Indietro

Beni culturali, Borrelli: “Le guide turistiche nei musei? La solita soluzione raffazzonata“.

Palermo. “Le guide turistiche non possono occuparsi di vigilanza e fruizione dei musei in Sicilia. Lo vietano le norme nazionali che regolano la gestione dei beni culturali. Sono le solite uscite raffazzonate che non risolvono i problemi ma creano solo polveroni. I musei devono essere aperti sempre, anche a Natale e Capodanno. E per farlo basterebbe, come questo sindacato sostiene da anni, utilizzare i custodi che già sono in servizio. Vanno modificate, però, le norme che servono ad imboscare gli amici causando la chiusura dei siti a danno di turisti e visitatori. E utilizzare anche il personale Asu, pagato per non fare nulla e i 200 lavoratori della Sas sino ad oggi in part time”. Lo dice Gianni Borrelli, della segreteria regionale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Le nostre proposte sono sempre le stesse: turnazione a due unità anziché tre e l’abolizione dei turni notturni dove sono presenti gli impianti di video sorveglianza, spesso disattivati senza motivo. Riorganizzando il personale e contrattando le regole senza caos e favoritismi, i musei potrebbero restare sempre aperti, anche nei fine settimana e nei festivi. Il turismo – conclude Borrelli – è una carta fondamentale per qualificare e rilanciare sviluppo e buona occupazione. Non possiamo accettare che venga compromesso per il permanere di vecchie logiche, comportamenti dilettanteschi o peggio clientelari”.

Immagine: di autore incerto disponibile su internet-Policy

  Indietro

Busta con proiettili, massima solidarietà all’assessore Miccichè

Palermo. La Uil Sicilia, guidata da Claudio Barone, esprime “massima solidarietà all’assessore regionale Miccichè, vittima di un vergognoso e incivile gesto di intimidazione. Questo sindacato continuerà ad essere vicino a tutti coloro che ogni giorno si schierano in difesa della legalità”.

Immagine: di autore incerto disponibile su internet-Policy

  Indietro

Renzi in Sicilia, Barone e Comella: “Non ci interessa la campagna elettorale. Chiediamo al Premier risposte concrete su emergenze siciliane”.

Palermo. “Servono norme e deroghe che permettano la stabilizzazione dei precari siciliani e leggi per applicare, anche nell’Isola, la rottamazione delle cartelle esattoriali, gestita da Riscossione Sicilia. E ancora, bisogna sbloccare le assunzioni nella sanità a partire dalle aree di emergenza e pronto soccorso”. Questo chiede, subito, Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, al premier Renzi in arrivo nell’Isola, che aggiunge: “Il governo nazionale non deve dimenticare anche le infrastrutture che cadono a pezzi. Servono risorse e interventi di manutenzione per non essere tagliati fuori dal resto del Paese. La campagna elettorale e’ partita, lo abbiamo capito. Ma non staremo ad ascoltare i soliti spot, questa volta ci aspettiamo risposte concrete”. E ad intervenire è anche il segretario della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella: ” Chiediamo al presidente Renzi, insieme a Fincantieri, di dotare il cantiere navale di Palermo, uno degli ultimi presidi metalmeccanici, di infrastrutture che possano consentire sviluppo e buona occupazione”.

  Indietro

Regione, Crimi: “Non servono nuovi dirigenti. Bastano corsi di formazione, non concorsi di dubbia valenza”.

Palermo. “Non servono nuovi dirigenti alla Regione siciliana, che ne conta già circa 1.600. Il concorso non è utile e non rappresenta la giusta soluzione per migliorare e snellire la macchina amministrativa. Basterebbe solo avviare corsi e concorsi, certificati dal Formez o dalla Pubblica amministrazione, per il personale già presente”. Lo sostiene Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl Sicilia, contestando così la norma inserita in Finanziaria dall’assessore Baccei, che riapre i concorsi per la dirigenza. E Crimi precisa: “Non tutti avranno la possibilità di partecipare alle selezioni che prevedono in un primo bando particolari requisiti. Se un concorso si deve fare è giusto che sia data subito a tutti la possibilità di partecipare ed essere selezionati per meriti così come prevede la riforma Madia. Diciamo basta ad azioni di dubbia valenza, il governo regionale dovrebbe riorganizzare davvero il comparto garantendo formazione e diritto di carriera ai propri dipendenti. La modifica, oppure l’abolizione, della Legge 10, in vigore dal 2000, per rimuovere gli ostacoli che sino ad oggi hanno impedito il diritto di carriera ai dipendenti, sarebbe un primo passo verso il cambiamento”. 

  Indietro

Sviluppo Italia, Uil Sicilia: “Subito confronto per dare garanzie a questi lavoratori”.

Palermo. Da 15 mesi non percepiscono lo stipendio e adesso sono partite le procedure di licenziamento per i 75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia. E’ scattato, quindi, il conto alla rovescia entro il quale è necessario trovare una soluzione concreta per salvare queste famiglie e non limitarsi ad annunci e promesse contraddittorie. I lavoratori di Sviluppo Italia devono passare alle Partecipate regionali. Per la Uil Sicilia serve, quindi, un “confronto immediato. Sono figure che porterebbero commesse e professionalità agli enti, valorizzandoli, e nulla toglierebbero agli altri lavoratori”.

Immagine di autore incerto disponibile su internet- Policy

  Indietro

Edilizia, sindacati in piazza: “Governo Crocetta rilanci settore creando buona occupazione e infrastrutture.

Palermo. Armati di pale e carriole circa 300 edili siciliani hanno protestato stamane a Palermo per chiedere al Governo Crocetta, sino ad oggi sordo e assente, di rilanciare il settore creando in Sicilia buona occupazione e infrastrutture. Insieme ai lavoratori hanno sfilato Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil: “Dal 2008 a oggi, nell’Isola, sono andati persi 90mila posti di lavoro, seimila imprese hanno chiuso i battenti e il 36% dei lavoratori, ovvero 31mila, risulta essere in nero. La politica non ha raccolto il grido di allarme dei lavoratori e noi continuiamo a far sentire la nostra voce, partendo da uno dei settori, quello dell’edilizia, che è fra i più colpiti dalla crisi. Far ripartire il comparto è uno dei presupposti per rilanciare l’economia”. E i sindacalisti Santino Barbera (Fillea Cgil), Franco Tarantino (Filca Cisl) e Francesco De Martino (Feneal Uil) concludono: “Occorre spendere subito le risorse per le opere pubbliche, avviare i cantieri ma soprattutto dire basta a clientele e spartizioni”.

  Indietro

Enti locali, Crimi: “Adesso i presupposti ci sono tutti. Ars legiferi e stabilizzi precari siciliani”.

Palermo. “Stabilizzare i precari nella pubblica amministrazione è di fatto vietato dalla normativa in vigore. Frutto di una politica sbagliata e assente. La corte europea ha, però, stabilito che l’utilizzo continuo e prolungato di questi lavoratori è contrario alla Direttiva Ue, che stabilisce regole precise per impedire l’abuso nell’utilizzo dei contratti a tempo determinato”. Lo dice Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl, che precisa: “È necessario, quindi, assumere tutti coloro che abbiano superato i 36 mesi di servizio. E oggi, più che mai, pesano la decisione del Quirinale, che con un decreto ha disposto l’avvio del processo di stabilizzazione del gruppo di precari, e la sentenza del Cga di Palermo, secondo cui si tratta di contratti da trasformare e non di nuove assunzioni. Chiediamo, quindi, all’Ars di non perdere più tempo, di applicare l’articolo 14 dello Statuto e di legiferare per garantire gli stessi diritti ai lavoratori siciliani. I presupposti ci sono tutti”.

  Indietro

Lavoro, ultimatum di Cgil, Cisl e Uil siciliane: “Svolta o sciopero generale”

Palermo. I sindacati siciliani tornano alla carica contro il Governo Crocetta e annunciano che “se continuerà a non dare risposte al mondo del lavoro, sarà sciopero generale”. Lo hanno detto Michele Pagliaro segretario generale della Cgil Sicilia, Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl Sicilia, e Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, durante la conferenza stampa di oggi, lanciando un appello a tutti coloro che vogliono il cambiamento vero sul prosieguo delle due grandi mobilitazioni siciliane del 31 ottobre 2015 e dello scorso 7 maggio. Sul piede di guerra già i metalmeccanici e i precari degli Enti locali che scenderanno in piazza il 15 giugno. Poi sarà la volta degli edili, il 24 giugno. “La Regione siciliana aspetta ancora i 570 milioni dallo Stato, senza i quali rischia di fatto la bancarotta. E’ giunto il momento di risolvere una questione che rischia di essere utilizzata come alibi. Le conseguenze di questo stallo le stanno pagando i lavoratori, soprattutto dipendenti e precari degli Enti locali. Per questo motivo e per ottenere finalmente risposte vere e non solo vaghe promesse, partiranno forme di lotta durissima. La politica siciliana – hanno spiegato Pagliaro, Milazzo e Barone – deve smetterla di occuparsi solo di giochini politici in vista della prossima campagna elettorale. Così, prendendo atto che la giunta regionale è ormai liquefatta e continua a sottovalutare il grave disagio sociale, abbiamo chiesto ai singoli assessori di incontrare le organizzazioni sindacali per affrontare le vertenze di loro competenza. Senza risposte proclameremo lo sciopero generale”. I leader sindacali hanno spiegato: “Troppa gente ha perso il posto di lavoro, centomila solo nell’edilizia, troppi continuano a vivere in una condizione di inaccettabile precarietà: da quelli della sanità con i concorsi sempre annunciati ma mai partiti, ai lavoratori delle ex Province. I sindacati hanno ricordato i drammatici numeri della crisi: 368mila sono i disoccupati. Il tasso di disoccupazione è del 21,4%, il doppio di quello nazionale, e del 55,9% è quello che riguarda i giovani. “Per la vertenza Almaviva – hanno aggiunto i leader sindacali – si è messa una pezza ma servono ancora garanzie per uno dei settori più importanti della nostra regione. Procede, invece, a rilento il rilancio degli stabilimenti ex Fiat (sono 40 gli operai tornati al lavoro) e del petrolchimico di Gela mentre la dismissione di Versalis rischia di uccidere il settore della chimica. Non decollano le riforme: quella della formazione professionale e, per mancanza di decreti attuativi, anche quella per la Centrale unica degli acquisti che consentirebbe, su 4,5 miliardi di spesa regionale per beni e servizi sanità compresa, risparmi rilevanti: se anche solo fossero del 10%, nelle casse della Regione resterebbero ben 450 milioni. Dati alla mano anche i settori con grandi potenzialità, come il turismo, soffrono per mancanza di infrastrutture e per scarsa fruibilità dei beni culturali e monumentali. “Non si spendono i fondi Ue mentre c’è bisogno di rimettere in sicurezza il territorio, la rete stradale e le condutture idriche” – hanno detto Pagliaro, Milazzo e Barone -. Non possiamo lasciare le risorse disponibili, a partire dai fondi Ue, in ostaggio di un ceto politico incapace o peggio interessato solo a fare affari mentre i siciliani sono costretti a vivere in povertà o a emigrare. Non si può perdere tempo. Se il Governo Crocetta e l’Ars non lo capiscono bisognerà alzare il livello della mobilitazione. Siamo pronti allo sciopero generale”.

Immagione: di autore incerto disponibile sui internet- Policy

  Indietro

Corteo 7 maggio, Barone e Borrelli: “Politica inconcludente, riempiamo Palermo per dire basta a poltrone e privilegi”.

Palermo. “Sino ad oggi i politici siciliani hanno solo dimostrato di tenere alle poltrone e ai privilegi, infischiandosene delle emergenze che oramai attanagliano tutti i settori e i lavoratori. Per questo vogliamo dare un segnale forte, riempiendo la piazza di Palermo il prossimo 7 maggio. E’ tempo di cambiare”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che oggi insieme a Gianni Borrelli ha partecipato all’attivo unitario con Cgil e Cisl. “La percezione di tutti è che la nostra Isola sta affondando. La gente ha paura e sfiducia ma noi siamo pronti a cambiare mettendoci faccia e idee. Abbiamo ancora dieci giorni per dare voce al malessere e alla disperazione delle famiglie che poi rappresenteremo in piazza. Vogliamo dare un segnale forte. Chi vorrà candidarsi alle prossime elezioni qualche problema dovrà cominciare a porselo, perché continuare con una legislatura inconcludente non è più accettabile”.

  Indietro

Ex Province, Crimi: “Preoccupante il quadro della Corte dei Conti. Adesso Governo Crocetta ci ascolti.

Palermo. “È preoccupante il quadro dipinto dalla Corte dei Conti sulla situazione delle ex Province siciliane. Come sostiene da tempo anche questo sindacato, mancano le risorse per garantire il personale. I residui attivi di bilancio, infatti, sono serviti solo come tampone. Le casse oggi sono vuote e il futuro dei lavoratori ancora incerto. Ricordiamo, inoltre, che il Governo Renzi deve ancora togliere le riserve sulla legge appena approvata all’Ars”. Lo dice Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl Sicilia, che aggiunge: “Nelle altre regioni è stato avviato il processo di mobilità del personale verso altri enti ma nell’Isola è impossibile. Il ritardo, infatti, nell’approvazione della legge di riforma del settore ha bloccato tutto. E gli enti locali siciliani devono prima tutelare i loro storici precari. La politica – conclude Crimi – pensa solo alle poltrone senza realmente affrontare le problematiche e cercare soluzioni. Per questo chiediamo al Governo Crocetta un confronto vero sul futuro di questi lavoratori che, come denuncia anche la Corte dei Conti, vivono in una condizione di assoluta incertezza”.