News

  Indietro

Onlus degli orrori a Castelbuono, Barone (UilP Sicilia): “Subito censimento delle strutture e controlli“

Palermo. “Le responsabilità individuali di questa tristissima vicenda le accerterà la magistratura. Ma è fuori di dubbio che è necessario garantire attività ispettive e di vigilanza, in settori così delicati. Lo diciamo da tempo. Non basta “che le carte siano a posto” quando poi nessuno va a vedere cosa succede nella realtà”. Claudio Barone alla guida della Uil Pensionati, commenta così l’operazione “Relax”. E aggiunge: “Oggi si sono scoperti comportamenti criminali sulla pelle dei disabili. Nei mesi scorsi sono emersi orrori anche in case di riposo. Non c’è nessuno che si assume la responsabilità di gestire i controlli, salvo accorgersi che qualcosa non va solo dopo il meritorio intervento di inquirenti e Forze dell’Ordine che però non possono supplire ai buchi neri di un sistema non trasparente. Non è un andazzo più tollerabile. Va previsto – continua Barone – il censimento delle strutture e il monitoraggio sistematico delle condizioni in cui viene erogata l’assistenza ai soggetti più deboli che non possono essere lasciati in balìa di criminali troppo spesso impuniti. Per questo chiediamo al governo regionale di non limitarsi come al solito a ipocrite querimonie ma di aprire un serio confronto per avere contezza di come vengono usate le risorse pubbliche per garantire servizi essenziali a non autosufficienti e anziani anziché ingrassare malfattori”.

  Indietro

Sanità, Lionti e Tango: “Adeguare le piante organiche e riclassificare il personale interno”.

“Con l’insorgere della pandemia gli ospedali siciliani, in sofferenza perché carenti di organici, sono andati in tilt. Per questo è necessario completare subito l’adeguamento delle piante organiche”. Questa l’emergenza principale per Luisella Lionti ed Enzo Tango, segretari generali della Uil e Uil Fpl Sicilia, che nel pomeriggio incontreranno l’assessore al ramo Razza. E spiegano: “In particolare serve massima attenzione per i pronto soccorso, dove si è registrato il maggiore intasamento. Abbiamo ancora davanti agli occhi le fila delle ambulanze e la difficoltà a ricoverare sia i contagiati sia i pazienti con gravi patologie ma diverse. Bisogna, inoltre, procedere alla riclassificazione e progressione di tutto il personale interno, che da più tempo attende risposte, riconoscendo le mansioni superiori che sono in atto espletate e prevedendo percorsi di riqualificazione che consentano le progressioni verticale, implementando le competenze informatiche. Infine – concludono Lionti e Tango – bisogna stabilizzare il nuovo personale utilizzato per l’emergenza Covid. In atto è prevista dal governo nazionale una proroga di un anno ma bisogna pensare a come passarli a rapporto di lavoro dipendente, anche a tempo determinato. Oltre a rafforzare gli ospedali bisogna immaginare un servizio sanitario sul territorio con nuove strutture e che punti alla telemedicina e all’assistenza domiciliare per gli anziani e per i non-autosufficienti”.

  Indietro

Una donna alla guida della Uil Sicilia, è la prima volta nella storia.

Palermo. “Rivendicare sviluppo vero e lavoro dignitoso per quest’isola che rimane che rimane sempre più isolata. In primo piano donne, giovani, precari e anziani. Sono loro le categorie più deboli e alle quali dobbiamo dare subito risposte. Serve, quindi, incentivare l’occupazione femminile attraverso il potenziamento del welfare utilizzando i fondi del Pnrr per infrastrutture essenziali come scuole, ospedali ed rsa che consentirebbero di sgravare le donne dai carichi di cura, sino ad oggi affidati solo a loro”.

Questi i punti più importanti del programma messo a punto dal nuovo segretario della Uil Sicilia, Luisella Lionti. E’ la prima donna alla guida di un sindacato siciliano ed è già segretario Organizzativo e commissario dell’Area vasta della Uil Sicilia. Eletta all’unanimità, in occasione del Consiglio confederale regionale, ha le idee chiare: “Occorre mettere in rete aziende e scuole per monitorare le figure professionali da formare evitando così che i giovani lascino l’isola per non tornare mai più. Garantire, inoltre, i precari partendo dai 7.700 utilizzati per l’emergenza Covid, continuando con quelli impegnati nei Comuni e nella pubblica amministrazione per finire ai Navigator Servono incentivi veri per ricreare un tessuto produttivo che dia una un’occupazione stabile. Servono nuove tutele a chi ne è privo”.

E la leader della Uil continua: “Per questo servono vere politiche attive coinvolgendo i privati e migliorando la formazione. È impensabile gestire le transizioni occupazionali e le spinte alla innovazione con le sole misure emergenziali. La crisi non si arresta a parole e incentivi improduttivi. L’occupazione ha bisogno di investimenti, risorse per le imprese, di banche che sappiano agire sul territorio. Continuerò – conclude – a rivendicare investimenti per le infrastrutture, che ancora mancano, difendendo le realtà esistenti come il settore del Petrolchimico, Pfizer di Catania e la stessa Etna Valley. Sino ad oggi dal governo regionale non abbiamo ottenuto risposte concrete. Basta a spot elettorali, servono progetti veri”.

In allegato la relazione di Claudio Barone 

  Indietro

Cambio al vertice della Uil Sicilia, i saluti di Claudio Barone

“Più di vent’anni fa mi avete eletto per la prima volta segretario generale della Uil Sicilia al consiglio generale del 9 ottobre del 2000. In anticipo di un anno sul congresso del 2001, perché Carmelo Barbagallo era stato chiamato in segreteria nazionale prima del previsto. Le sue denunce per l’omicidio di Mico Geraci, ucciso a Caccamo due anni prima, lo avevano esposto a minacce talmente gravi da imporre che andasse fuori dall’Isola il prima possibile.

Carmelo ha lasciato una Uil in piena crescita, apprezzata per le sue battaglie sindacali e civili. Questo gruppo dirigente ha proseguito su questo cammino. Per il numero di iscritti, se non siamo la prima regione per la Uil, poco ci manca. Forse se recuperiamo ancora qualcosa nei Pensionati, che hanno fatto un ottimo lavoro, ce la faremo.

Possiamo essere orgogliosi della nostra presenza sul territorio. Oggi la Uil di Catania è guidata da una donna, la pasionaria Enza Meli, bravissima e indomabile.

Ad Agrigento e Messina si è dovuto passare per i commissariamenti che sono andati in porto positivamente consentendo a queste strutture di rifiorire sotto la guida di due giovani segretari autorevoli e riconosciuti. Si è accorpata Enna e Caltanissetta con ottimi risultati, sbaragliando la concorrenza in quell’area.

Trapani con le sue particolarità è sempre rimasta un punto di forza e ci ha riempito d’orgoglio per il ruolo che la Uil ha rivestito nella liberazione dei pescatori sequestrati. E infine abbiamo di recente costituito l’Area vasta Palermo, Siracusa, Ragusa e Gela. Un’aggregazione non semplice ma che sta dimostrando come una gestione collegiale può essere un valore aggiunto per i gruppi dirigenti locali. I servizi funzionano. Gestirli durante il lockdown non è stato facile. Tutte le nostre strutture sono rimaste aperte e soprattutto hanno operato in condizione di massima sicurezza garantendo in quella situazione drammatica un presidio fondamentale per la coesione sociale. Non è stato semplice.

Il nostro segretario Organizzativo, “ha visto cose che voi umani…”! Per rendere omogenei e controllabili modelli gestionali che venivano da storie diverse e anche per adeguare le nostre sedi. C’è ora una nuova sede a Ragusa e prossimamente seguirà Siracusa. Ma soprattutto è determinante la competenza dei nostri operatori, grazie ai continui interventi di formazione e aggiornamento di Ital e Caf, i migliori sulla piazza e fortemente motivati. Anche i servizi di Uniat e Adoc stanno crescendo positivamente. Siamo orgogliosi che nelle mobilitazioni di piazza, quasi sempre il blu è il colore prevalente e che i delegati Uil – che intervengono dai palchi – sono sempre i migliori. Le nostre categorie stanno facendo un ottimo lavoro sono in crescita per numero di iscritti e qualità della rappresentanza.

I dati delle elezioni delle rsu ci hanno visto primi in tante realtà significative. Mantenere i livelli raggiunti e possibilmente superarli non sarà semplice. Ma è una sfida che raccogliamo a partire dall’imminente rinnovo delle rsu del pubblico impiego. Non è da sottovalutare anche la misurazione della rappresentatività del settore privato che comincia con i chimici e i metalmeccanici. Ma bisogna fare attenzione agli ufo, verbali di elezioni non identificati, mono-sigla, che possono essere fortemente distorsivi.

Bisogna stare attenti. D’altro canto è necessario mettere un argine alla piaga dei contratti pirata. La situazione al Cnel è nota, con due terzi dei contratti depositati farlocchi. Ora si ci è messa pure la Regione siciliana che su input del presidente Musumeci, ha formalizzato, con delibera di giunta una “presa d’atto” del contratto di formazione dell’Ugl per smantellare le garanzie legislative previste per questo tormentato settore. Su questo la Uil Sicilia ha fatto sentire la sua voce, ma occorre fare una riflessione sul quadro normativo vigente. Non sono un nostalgico però penso che alla guida della Regione c’è stato un presidente del livello di Piersanti Mattarella, e dopo di lui il Rino Nicolosi.

Ancora lo ricordo con noi al tavolo di trattativa di fronte a Marisa Bellisario, che è stata una delle più importanti donne manager italiane, per trattare la riconversione da elettromeccanica a elettronica degli stabilimenti Italtel. Più di recente Totò Cuffaro e poi Raffele Lombardo. Di Crocetta qualcuno ha sostenuto che era il peggior presidente possibile. La prudenza non ci ha fatto sottoscrivere questo giudizio. Difatti gli è succeduto Musumeci. E udite udite, tra i candidati per il prossimo giro c’è addirittura Scateno De Luca. La Regione siciliana è ormai, come i due terzi dei nostri Comuni, in costante pre-dissesto. Solo la consapevolezza delle conseguenze del disastro istituzionale trattiene la Corte dei Conti dal bocciare il bilancio ma, nel giudizio di parifica, i rilievi e le prescrizioni stati ampi e pesanti.

C’è il rischio che si vada ancora una volta verso l’esercizio provvisorio con tutto quello che comporta. L’Ance lamenta 700 milioni di crediti dalla Regione che resterebbero incagliati facendo chiudere aziende e mettendo sulla strada i lavoratori. Questo mentre il 110% e gli altri bonus stanno spingendo la ripresa del settore Edile. Accanto ai problemi di bilancio ordinario va considerato che la capacità di utilizzo delle risorse europee, al di là delle dichiarazioni trionfalistiche puntualmente smentire dagli organismi di controllo, rimane comunque troppo bassa. Temiamo che la Regione non sia in grado di rimodulare e riprogrammare i fondi e purtroppo sembra avere difficoltà anche a utilizzare le risorse del Recovery Plan. 31 progetti su 31 bocciati per l’adeguamento delle reti idriche in agricoltura non sono un buon viatico. Speriamo che si possa recuperare ma bisogna adeguare la Pubblica amministrazione. l’Anci denuncia una carenza di 5 mila unità negli organici dei Comuni che in queste condizioni difficilmente possono avere un minimo di capacità progettuale. Delle ex Province nessuno ha rilevato le competenze con effetti catastrofici sulla rete stradale, la tutela del territorio e i servizi alle persone. Abbiamo chiesto l’attivazione del confronto con l’Aran per il rinnovo del contratto dei regionali e la riclassificazione del personale ma non è chiaro se le risorse in atto previste in bilancio sono sufficienti ma questa è una priorità. Inoltre vanno riaperte le assunzioni per recuperare professionalità falcidiate da anni di pensionamento, ultima ondata quota 100, senza reintegri. Mancano alte professionalità e dirigenti e in queste condizioni non si può andare avanti. Il governo regionale lamenta che l’accordo Stato-Regione, che ha sottoscritto, gli vieta le assunzioni e quindi chiede di modificarlo. Siamo d’accordo però non aiuta il fatto che non sia partito il bando di 1.100 assunzioni per i centri per l’impiego, consentite e finanziate dal governo nazionale. Si sono già perse due annualità e si perde anche la terza ci potremo mettere una pietra sopra. C’è un estremo bisogno di avviare realmente politiche attive del lavoro.

Oggi in Sicilia non c’è incontro tra domanda e offerta. E scaricarne la colpa solo sul reddito di cittadinanza è per lo meno una semplificazione. Bisogna avviare un confronto più volte richiesto sull’utilizzo delle risorse Gol, anche coinvolgendo la bilateralità con i fondi interprofessionali. Ma è importante inserire nella pubblica amministrazione il personale qualificato, in primis navigator ed ex sportellisti. Inoltre riconoscere ai regionali dei centri per l’impiego mansioni superiori e formarne alcuni per rinforzare i ranghi degli ispettori del lavoro che oggi in Sicilia sono assolutamente insufficienti. La fortissima campagna della Uil, Zero morti sul lavoro, tra le altre cose ha ottenuto l’impegno ad assumere 1.200 ispettori, ma la Sicilia che ha competenze autonome in materia, non ci rientra.

E a tutt’oggi sembra assolutamente sorda. Il direttore dell’assessorato Lavoro sostiene, con totale irresponsabilità, che di ispettori del lavoro non c’è bisogno e che a fare rispettare la legalità e la sicurezza ci devono pensare le forze dell’ordine. Su questo stiamo dando battaglia. Abbiamo ancora di fronte agli occhi, dalla prima fase della pandemia, le fila di ambulanze davanti ai pronto soccorso ingolfati. Gli ospedali erano decisamente sotto organico e questo si è visto in modo drammatico. Oggi qualche risultato di adeguamento della pianta organica e di stabilizzazione dei precari degli ospedali si comincia a vedere. Ma la Sicilia ha un milione di anziani, bisogna anche pensare a costruire una sanità diversa. L’esperienza delle Usca, unità speciale di continuità assistenziale, può costituire la base per una diversa presenza nel territorio. Per il momento è prevista una proroga di un anno. Ma dobbiamo puntare a stabilizzare questo personale. Bisogna attivare i protocolli siglati dai sindacati dei pensionati con l’assessorato famiglia e sanità per l’utilizzo delle risorse territoriali, per monitorare il funzionamento delle rsa e cominciare a mettere mano alle case famiglia, veri e propri buchi neri oggi nemmeno censiti. Dobbiamo batterci per portare a casa non semplici dichiarazioni di intenti ma risultati concreti. Purtroppo su tanti problemi che affliggono la nostra isola è difficile essere ottimisti perché non intravede una pronta soluzione. Quelle poche norme promulgate dall’Ars, per esempio la riforma degli appalti o la stabilizzazione degli Asu, sono state impugnate puntualmente dal Consiglio di Stato. Questa legislatura è agli sgoccioli e si respira già il classico clima da campagna elettorale.

Tante promesse e pochi fatti. Mentre la Sicilia è ricoperta di rifiuti, le discariche sono strapiene, e i Comuni devono prepararsi a esportarli all’estero a peso d’oro. La riforma rimane ferma perché – come ha testualmente detto il presidente dell’Ars – fa schifo. Anche per la riforma della Forestale sempre invocata ad agosto quando siamo devastati dagli incendi è lecito dubitare che vada in porto in maniera positiva. Quella del commercio, di cui si erano perse le tracce, all’improvviso sembrava in dirittura d’arrivo. Marianna Flauto con la consueta efficienza ha battuto il record di velocità per preparare proposte di modifica del testo ma a quanto pare non c’è fretta, è di nuovo impantanato tutto. Un po’ di attivismo in più va riconosciuto all’assessore Lagalla che in questi giorni ha celebrato gli Stati generali dell’Istruzione.

Ma siamo ben lontani dall’avere risolto i problemi del sistema scolastico e formativo. Anche nel settore bancario siamo di fronte a un continuo deupaperamento di sportelli nel territorio mentre il rilancio del medio credito regionale, il mitico Irfis, è tutto da verificare. Quando dissero allo storico patron del Catania calcio, Massimino, che mancava l’amalgama, lui chiese dove si poteva comprare. Ci sembra che la giunta regionale funzioni così. Ogni assessore per i fatti suoi e un rapporto con l’Assemblea inesistente. Il turismo e l’agricoltura, i due settori che in pre-pandemia erano in crescita, hanno bisogno di strutture di collegamento efficienti per fare arrivare i turisti e per raggiungere i mercati. Siamo e restiamo favorevoli al Ponte sullo Stretto ma non può essere l’alibi per non fare niente.

Bisogna intervenire concretamente su tutto il sistema delle infrastrutture. Bello il Freccia Bianca, meglio delle vecchie carrozze, ma sulla Palermo-Catania risparmia 5 minuti. Le autostrade siciliane sono un lungo cantiere a una corsia. Per la logistica è fondamentale fare partire le Zes che però sono ancora come i personaggi di Pirandello, in cerca di autore… Collegamenti navali con gare deserte e il risiko tra Camere di Commercio e privatizzazione degli aeroporti. Un quadro non certo confortante. Ma subirlo non è un destino ineluttabile. Lo dimostra l’Autorità portuale della Sicilia occidentale, ben guidata, sta definendo progetti e realizzando opere importati che non hanno riflessi solo sul miglioramento delle infrastrutture ma hanno influito sul rilancio del cantiere navale di Palermo, che oggi dopo più di vent’anni è tornato a fare costruzioni. Le potenzialità ci sono, Pfizer a Catania è una grande realtà capace di operare in ambiente sterile. Non ce ne sono tante in Italia. Oggi produce antibiotici che tra poco saranno fuori mercato, noi abbiamo proposto di rimpiazzarli con il vaccino ma siamo comunque in attesa di confrontarci con un piano industriale che dica qual è il futuro di questo stabilimento.

Anche perché crediamo che questa Azienda non sia esattamente in crisi finanziaria. L’Etna Valley è leader nella produzione di chip, oggi criticità assoluta per tutti i settori produttivi. St Elettronics ha annunciato importanti investimenti ad Agrate e in Francia ma nulla di nuovo per la Catania. C’è poi l’ipotesi di una giga factory di Intel, tra la Sicilia e il Piemonte ma la Regione fatica a trovare le aree per questo insediamento. Non si può lasciarlo scappare. La UilTec si è battuta per la dichiarazione di area di crisi complessa per il Petrolchimico di Augusta e Priolo, il più grande d’Europa. Occorre intervenire prima che si scateni la crisi. E che la transizione anziché verso il green sia verso il deserto. Abbiamo l’esempio negativo di Termini Imerese dove non è rimasto nulla salvo gli avvoltoi. Speriamo che il Consorzio Meccatronica possa finalmente offrire dei progetti magari parziali ma concreti. Bisogna dare risposte ora. Non quando sarà già troppo tardi.

La transizione energetica va gestita. La Regione siciliana ha emesso un ambizioso bando per candidarsi per la sperimentazione delle tecnologie dell’idrogeno. Bene! Ma sarebbe più credibile se nel frattempo non tenesse bloccato con motivazioni risibili il progetto di riconversione della centrale a gas A2A di San Filippo Mela verso un impianto ecocompatibile che ha anche il sostegno di Legambiente. A Gela, dove ci sono i terminali del gasdotto con la Libia, oltre alla bioraffineria dovranno realizzarsi le piattaforme di Argo e Cassiopea. Con le bollette alle stelle, il destino di quest’area è e siziale per l’approvvigionamento energetico del Paese. A Catania 3Sun è leader nella produzione di pannelli solari e stanno nascendo anche altre aziende ma così come per l’eolico le procedure burocratiche bloccano tutto.

La Sicilia si deve dotare di un vero piano energetico che metta insieme l’oggi con il domani. Bisogna difendere i posti di lavoro ora ma soprattutto creare una prospettiva per i nostri giovani che si trovano costretti a scegliere tra precariato ed emigrazione. Fare esperienze di studio e lavoro fuori è positivo ma bisogna offrirgli la possibilità di tornare per metterle a frutto le migliori intelligenze per la nostra terra. Anziché perderle. Così come bisogna accogliere quelli che vogliono venire qui a costruirsi un futuro e che non devo essere sfruttati e vessati dal caporalato ma che viceversa devono essere integrati per diventare una risorsa preziosa. Come una risorsa preziosa deve essere della valorizzazione del lavoro femminile, oggi ancora discriminato da inaccettabili disparità salariali e soprattutto da una carenza di servizi che scarica su di loto tutte le responsabilità della gestione familiare. Su questi temi abbiamo avuto dei bellissimi momenti di dibattito con il Tour 2021 della Uil nazionale.

La Uil di Pierpaolo Bombardieri è in questo momento alla testa di una battaglia fondamentale per definire in quale Paese vivremo. Fino a quando questo Governo dovrà abusare della nostra pazienza? Se sulla riforma del Fisco e sulle Pensioni non ci saranno risposte dovremo dare NOI una risposta dura. Siamo con te Pierpaolo.

Bene, siamo alla conclusione.

Ieri sono stato eletto segretario della Uil Pensionati della Sicilia, sarà un bellissimo impegno. Pertanto vi comunico le mie irrevocabili dimissioni da segretario generale regionale confederale. Lascio la guida della Uil Sicilia, ma resta in buone mani. Quelle di tutti noi.

  Indietro

Aran, Barone: “Riqualificazione e valorizzazione del personale misure necessarie per recepire finalmente efficienza”.

Palermo. “Riqualificazione del personale e valorizzazione delle professionalità, queste sono misure fondamentali per recepire finalmente efficienza e migliorare la macchina amministrativa in funzione dell’utilizzo dei fondi del Pnrr”. Lo afferma il segretario della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Adesso è necessario procedere con la trattiva all’Aran, attraverso un confronto che porti al risultato in tempi brevi”.

  Indietro

Sanità, Barone: “I fondi ci sono, bisogna superare gli ostacoli per stabilizzare tutto il personale sanitario”.

Palermo. “I fondi ci sono, bisogna assolutamente superare gli ostacoli per stabilizzare medici, infermieri operatori sanitari e amministrativi siciliani che da due anni combattono contro il Covid”. Risponde così il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, al piano a cui sta lavorando il governo nazionale per rafforzare il sistema sanitario. E spiega: “Si è intervenuti per gestire l’emergenza ma bisogna cominciare a pensare a come riorganizzare stabilmente questo servizio. Non sappiamo quando e se il Coronavirus andrà via, ma è evidente che bisogna pensare ai cittadini e soprattutto agli anziani e ai più deboli. Le risorse per assumere in emergenza il personale sanitario devono continuare a essere disponibili. Vanno create le condizioni per stabilizzarli sia dentro gli ospedali sia per i servizi di medicina territoriale”. E il leader della Uil ricorda il basso numero dei medici nell’Isola, destinato a divenire insufficiente con gli esodi previsti nei prossimi anni: “Bene, quindi, avere aumentato il numero dei corsi per le specializzazioni – oggi requisito indispensabile per lavorare nelle strutture ospedaliere – ma ci vorranno anni per formare questo personale. Occorre riconoscere ai giovani dottori, chiamati a operare nelle Usca durante la pandemia, un percorso privilegiato per la specializzazione. Insufficiente è già oggi, invece, il personale infermieristico, conteso tra strutture pubbliche e private. Stesso discorso per gli operatori socio-sanitari. Serve capire che cosa è previsto nella manovra del governo Draghi – precisa Barone – e intervenire perché non ci siano soltanto soluzioni tampone”. Dati alla mano la Sicilia ha più di un milione di anziani, di cui buona parte non auto sufficienti. Le strutture ospedaliere, così come sono organizzate, non riescono a fornire riposte sufficienti per le loro esigenze. Più del 50% dei ricoveri impropri, cioè per prestazioni che non è necessario erogare in ospedale, comportano liste d’attesa lunghissime. E il segretario della Uil continua: “Non c’è alcun collegamento tra presidi ospedalieri e rsa. Per non parlare delle case famiglia, assolutamente opache e prive di qualsiasi controllo. Bisogna utilizzare le risorse che si libereranno con il Recovery plan per pensare a una medicina diversa. Potenziare gli organici degli ospedali, in questi anni falcidiati dai tagli, è un passo che si sta facendo, ma non basta. Bel gesto il riconoscimento di un bonus per gli operatori dei pronto soccorso, ma se resta una mancia episodica è del tutto inutile. Occorrerebbe – conclude Barone – portare non solo le vaccinazioni ma anche l’assistenza a domicilio, implementare i servizi di telemedicina e medicina territoriale, riorganizzare i medici di famiglia che oggi operano in condizioni di scarsissima efficienza. Utilizzare, infine, le unità speciali di continuità assistenziale (Usca) per potenziare l’assistenza domiciliare integrata con particolare riguardo per i pazienti cronici, servizio effettuato sino ad oggi e che ha evitato ospedalizzazioni inutili. Se perdiamo questa occasione e ci limitiamo ai pannicelli caldi si passerà da un‘ emergenza a un’altra”.

  Indietro

Maltempo, Barone: “In Sicilia niente infrastrutture ma solo incompiute”.

“Gli effettivi drammatici dell’alluvione sono dovuti, oltre che a cause naturali provocate dal cambiamento climatico, anche da una situazione del territorio assolutamente disastrosa. Non ci sono infrastrutture ma solo incompiute e cementificazione selvaggia”. Così il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Non si è fatto nulla per mettere in sicurezza la nostra isola nonostante ormai questi eventi siano prevedibili. Quello che grida vendetta è che le risorse ci sono e non vengono spese. Non ci si può lamentare il giorno dopo, facendo la conta dei danni, e non fare nulla per prevenire o risolvere”.

  Indietro

Alluvione, Lionti (Area Vasta): “Non si può bruciare d’estate e annegare in autunno“.

“Non tutte le lavoratrici, non tutti i lavoratori, hanno ricevuto dalle imprese indicazioni chiare e coerenti con l’allerta meteo lanciata da Protezione civile e Prefetture a Siracusa e Ragusa. Non tutte le aziende hanno risposto in modo uniforme e tempestivo agli appelli lanciati, tra l’altro, dai segretari delle nostre organizzazioni di categoria che stanno costantemente seguendo l’evolversi di queste ore cariche di tensione, disagi, pericoli.”

Lo afferma Luisella Lionti, segretaria organizzativa della Uil Sicilia con delega all’Area Vasta Palermo-Siracusa-Ragusa-Gela, che sottolinea: “Passata l’emergenza, chiediamo che vengano ascoltati dalle istituzioni i rappresentanti sindacali per la sicurezza perché possano indicare criticità e proposte sulla base della loro esperienza maturata sul campo. Ma rivendichiamo anche un serio confronto in ambito locale e regionale sulle capacità di progettazione e l’utilizzo delle risorse per gli interventi infrastrutturali, la difesa dell’ambiente, la lotta al dissesto idrogeologico. Non si può bruciare d’estate e annegare in autunno, in un’eterna emergenza fatta di roghi e nubifragi, finanziamenti sprecati e interventi mai fatti!”

L’esponente della Uil aggiunge: “Stiamo ricevendo continue informazioni dai nostri rappresentanti sindacali e riteniamo doveroso evidenziare come sia stato per molti estremamente difficile e rischioso raggiungere i luoghi di lavoro o rientrare nelle proprie abitazioni a causa dell’impraticabilità di tante, troppe, reti viarie. Nelle aree industriali, gli operai hanno vissuto gravissimi disagi a causa delle strade-gruviera. È il prezzo che ora paghiamo a decenni di manutenzioni negate, di opere pubbliche mai realizzate. A decenni di malapolitica e malaburocrazia, che ora minacciano di vanificare l’opportunità rappresentata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.” “Alla luce di quant’è avvenuto e di quanto sta ancora accadendo – conclude Luisella Lionti – riteniamo urgente un confronto con le istituzioni pubbliche ma anche con le associazioni datoriali e le singole imprese private. Con queste ultime, ad esempio, è indispensabile una seria riflessione e l’individuazione di regole condivise di approccio a casi di emergenza come l’attuale. Non comprendiamo, ad esempio, le penalizzanti difformità di comportamento nel settore edile o in quello della grande distribuzione. O ancora nel comparto dei servizi bancari e assicurativi con aperture e chiusure a macchia di leopardo e generiche indicazioni aziendali che hanno fatto ricadere sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori ogni valutazione, ogni incognita, sull’opportunità di presentarsi o meno nella sede di servizio.”

  Indietro

Lettera di minacce alla sindaca di Comiso, Lionti: “Esprimiamo pieno sostegno“.

Da donna, da sindacalista, intendo esprimere solidarietà e pieno sostegno alla sindaca di Comiso. Siamo certi che nessuna offesa, nessuna frase sessista, nessuna minaccia di morte potranno fermarla. Anzi!”. Lo afferma Luisella Lionti, segretaria organizzativa della Uil Sicilia con delega all’Area Vasta Palermo-Siracusa-Ragusa-Gela, che aggiunge: “Conosciamo bene la subcultura di chi non accetta che un ente pubblico o un’azienda privata siano a guida femminile. La missiva indirizzata a Maria Rita Schembri è un condensato di ignoranza, arretratezza e pensiero criminale che rende ancora più difficile l’impegno civile di chi è esposto ogni giorno sul fronte più avanzato dello Stato: i Comuni, appunto”. “Dalla Regione – conclude Luisella Lionti – attendiamo adesso qualcosa in più di scontati attestati di solidarietà verso sindaci e, soprattutto, sindache. Sia fatto di tutto perché gli amministratori cittadini possano efficacemente affrontare le sfide sociali a cui sono chiamati da una lunga stagione di falso, cinico, decentramento. Oggi sono privi di risorse, inermi. Non saranno mai soli, comunque. La Uil e il movimento sindacale saranno sempre dalla parte di chi lavora per i cittadini”.

L’ufficio stampa Gerardo Marrone.

  Indietro

Morti bianche, Lionti: “Ragusa tra le province più a rischio d’Italia“.

“Di certi primati faremmo decisamente a meno. Se Ragusa è tra le province-simbolo dell’emergenza incidenti sul lavoro in Italia, ciò significa che manca la prevenzione e difettano i controlli. Sono evidenti negli ispettorati siciliani i buchi, anzi le voragini di organico. La Regione risponda con interventi concreti alle nostre denunce e ai nostri appelli. Chi fa finta di nulla, chi non fa nulla, è complice di questa strage silenziosa”. Luisella Lionti, segretaria organizzativa della Uil Sicilia con delega all’Area Vasta Palermo-Siracusa-Ragusa-Gela, commenta “con rabbia e dolore” i dati emersi in queste da uno studio nazionale condotto dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro “Vega Engineering” di Mestre. In proporzione al numero di occupati, l’incidenza di morti bianche nel territorio ibleo è di quasi tre volte superiore rispetto alla media nazionale. La più alta nell’Isola, la settima in Italia. “I numeri sono tragicamente eloquenti e impongono una riflessione comune, di parti sociali e istituzioni”, esclama Luisella Lionti che aggiunge: “Da una delle province più a rischio per il lavoro e i lavoratori vogliamo rilanciare la nostra proposta di un decreto che consenta la sospensione delle imprese con carenze nell’applicazione delle regole antinfortuni, per dare così la possibilità all’azienda di mettersi a norma”. “A Ragusa come altrove – afferma la segretaria Uil – c’è fame di occupazione, ma non a ogni costo. Nulla vale una vita. La nostra organizzazione con il suo leader Pierpaolo Bombardieri ha dedicato il 2021 alla campagna Zero morti sul lavoro. Siamo riusciti a fare breccia nel muro di silenzi e impunità che circonda questo scandalo nazionale, ma non basta. Rivendichiamo sicurezza e formazione. Sollecitiamo alla politica misure efficaci, nella speranza in Sicilia che almeno stavolta essere Regione autonoma non rappresenti uno svantaggio. Vogliamo, inoltre, che venga assicurata maggiore incisività e capacità di controllo agli Rls e agli Rlst, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Per questo, la Uil con Cgil e Cisl ha presentato una piattaforma nazionale che fra l’altro chiede al Governo di garantire a Rls e Rlst il diritto di pieno e illimitato accesso in tutti i luoghi di lavoro. Oggi non è così. Nessuna azienda deve restare senza Rappresentanti per la Sicurezza e a loro va garantita una partecipazione effettiva, costante, al sistema di prevenzione”.

L’ufficio stampa Gerardo Marrone.