Una dedica a Mico Geraci per sottolineare alla presenza di Giovanni e Giuseppe, figli del sindacalista Uil vittima di mafia, che “bisogna partire dalla consapevolezza delle prove sofferte e superate dalla Sicilia, dal Paese, dal movimento dei lavoratori, per affrontare le nuove sfide”. Così, il segretario generale della Uil Sicilia Claudio Barone ha aperto stamattina a Roma il suo intervento dal palco del congresso nazionale della Uil, giunto alla terza e ultima giornata di svolgimento.
Barone ha ricordato le “vertenze-simbolo siciliane irrisolte dalla politica”, citando Termini Imerese – “abbiamo assistito in estate al tour di Matteo Renzi, non abbiamo ancora avuto una sola risposta concreta”, ha detto il segretario – e Priolo dove “non bisogna trovare un giacimento perché già c’è, ma da tre anni aspettiamo l’autorizzazione per avviare lo sfruttamento di risorse energetiche che assicurerebbero lavoro a centinaia di persone!”. Il leader della Uil Sicilia ha anche parlato di Gela dove “non la politica, non il presidente del Consiglio, ma i sindacati hanno trovato la soluzione all’ipotesi di chiusura della raffineria Eni”.
Dal congresso Uil, Claudio Barone ha anche ricordato l’allarme sulla sorte di 26 mila precari LSU in servizio nei Comuni siciliani “che a dicembre perderanno il lavoro e i loro contratti non potranno essere derogati, se il Governo non concederà la deroga”. “Domani – ha aggiunto – il Jobs Act non creerà un posto. Oggi, piuttosto, ci diano risposte sugli LSU senza aspettare che a dicembre le piazze si infiammino!”. Barone ha concluso, esclamando che “la Uil non rappresenta gli spot ma il Paese reale: per questo, il 12 dicembre nel giorno dello sciopero ci mobiliteremo con determinazione e testa dura!”