Due ore di sciopero a fine turno dei metalmeccanici e degli edili si terranno pure in Sicilia mercoledì 21 marzo su iniziativa delle federazioni regionali e provinciali di categoria di Cgil e Uil, che insieme alle rispettive Confederazioni, stanno organizzando manifestazioni territoriali a macchia di leopardo con l’adesione anche di lavoratori di altre categorie. “La morte dei cinque operai nel cantiere di Esselunga – dice una nota di Cgil e Uil Sicilia – è l’ennesima tragedia annunciata in un Paese che ha messo i profitti davanti alla sicurezza, quindi davanti alla vita dei lavoratori. La deregolamentazione della catena degli appalti, il massimo ribasso – aggiungono – i controlli insufficienti su sicurezza e lavoro nero e precario, il mancato intervento sugli appalti privati sono tutti elementi che concorrono ad abbassare la soglia della sicurezza e, soprattutto in Sicilia, ad aprire le porte alla mafia. Non abbiamo mai smesso di denunciare questa situazione – sottolineano – i cui effetti in termini di arretramento sui diritti dei lavoratori erano prevedibili ed ora è arrivato il momento di dire basta. Basta con l’ipocrita cordoglio delle istituzioni che segue ogni tragedia, basta con queste politiche scellerate, la situazione deve cambiare”. Cgil e Uil ricordano che “in Sicilia il numero degli ispettori del lavoro è irrisorio. Il governo non ha mai dato seguito a impegni assunti “come quello di costituire un osservatorio sulla sicurezza o di dare attuazione al protocollo sullo stress termico”. Cgil e Uil aggiungono: “Il governo nazionale e l’esecutivo regionale si assumano le proprie responsabilità. Si apra subito il confronto sulla piattaforma nazionale Cgil, Cisl e Uil. “Con la patente a punti – è scritto in una nota di Cgil e Uil nazionali – oggi probabilmente quelle aziende non avrebbero potuto avere l’appalto Esselunga; con una congruità anche su tempi e modi di esecuzione ci sarebbe un limite allo sfruttamento del lavoro; con l’obbligo alla timbratura si saprebbe chi e quanto tempo lavora in un cantiere”. Queste, ma non solo, le richieste di Cgil e Uil che, a livello regionale, invocano più controlli e l’attuazione degli impegni presi con i sindacati. “In Sicilia più che altrove – affermano – occorre creare le condizioni affinché non sussista la possibilità del ricatto della perdita del lavoro. Subito il confronto sulla sicurezza”.