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Decreto flussi 2025

“La presenza dei Patronati in Sicilia è ormai radicata nel tessuto sociale ed economico tanto da rendere queste strutture una presenza capillare e vicina alle esigenze dei cittadini a cui vengono garantiti ogni giorno servizi e assistenza. Ecco perché, non autorizzare più il servizio di regolarizzazione degli immigrati è una decisione che riteniamo ingiustificabile”. Lo affermano Luisella Lionti ed Enzo Domina, segretaria della Uil Sicilia e direttore Ital Sicilia. Lionti e Domina precisano: “La scelta di escludere gli istituti di Patronato da questo servizio, così come previsto dal protocollo firmato nel 2007 con il ministero dell’Interno – interromperebbe l’attività di assistenza gratuita garantita negli ultimi 16 anni applicando correttamente le disposizioni contenute in ogni decreto flussi. E questo mira a ostacolare l’ingresso di immigrati regolari in Italia, come ha ribadito lo stesso presidente dell’Ital, Giuliano Zignani, ma anche il lavoro di coloro che offrono gratuitamente il servizio privilegiando, invece, l’attività privata. Mentre il fabbisogno di manodopera straniera da parte delle imprese si fa incessante il governo pensa a colpire i patronati, che in tutti questi anni si sono mostrati alleati affidabili della pubblica amministrazione. L’Ital continuerà a fornire assistenza ai singoli datori di lavoro garantendo loro una consulenza professionale e gratuita”.

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Aiuti alle famiglie indigenti, Lionti: “Risorse insufficienti”

Palermo. “Le risorse annunciate dal presidente Renato Schifani per contrastare la povertà in Sicilia sono sicuramente insufficienti. Non basta il “reddito di povertà”, le famiglie senza sussidio aumentano ogni giorno di più e occorrono, quindi, aiuti e interventi più significativi. Solo così sarà possibile riportare questi nuclei familiari in una condizione di vita dignitosa.  Mancano politiche di sviluppo e la Uil è sempre pronta al confronto, è necessario trovare soluzioni e dare risposte concrete a questi soggetti più fragili”. Lo afferma Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia.

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Incidente sul lavoro nel Palermitano

Palermo. “E’ una strage silenziosa che in Sicilia continua e che è diventata inaccettabile. Le persone non possono perdere la vita sul posto di lavoro, come l’operaio travolto stamane da un traliccio nel Palermitano. E mentre piangiamo questa nuova vittima, ci stringiamo ai suoi familiari a cui assicuriamo sostegno sindacale e legale”. Lo afferma Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia, che aggiunge: “Siamo stanchi di sentire le promesse della politica. Adesso servono fatti non parole. In attesa che la magistratura faccia luce sulle cause di questo incidente, ribadiamo la necessità di interventi immediati sul sistema delle gare al massimo ribasso e dei subappalti a cascata, così come già proposto dal nostro segretario generale, Pierpaolo Bombardieri. Si devono trovare soluzioni e strumenti efficaci per fermare le morti sul lavoro, anzi omicidi. Questo sindacato – conclude la Lionti – continuerà a pressare su chi governa per una normativa più aspra, per una maggiore formazione, prevenzione e controlli più frequenti”.  

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Autonomia differenziata, raccolte 152mila firme

Sono 152 mila le firme raccolte in Sicilia per chiedere il referendum per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata. Più di 50 mila persone hanno sottoscritto on line il quesito referendario, 100 mila su carta. Ne dà notizia il comitato promotore regionale composto da Cgil, Uil, Verdi, Acli, Wwf, Demos, Anpi, Pd, Psi, Legambiente, Italia Viva, + Europa, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione comunista, Comunità Sant’Egidio, Sud chiama Nord, associazione Sinistra futura Sicilia, Udu, Federconsumatori, Auser, Sunia, associazione De Gasperi, Tavolo No AD. Lunedì gli scatoloni contenenti le schede partiranno per Roma, per essere consegnate al comitato promotore nazionale che a sua volta, le consegnerà il 27 settembre, assieme a quelle raccolte in tutto il Paese, alla Corte di Cassazione”. Il comitato promotore regionale, in una nota, esprime “grande soddisfazione” per quello che viene ritenuto “ un risultato eccezionale”. “Per ottenerlo – dice la nota – tutti i soggetti coinvolti hanno espresso il massimo dell’impegno, anche nei momenti più difficili, come in estate: sindacati, associazioni, partiti, il mondo religioso. C’è stato un lungo lavoro- aggiunge il comitato- che ha impegnato centinaia di volontari e la risposta dei siciliani non si è fatta attendere”. “Questo risultato – si legge – dimostra che in Sicilia è chiara ormai e diffusa la consapevolezza dei danni che produrrà l’autonomia differenziata al Mezzogiorno e alla Sicilia, precludendone le possibilità di sviluppo, ma anche all’intero Paese. Adesso – conclude il comitato – la battaglia continua: quella per il raggiungimento del quorum e la vittoria del Sì. Siamo certi che i siciliani, che hanno già espresso chiaramente la loro posizione, non si tireranno indietro neanche questa volta. Nelle prossime settimane verranno stabiliti i nuovi percorsi della campagna referendaria per allargare ulteriormente la partecipazione.

In una nota dei segretari generali Alfio Mannino e Luisella Lionti, la Cgil e la Uil siciliane sottolineano “il grande contributo dato dal mondo del lavoro nella fase della raccolta delle firme per il referendum per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata”. “In tutti i luoghi di lavoro, nelle piazze, in ogni ambito di attività – affermano Mannino e Lionti – l’attenzione è stata grande alla campagna che abbiano portato avanti insieme a tutto il comitato promotore, segnando la crescita della consapevolezza dei danni che l’autonomia differenziata produrrà per i siciliani. CI saranno meno diritti, a partire da quelli all’istruzione e alla salute, lo sviluppo sarà pregiudicato – affermano – la Sicilia rischia di arretrare pericolosamente”. Mannino e Lionti precisano che “questa grande mobilitazione che si è innescata e che si concluderà solo dopo la vittoria del Sì al referendum è anche un segnale preciso al governo regionale, il cui posizionamento sul tema è incomprensibile e si spiega solo con i giochi di potere e delle alleanze politiche che sembrano essere l’unica occupazione di questo esecutivo”. Dalla Cgil e dalla Uil un appello a “uno scatto d’orgoglio della classe dirigente siciliana per allargare ulteriormente il fronte del no a questa legge e del Sì alla sua cancellazione. La campagna adesso prosegue”.

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Politiche giovanili, Cgil e Uil Sicilia: “Flop Garanzia Giovani2. Serve coinvolgere i giovani”.

La Sicilia è la seconda regione per emigrazione giovanile con una percentuale di neet che sfiora il 45% e forti difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro. In termini di disoccupazione tocca il 31,2% contro la media nazionale del 16,7% e quella europea dell’11,2 per cento. Dati alla mano, Cgil e Uil Sicilia hanno partecipato all’incontro con il governo regionale – atteso da ben cinque anni ma in assenza dell’assessora Albano – “sull’avvio di un percorso consultivo e propositivo di partecipazione giovanile, come previsto non solo dalle norme di indirizzi europeo ma dalla legge regionale del 2019”.

“Garanzia Giovani 2 è stato un flop, adesso l’obiettivo – affermano i segretari regionali Gabriella Messina e Giuseppe Raimondi – è il pieno coinvolgimento di tutti i portatori di interesse sulle politiche da mettere in campo per i giovani. Non vorremmo, infatti, fosse l’ennesima occasione mancata, è necessario intervenire e subito”. Raimondi spiega: “Ogni anno circa 50mila giovani vanno via dalla Sicilia non solo perché non trovano lavoro ma perché, quando lo trovano, è spesso sottopagato e senza nessuna alcuna prospettiva di avanzamento di carriera. Il contratto di apprendistato, quello più utilizzato sino a qualche anno fa dalle aziende, è stato sostituito dal tirocinio che, come è noto, è una politica attiva al termine della quale non segue un’assunzione stabile”. Anche le politiche europee sui neet non hanno avuto successo. “Ad esempio – continua il sindacalista – in Garanzia Giovani 2 solo 5mila giovani hanno beneficiato delle nuove misure a fronte delle 160mila adesioni registrate per Garanzia 1. Stessa sorte è toccata al Target 1 del Par Gol Sicilia, finanziato con le risorse del Pnrr. Auspichiamo per il futuro un’attività di governo che coordini le azioni messe in campo dai vari rami dell’amministrazione regionale riguardo alle politiche giovanili”.

La segretaria regionale Cgil Gabriella Messina aggiunge: “E’ necessario che le politiche giovanili siano declinate trasversalmente e ciò richiede un coinvolgimento complessivo delle ragazze e dei ragazzi, includendo tutto l’ampio mondo delle associazioni giovanili. Il governo regionale deve cambiare metodo rispetto a quello usato col programma triennale per le politiche giovanili 2024-2026, adottato in assenza di una consultazione preventiva e scollegato da una analisi del contesto regionale attuale. La norma prevede infatti il coinvolgimento di tutti i stakeholder, affinché le esigenze concrete dei giovani possano essere rappresentate. Occorre dunque un’analisi della situazione regionale e di tutto ciò che riguarda la vita dei giovani e le problematiche che li riguardano: dalla garanzia del diritto allo studio, alle basse retribuzioni, dalle criticità attuali a quelle future, per arrivare alle opportunità che si possono porre. Chiediamo al governo Schifani di tenere conto di tutto ciò. Garantendo a quei giovani che oggi rischiano di pagare il prezzo più alto dell’autonomia differenziata, che le loro legittime aspettative di un futuro migliore nella propria terra non vengano tradite”.

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Comune di Palermo, il sindaco si nega al confronto

”Il confronto con il sindaco di Palermo, Lagalla, continua a non avvenire. In sua assenza, a riceverci è stato Eugenio Ceglia, direttore generale, che ha assicurato nei prossimi giorni un’azione di sensibilizzazione. Ancora una volta abbiamo espresso il nostro disappunto per una scelta che snobba le organizzazioni sindacali confederali, il tempo però è ormai scaduto e bisogna fare qualcosa di concreto per questa città. Ecco perché siamo pronti a mettere in campo, nelle prossime settimane, iniziative di protesta per rispondere a questo comportamento antisindacale da parte del sindaco”. Lo hanno affermato i segretari Cgil Palermo, Cisl Palermo Trapani e Uil Sicilia e Area vasta, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Ignazio Baudo, stamani al termine del presidio unitario davanti Palazzo Palagonia, che i sindacati confederali avevano organizzato “per chiedere di essere ricevuti dal sindaco e di potere ristabilire il confronto e le corrette relazioni necessarie per discutere e affrontare le criticità che riguardano la città”. “Sono ancora troppe le risposte che mancano per risolvere i problemi della città. Serve fare il punto sui nodi ancora irrisolti – concludono i sindacati – tra i quali i problemi strutturali legati al bilancio, al Pnrr, alle partecipate e alle emergenze sociali”. Cgil Cisl Uil dopo il nulla di fatto al Comune, si sono recati in Prefettura per riferire al Prefetto e chiedere la sua mediazione. I tre segretari hanno consegnato il documento con le loro richieste, che era stato oggetto della conferenza stampa della scorsa settimana e che era stato inviato anche al sindaco. “Abbiamo comunicato al prefetto l’esito del mancato confronto e la inevitabile iniziativa di mobilitazione”. Dal canto suo il Prefetto ha garantito che sensibilizzerà l’amministrazione comunale affinché avvii un dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali unitarie. “Se così non sarà – fanno sapere i sindacati – organizzeremo nelle prossime settimane, iniziative di mobilitazione unitaria”.

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Rivoluzione digitale, in Sicilia parte ReStart

Percorsi formativi gratuiti e personalizzati con l’obiettivo di acquisire e sviluppare competenze, conoscenze e abilità nel settore digitale in Sicilia. Ecco il progetto “ReStart: Riqualificazione Digitale per il Futuro del Lavoro”, iniziativa selezionata e sostenuta dal fondo per la repubblica digitale e portata avanti dalla Uil che si rivolge a persone disoccupate e inattive tra i 34 e i 50 anni residenti o domiciliati nell’Isola.
“L’obiettivo è fornire a questi partecipanti competenze digitali, oggi sempre più necessarie nella nostra terra, per entrare nel mondo del lavoro. Un’occasione importante per chi cerca lavoro, un buon lavoro – afferma Luisella Lionti, segretaria generale della Uil Sicilia -. I dati confermano il divario digitale tra le diverse regioni italiane e il Sud è indietro rispetto al Centro-Nord in termini di accesso alle tecnologie e alfabetizzazione digitale proprio per mancanza di formazione. Ecco perché sosteniamo questo progetto, si tratta di acquisire competenze digitali di alta qualità e fondamentali per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro in un momento in cui si parla di digitalizzazione dei servizi necessari per i cittadini”.
ReStart avrà una durata di 15 mesi, cinque sono le regioni meridionali coinvolte: Sicilia, Basilicata, Campania, Molise e Puglia. Il catalogo formativo offre oltre 40 corsi in piattaforma e-learning, in streaming, on-demand e anche in presenza. In prima battuta è prevista un’attività di orientamento finalizzata ad individuare i fabbisogni formativi e professionali di ciascun partecipante in modo da costruire un corso personalizzato e allineato alle esigenze del lavoro. I partecipanti saranno poi coinvolti in attività di supporto e orientamento e altre iniziative volte a supportali nel percorso di crescita professionale. Alla fine il progetto offrirà ai 200 partecipanti una formazione completa. Grazie alla definizione di un “piano formativo individuale”, infatti, tutti saranno messi in condizione di acquisire e sviluppare competenze, conoscenze e abilità digitali specifiche in modo semplice e intuitivo.
E Piero Gaglio, responsabile del progetto per la Uil Sicilia, precisa. “E’ un progetto nuovo e innovativo che mette a disposizione dei partecipanti le tecnologie più avanzate con metodi di formazione flessibili garantendo un accesso capillare grazie alla vasta rete di strutture locali dei partner coinvolti. Alla fine dei corsi sarà rilasciato un certificato di frequenza”. Le domande dovranno essere presentate tramite modulo online disponibile sulla pagina web www.restartdigitale.it.

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Autonomia differenziata

Parte in Sicilia la campagna per il referendum per chiedere l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Oggi, nel corso di una riunione del comitato promotore – alla quale hanno partecipato rappresentanti regionali di Cgil, Uil Verdi, Acli, Wwf, Demos , Anpi, Pd, Psi, Legambiente, Italia Viva, + Europa ,Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione comunista, Comunità Sant’Egidio, Sud chiama Nord, associazione Sinistra futura Sicilia, Udu, Federconsumatori, Auser, Sunia – sono state definite le prossime tappe che impegneranno sindacati, partiti, associazioni che sostengono l’iniziativa nella raccolta delle firme per il referendum. Già nei prossimi giorni saranno disponibili le schede dove apporre la firma e saranno costituiti comitati provinciali. Il 20 e il 21 luglio, giorno di lancio della campagna su scala nazionale, postazioni saranno allestite nei 390 comuni. La campagna sarà svolta dai soggetti promotori ognuno nei vari ambiti e secondo le proprie peculiarità. Ci sarà anche una piattaforma per la firma on line. Cgil e Uil, con i segretari generali Alfio Mannino e Luisella Lionti hanno anticipato che ci saranno iniziative nei luoghi di lavoro ma anche, ad esempio, davanti agli ospedali, posto che la sanità pubblica siciliana, già in crisi, sarà uno dei settori più colpiti dall’autonomia differenziata. Un tema d’altronde su cui Cgil e Uil si cimentano da tempo, con iniziative tematiche su sanità, infrastrutture e istruzione ma anche volte ad esprimere preoccupazione e dissenso sull’autonomia differenziata, come la manifestazione regionale del 15 aprile 2023 a Caltanissetta, più di un anno fa, quando il provvedimento era ancora in itinere. “Nostro obiettivo- hanno detto Mannino e Lionti- è far crescere la consapevolezza sull’arretramento che l’autonomia differenziata produrrà su servizi e infrastrutture, su sanità e istruzione. Abrogare la legge, votando sì al referendum, è dunque dare opportunità a Sicilia e siciliani che invece verrebbero negate, tornando indietro – hanno aggiunto- senza possibilità di recupero. Questa deve essere una battaglia senza confini e senza steccati politici- hanno sottolineato Mannino e Lionti- una grande battaglia di popolo, di massa sulla quale puntiamo a coinvolgere quanti più soggetti, dal mondo della cultura, alla Chiesa”. I due esponenti sindacali hanno sottolineato che “l’intenzione non è difendere l’esistente ma proporre un nuovo modello di sviluppo del Mezzogiorno, proiettandolo nell’area euro-mediterranea. E per questo servono investimenti e misure dedicate nell’ambito di un progetto unitario del sistema Paese”. Con l’autonomia differenziata, invece, la Sicilia già da subito, secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, perderà 1,3 miliardi l’anno, con ripercussioni su tutti i servizi essenziali. I Lep peraltro non sono né partiti, né finanziati”. Una doppia sfida dunque si apre- hanno sottolineato i segretari di Cgil e Uil- portare la gente al voto con la consapevolezza che è in gioco il futuro della Sicilia e delle giovani generazioni, per abrogare la legge affermando un principio fondamentale: che la democrazia si afferma e si difende e assieme alla democrazia i diritti con la partecipazione, innanzitutto al voto”. “Siamo in presenza di una misura che divide il Paese- ha detto Lionti- che non garantisce i diritti essenziali, questo in una Sicilia già abbandonata, come dimostra lo stato della sanità”. “E’ grave l’atteggiamento del presidente della regione- ha rimarcato Mannino- l’unico di una regione meridionale ad approvare una misura che produrrà uno scempio, rispetto al quale ci saremmo aspettati il più netto dissenso”.

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“Palermo è in emergenza, amministrazione immobile”: sit-in a piazza Pretoria

Cgil, Cisl e Uil hanno denunciato oggi in una conferenza stampa a piazza Pretoria, davanti alla sede del Comune di palazzo delle Aquile, l’immobilismo dell’amministrazione comunale, l’assenza di visione sul futuro della città e l’esclusione dei sindacati da qualsiasi occasione di confronto e di condivisione. “Un dialogo che non è mai cominciato. Abbiamo provato in tutti modi, lettere, manifestazioni. Un silenzio assordante, che abbiamo deciso di non accettare più. Siamo qui perché è finito il tempo dell’attesa”, hanno detto il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il segretario regionale Uil Sicilia Giuseppe Raimondi. Una conferenza stampa, alla vigilia del Festino, per puntare il dito sulla condizione di una città in emergenza, sul degrado, sulla qualità della vita e dei servizi a Palermo. Convinti della necessità di una riorganizzazione delle aziende partecipate, tutte in questo momento in agitazione, i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto chiarezza sulle reali intenzioni dell’amministrazione comunale. “L’amministrazione è immobile. O meglio: si muove in senso opposto a quello che le lavoratrici e i lavoratori diretti del Comune e delle aziende partecipate si aspettano – hanno aggiunto Ridulfo, La Piana e Raimondi – Chiediamo da mesi all’amministrazione di aprire un tavolo oltre che sulle partecipate, sul bilancio e sulla gestione del Pnrr. E’ interesse di tutti, anche dei cittadini, conoscere l’esito degli investimenti, i progetti e gli stati di avanzamento e come si stanno spendendo i soldi. Siamo in una situazione di emergenza sociale: la casa, la violenza per le strade e la violenza di genere, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, i controlli nella catena di appalti e subappalti, le infiltrazioni della criminalità e della mafia. Troppe le questioni aperte, che non si affrontano”. I sindacati hanno chiesto di fare quello che altre amministrazione, come Roma, Firenze, Bologna stanno facendo: protocolli di legalità e cabine di regia sui grandi temi. “In questi due anni il confronto non è partito, i pochi incontri che abbiamo ottenuto sono stati formali, burocratici. Rivendichiamo la possibilità di un dialogo costante. Oggi, in questo momento di festa, annunciamo le nostre iniziative: il 22 ci autoconvocheremo a palazzo Palagonia, chiedendo di essere ricevuti dal sindaco”. Nel documento che hanno consegnato ai giornalisti Cgil, Cisl e Uil mettono a fuoco i vari punti. “L’amministrazione – scrivono – non si è dotata di un piano strategico che permetta il rilancio delle sue partecipate: quello che invece si percepisce è uno stato di abbandono rispetto ai servizi complessivi strategici e essenziali, che rischia di portare a soluzioni estreme non condivise”. “Allo stesso modo – aggiungono – pur apprezzando l’aumento delle ore a favore dei dipendenti del Comune inquadrati in categoria C, non possiamo non evidenziare come sia indispensabile dare risposte equivalenti ai lavoratori inquadrati nelle altre categorie ferme a 30 ore, sempre nell’ottica del rafforzamento della macchina pubblica a favore dei bisogni dei cittadini”. Per questo, Cgil, Cisl e Uil rivendicano la necessità di un confronto dell’amministrazione comunale che coinvolga i corpi intermedi della città “che possono e devono essere considerati come elemento di ricchezza per l’amministrazione e non un fastidio”. “In questo senso – aggiungono – è innegabile che l’assenza di risposte alle numerose richieste di incontro, in particolare proprio sul tema del bilancio, siano state, oltre che lesive della dignità delle persone che rappresentiamo, un’occasione persa per questa giunta”. Pertanto, pur riconoscendo che su vertenze specifiche si sia aperto un dialogo che ha coinvolto anche le categorie, quello che Cgil, Cisl e Uil hanno rivendicato, fin dall’insediamento dell’attuale giunta è “la possibilità di una discussione generale sul modello di città che si vuol costruire”. “Una visione di insieme che tenga unite le valutazioni su servizi ai cittadini, la produzione culturale, la mobilità di merci e persone, l’industria ecc. Per tutte queste ragioni, riteniamo irrinunciabile rivendicare l’apertura di un dialogo vero e plurale su questi temi”. Una “visione” che è mancata a partire dal Dup, il documento unico di programmazione vissuto, dicono Cgil, Cisl e Uil, come “mero adempimento burocratico, l’ennesimo noioso allegato al bilancio di previsione da far predisporre agli uffici”. “Quello che è stato esitato quasi a metà mandato è un documento dell’immobilismo che ha finora caratterizzato questa amministrazione – aggiungono nel documento Cgil, Cisl, Uil – Doveva essere il momento nel quale mostrare la visione di un modello di città e degli interventi che si volevano predisporre fino al completamento del mandato, una volta preso atto dei problemi e di tutte le criticità che la città vive quotidianamente”. E invece, elencano i sindacati, le spese di funzionamento, fitti passivi, acqua luce e gas sono aumentate, l’importo complessivo della spesa per debiti fuori bilancio – uno dei più grossi problemi contabili del Comune – continua ad essere un valore importante, nonostante che i bilanci di previsione siano stati approvati i tempi ragionevoli e la cassa grazie agli interventi governativi si sia temporaneamente sistemata, azzerando il ricorso alla anticipazione di tesoreria. E si è tornati alla antica abitudine di non rispettare la scadenza dei pagamenti a favore delle società partecipate. “Rimane sempre bassa la capacità di riscossione delle entrate, che è uno dei fattori scatenanti dell’ulteriore aumento dell’abnormità del fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE), spada di Damocle che continua ad incombere sul Comune di Palermo, che potrebbe rideterminare il patologico ricorso all’anticipazione di tesoreria”. Per le aziende partecipate, i sindacati constatano l’assenza degli accantonamenti obbligatori riguardo la necessaria ricapitalizzazione “che scongiuri il rischio che gli amministratori siano costretti a portare i libri in tribunale” Uniche note positive: il fondo rischi spese legali ridotto, bene anche il rilancio dei progetti varati dalle precedenti amministrazioni “ma ci saremmo aspettati, parimenti, una progettualità nuova che marcasse l’identità e la visione di questa amministrazione”.

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Autonomia differenziata in Sicilia

Domani, 10 luglio, si svolgerà la prima riunione operativa per la Sicilia del comitato che promuove il referendum per chiedere l’abrogazione dell’autonomia differenziata, divenuta legge il 26 giugno. Il quesito referendario è stato depositato in Corte di Cassazione il 5 luglio e pubblicato il giorno successivo nella Gazzetta ufficiale. Partirà ora la raccolta delle firme a sostegno. La riunione è organizzata da Cgil e Uil regionali e si svolgerà in modalità mista a partire dalle 12 con la partecipazione di rappresentanti di Verdi, Acli, Wwf, Demos , Anpi , Pd- Psi- Legambiente, Italia Viv, + Europa , Cgil, Uil, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione, Comunità Sant’Egidio. La sede per la partecipazione di presenza è la Cgil regionale ( via Bernabei 22), dove ci saranno i segretari generali di Cgil e Uil Alfio Mannino e Luisella Lionti. “Punteremo tutti insieme- scrivono in una nota Alfio Mannino e Luisella Lionti – a costruire la più ampia partecipazione dal basso. Questa infatti non è una battaglia di parte, ma è una battaglia che riguarda il futuro della Sicilia, del Mezzogiorno, delle giovani generazioni. E’ una battaglia di tutti. Non ci stiamo- aggiungono- a essere ostaggi di una politica che guarda ad altri interessi e a consolidare le proprie posizioni sulla pelle dei meridionali che rischiano di avere meno servizi, meno sanità, meno scuola, meno infrastrutture senza peraltro che il sistema Paese ne tragga vantaggi”