“Il trasporto ferroviario siciliano è a rischio. È una priorità cambiare e migliorare la situazione che milioni di pendolari vivono ogni giorno. Regione siciliana e Trenitalia firmino subito il contratto di servizio, senza il quale rischiamo di vedere ridotta l’offerta commerciale già abbastanza carente, con possibili ricadute occupazionali. La politica regionale è stata finora distratta rispetto gli interessi dei cittadini e nei confronti dello sviluppo dell’Isola, manifesteremo per richiamare l’attenzione delle istituzioni”. Lanceranno così l’appello alla firma del contratto di servizio tra Regione e Trenitalia, i sindacati confederali regionali e Federazioni Traporti, per voce dei segretari Cgil Cisl Uil Sicilia Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo, Claudio Barone, di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Franco Spanò, Amedeo Benigno e Agostino Falanga, durante la mobilitazione regionale che si terrà giovedì 6 luglio a Palermo, con un sit in dalle ore 9,30 davanti la sede dell’Ars, in piazza Parlamento. I sindacati protesteranno e a fianco dei lavoratori del gruppo Fs e dei pendolari. Fra le richieste principali elencate stamani durante la conferenza stampa di Cgil Cisl Uil, “l’intervento concreto delle istituzioni e della politica regionale; la firma immediata del contratto di servizio con Trenitalia e lo sblocco dei finanziamenti previsti dalla Regione per l’acquisto di nuovo materiale rotabile; il via libera dunque da parte dell’Ars dell’emendamento che stanzia le risorse per il contratto, 83 milioni di euro necessarie dal 2020 al 2026 ad integrazione degli attuali 111 milioni. Se non verremo ascoltati – assicurano le organizzazioni sindacali –, siamo pronti ad aprire una stagione di vertenze per chiedere il Piano regionale dei Trasporti”. Ma non solo, fondamentale la proposta che lanceranno durante gli incontri già chiesti per la mattina di giovedì ai capigruppo, presidente, vice presidente Ars e al nuovo assessore regionale ai Trasporti: la sigla di un contratto di programma fra Regione e Rfi che preveda un elenco e un calendario certo per gli investimenti e adeguamenti della rete ferroviaria regionale all’offerta commerciale, per far partire subito i cantieri in Sicilia, senza ulteriori attese. “A giovarne sarebbero diversi settori trainanti dell’economia e si doterebbe finalmente la regione di un servizio ferroviario degno. L’obiettivo è la velocizzazione dei cantieri delle opere infrastrutturali già finanziate dal Governo e la costruzione di un Piano di Trasporti integrato, funzionale a garantire la mobilità e lo sviluppo dell’Isola” continuano i segretari. “In un momento di crisi economica in cui si dovrebbe rilanciare la mobilità collettiva locale fra le varie province siciliane, stiamo assistendo ad una strategia di immobilismo da parte della Regione. Lo sviluppo economico – spiegano Pagliaro, Milazzo, Barone, Spanò, Benigno e Falanga – passa da una rete ferroviaria ammodernata ed efficiente, integrata con porti e aeroporti in sinergia con il Trasporto pubblico su gomma”. Il primo contratto di servizio cosiddetto “ponte” perché della durata di due anni, è scaduto a dicembre del 2016. La Regione avrebbe dovuto siglare il nuovo accordo, stavolta decennale, entro lo scorso giugno. A preoccupare i sindacati infatti è il rischio concreto che senza il contratto che copre il periodo dal 2017 al 2026, i chilometri/treno verranno ridotti dagli attuali 9 milioni e mezzo a meno di 9 e che, con l’attivazione del nodo ferroviario di Palermo, appena terminati i lavori sull’anello e la linea Palermo-Punta Raisi, Trenitalia riduca i servizi su tutte le altre linee per mantenere questa offerta. Nel testo presentato in quarta Commissione all’Ars, Trenitalia ha inserito l’aumento degli attuali 101 mezzi del parco rotabile (sei treni jazz sono già stati acquistati nel 2016), con 5 treni cosiddetti stadler e sei swing nel 2018, altri sei swing nel 2019, 10 diesel e 14 elettrotreni Alstom fino al 2020, e altri 4 unità elettrotreni fino al 2022. I chilometri treno passerebbero nel 2020 (finanziando 113,2 milioni invece degli iniziali 111,5 milioni di euro), da 9,5 milioni chilometri/treno a 10,5 nel 2018 e 10,9 nel 2021. “Tutto ciò però soltanto se il contratto verrà firmato, altrimenti – spiegano i segretari -, i sei jazz acquistati torneranno a Roma, la produzione e quindi la copertura dei treni in Sicilia calerà e ci sarà un taglio sul personale mobile e di officina e addetto alla manutenzione. Sul fronte infrastrutturale inoltre, preoccupa fortemente la staticità dei cantieri di lavoro con forti ritardi sui tempi di consegna delle opere e difficoltà perfino a ipotizzare tempi ben definiti. Un immobilismo generale che lascia poco spazio allo sviluppo”. Con i nuovi treni previsti Trenitalia conta di coprire le tratte Palermo-Messina e il nodo di Palermo verso Punta Raisi, ma secondo i sindacati “non si può lasciare scoperta la Siracusa-Gela, appena attivata, e le zone centrali dell’Isola. Riteniamo – concludono – che il contratto di servizio e l’accordo di programma quadro devono essere i pilastri del Piano regionale dei trasporti Sicilia in un’ottica sinergica fra gommato e ferrovie”.