soglia del massimo ribasso per le aggiudicazioni a 5,5 milioni. Va sottolineato- aggiungono- che entro questa soglia sono in Sicilia il 90% degli appalti. Inoltre, viene modificato l’articolo 97 del codice nazionale che disciplina le offerte ‘ anormalmente’ più basse tornando alla vecchia prassi della ‘media mediana’, sulla quale è facile modulare le offerte”.
Per Pagliaro, Cappuccio e Barone “si tratta quindi di scelte sbagliate che configurerebbero un ritorno al passato, che non servirebbe ad accelerare le opere ma solo a peggiorare la qualità di queste, a diminuire la soglia dei diritti dei lavoratori, non contrastando adeguatamente le infiltrazioni mafiose ”. L’articolo 97, prevedendo il sorteggio tra cinque criteri individuati, “pone invece paletti più netti”. Il ribaltamento di fatto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per Cgil Cisl e Uil “finirebbe per riguardare quindi in Sicilia la stragrande maggioranza degli appalti producendo un pericoloso ritorno indietro sul fronte della legalità economica e del lavoro, a partire dalla questione della sicurezza, della qualità di ciò che viene realizzato. Se si vogliono accelerare i cantieri- sottolineano Pagliaro, Cappuccio e Barone- si pensi a velocizzare i tempi della burocrazia e della progettazione esecutiva, il problema non sono gli affidamenti ,che devono potere avvenire nel massimo della trasparenza, della garanzia del rispetto costi benefici quindi della qualità delle opere e assicurando la qualità del lavoro e i diritti dei lavoratori”. (dac)
Asu, Borrelli: “Dopo 20 ancora precari, con reddito di cittadinanza si guadagna di più”.
Palermo. “Dopo vent’anni di servizio chiedono la stabilizzazione. Sono i lavoratori Asu, 5.300 in tutta la Sicilia. Con un contratto part time percepiscono un sussidio di 570 euro, 200 euro in meno rispetto al reddito di cittadinanza proposto dal governo nazionale. Una beffa per questi lavoratori che ogni giorno svolgono servizi essenziali. A peggiorare la situazione anche ritardi nel pagamento degli stipendi. Manca, infatti, la piattaforma informatica necessaria per snellire l’iter e promessa tempo fa”. Lo afferma Danilo Borrelli, segretario generale della UilTemp Sicilia, presente oggi all’incontro al dipartimento del Lavoro (nella foto), che aggiunge: “Ci ha colpito l’assenza della politica. Questi precari sono stanchi di essere presi in giro. Pertanto in assenza di risposte siamo pronti a qualunque forma di protesta”.
Reddito di cittadinanza, Raimondi: “Opportunità senza precedenti, la Regione non la sprechi”.
Palermo. “Il reddito di cittadinanza rappresenta un aiuto certo per i siciliani senza occupazione e senza ammortizzatore sociale. Alla nostra Regione, assente ingiustificata negli ultimi anni nella promozione di un progetto sui servizi per il lavoro, è offerta adesso un’opportunità senza precedenti. Per gestire al meglio queste risorse è necessario, però, realizzare un sistema permanente e ampiamente diffuso nel territorio per raggiungere le famiglie più bisognose e a rischio di marginalità sociale mettendo insieme politiche attive e di inclusione sociale”. Così Giuseppe Raimondi della segreteria della Uil Sicilia, che aggiunge: “Abbiamo già presentato al Governo Musumeci una proposta di ricollocazione dei lavoratori degli ex sportelli multifunzionali, esperti di politiche attive del lavoro. Oggi più che mai il loro reinserimento è fondamentale. Resta comunque la necessità di fare subito ordine sulle procedure da seguire. Questo sindacato è pronto a offrire il proprio contributo in tutte le sedi”.
Immagine di autore incerto disponibile su Internet-Policy
Regione, Barone: “Manovra correttiva non basta. Risposte insufficienti”.
Palermo. “Non è accettabile che nella manovra correttiva non siano previsti fondi sufficienti a garantire gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e per i Comuni in disseto finanziario”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Le scelte del governo Musumeci sino ad oggi sono state inadeguate. Si rischia di andare, comunque, in esercizio provvisorio e non si capisce se e quando il governo regionale potrà adottare un provvedimento legislativo per dare risposte a tutte le emergenze. Un quadro desolante – conclude il leader della Uil Sicilia – di un governo che a malapena sopravvive e che continua a girare a vuoto”.
Sindacati al Governo regionale: “Ecco di cosa vogliamo discutere”.
La Regione e l’assetto dei suoi conti, con riferimento alle iniziative per modificare gli accordi finanziari con lo Stato del giugno 2016; e alla luce del giudizio di parifica della Corte dei Conti per l’esercizio 2017. La problematica situazione in cui versano gli enti di Area Vasta, “che rischiano concretamente il dissesto”. E la delicatissima vicenda di Riscossione Sicilia e del suo ancora incerto futuro. Sono i temi che Cgil Cisl e Uil regionali intendono porre al centro del confronto col governo della Regione, e per i quali è stata inviata al vicepresidente e assessore all’Economia Gaetano Armao, una richiesta di incontro “urgente” firmata dai segretari generali Michele Pagliaro (Cgil), Mimmo Milazzo (Cisl) e Claudio Barone (Uil). La lettera ad Armao segue di qualche giorno quella indirizzata al presidente della Regione. A Nello Musumeci i confederali, “lamentando la frammentarietà ed episodicità” dei rapporti col Governo, chiedevano d’essere convocati per concordare una strategia condivisa “idonea ad affrontare le situazioni emergenziali e i problemi strutturali” della Sicilia. (ug)
Regione siciliana, Crimi: “Mobilità del personale ancora oggi priva di logica organizzativa“.
Palermo. “La mobilità del personale della Regione siciliana risulta essere priva di una logica organizzativa e non migliora i servizi ai cittadini. Stigmatizziamo, quindi, le scelte operate sino ad oggi dal governo regionale che, senza una reale organizzazione di tutta la macchina amministrativa, continua a spostare dipendenti da un ufficio all’altro senza valutarne prima ruoli e competenze”. Dirà questo il segretario regionale della Uil Fpl Sicilia, Luca Crimi, all’incontro di oggi con l’assessore Grasso, che prosegue: “Adesso serve migliorare l’aspetto organizzativo dei servizi, rafforzare le reti territoriali e riqualificare il personale. Chiediamo un confronto con il governo per trovare soluzioni condivise”.
Regione, Barone: “Raccogliamo appello di Musumeci. Su dirigenti sindacali e 104 ecco le nostre proposte”.
Palermo. “La Uil Sicilia raccoglie l’appello del presidente Musumeci a riorganizzare la macchina burocratica della Regione, invitandolo subito ad applicare in Sicilia le norme già in vigore nel resto del Paese. Ancora oggi, infatti, nella nostra isola la nomina dei rappresentanti sindacali alla Regione è arbitraria, cioè avviene senza alcuna elezione. La trasparenza, però, è possibile solo attraverso il voto”. Lo sostiene lo stesso segretario generale, Claudio Barone, che aggiunge: “In questo modo, tra l’altro, si impedirebbero rappresentanti sindacali di comodo, scelti non per tutelare gli interessi dei lavoratori ma per fare clientelismo, blindati da trasferimenti”. E il leader della Uil Sicilia aggiunge: “Lo sosteniamo da anni, serve riorganizzare il personale della pubblica amministrazione. Come si è visto gli interpelli non servono ma altrettanto inefficaci si sono rivelate le norme decisioniste, che avrebbero dovuto consentire lo spostamento del personale senza rendere conto a nessuno. L’unico modo che funziona per individuare i fabbisogni, le professionalità e percorsi di qualificazione è il confronto con le organizzazioni sindacali. Infine, ricordiamo – conclude Barone – che il sindacato non è presente nelle commissioni che attribuiscono il diritto alla 104. Chiediamo, quindi, un confronto per stabilire regole trasparenti che possano impedire gli abusi e tutelare i diritti di chi ne ha veramente bisogno”.