Palermo. “E’ positivo che la Soprintendenza al Mare abbia rilasciato il parere sul progetto della base gas Argo-Cassiopea che così sblocca finalmente l’iter. In questo modo si potrà permettere ad Eni di avviare nuovi investimenti e di creare buona occupazione. Adesso, tocca al governo nazionale disporre la proroga della Valutazione di impatto ambientale. Gela deve essere una priorità nazionale, non possiamo farci scappare questa occoasione”. Così il segretario generale Claudio Barone.
News
Infrastrutture, Barone: “Istituita la Consulta regionale”.
Palermo. “Infrastrutture e trasporti, la situazione nell’Isola e’ drammatica. I siciliani ancora oggi sono costretti a percorre strade colabrodo con cantieri bloccati e migliaia di edili senza occupazione. E’ necessario intervenire subito sbloccando fondi, che ci sono, fare ripartire i cantieri e controllare l’andamento dei lavori. Per questo l’istituzione della consulta regionale e’ un buon inizio. Lo avevamo chiesto da tempo e oggi con l’assessore Falcone (nella foto) e i vertici di Anas ed Rfi e’ stato dato il via a questo organismo. Il prossimo settembre e’ prevista la prima riunione”. Così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “La Consulta servirà a monitorare le opere pubbliche in corso o di prossimo avvio, ma anche ad accogliere indicazioni utili per superare gli ostacoli che troppo spesso hanno ritardato la realizzazione dei lavori e per tutelare gli edili che oggi rischiano di non avere più ammortizzatori sociali”.
Siracusa, riaperto il dialogo con Confindustria
I segretari generali di Uiltec, FenealUil e Uilm, rispettivamente Saveria Corallo, Andrea Bottaro, e Santo Genovese (nella foto), riunitisi per una valutazione dell’attuale momento vissuto dall’area industriale siracusana, accolgono con positività quanto affermato dal Presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, in merito alla ripresa di un confronto proficuo con le organizzazioni sindacali.
Ricordiamo che la stessa Confindustria aveva indicato con una lettera la scelta di chiamarsi fuori dal confronto sul tavolo degli appalti, dopo il passo indietro del Prefetto, così com’è necessario ricordare che la presa di posizione di Isab (l’associato più grande di Confindustria Siracusa) che ha fatto pressioni sul governo attraverso l’ambasciatore russo, in piena trattativa sugli appalti, non agevola certamente il confronto con il sindacato. In merito alla questione dell’ordinanza prefettizia che vieta gli assembramenti in caso di scioperi nelle aree della zona industriale, Uiltec, FenealUil e Uilm condividono la necessità di abbassare i toni e tornare rapidamente ad un confronto, occorre misurare le reali intenzioni di Confindustria in merito alla volontà di chiudere l’accordo sugli appalti e mettere fine ad una polemica che non migliora la condizione drammatica dei lavoratori dell’area industriale siracusana. Sulla “questione industriale” era già intervenuto pochi giorni fa anche il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, sottolineando che “questa situazione presenta gravi criticità.
In particolare per i ritardi degli stipendi o le mancate garanzie per i lavoratori nei cambi appalto integrati come quelli della Lukoil. Dunque la Uil è contraria a esporre conflitti di qualunque sorta ma non si può pensare che tali problemi possano essere soffocati senza offrire una soluzione adeguata. Per questo continuiamo a ribadire alle parti sociali e nel massimo rispetto delle istituzioni, di contribuire a procedere e concertare soluzioni ai problemi reali ed evitare strumentalizzazioni di qualunque sorta”. Le categorie dei “chimici, edili e meccanici” della UIL chiedono un confronto al settore industria unitario di Cgil, Cisl e Uil per ritrovare un percorso unitario che porti alla risoluzione delle problematiche dei lavoratori dell’indotto, l’unica strada è quella di tornare al tavolo sugli appalti e verificare se Confindustria Siracusa ha realmente la volontà di affrontare e risolvere i problemi.
Partecipate, Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie per il rilancio dei servizi e la razionalizzazione e tutela del personale.
Palermo 5 luglio 2019 – Cgil Cisl e Uil, con le categorie e i lavoratori impegnati nelle società partecipate del Comune, mettono a punto un percorso confederale per rilanciare, attraverso l’unità sindacale e con una nuova visione d’insieme, il sistema dei servizi ai cittadini. L’idea è quella di una piattaforma comune, un monitoraggio completo di sintesi sullo stato di salute e sulle esigenze specifiche delle varie partecipate per intervenire sulle scelte da fare. Al sindaco, sarà richiesta l’apertura urgente di un tavolo permanente sulle partecipate. Il percorso, che deve segnare un cambio di passo, punta a creare un confronto con le associazioni cittadine, per condividere un’azione unitaria di indirizzo su tutti i servizi di Palermo e provincia, che metta al centro il lavoro, la qualità del lavoro, la sua sicurezza e la sua durata e una qualità degli stessi. “Le partecipate vivono un momento drammatico. Dobbiamo intervenire con un progetto complessivo che guardi alle tante luci e alle tante ombre dei servizi resi ai palermitani. Facciamo appello alle istituzioni, alla cittadinanza attiva, a tutti coloro che vogliono impegnarsi per risolvere i problemi della città”, hanno detto oggi il segretario generale di Cgil Palermo Enzo Campo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il coordinatore territoriale Uil Palermo Gianni Borrelli. “ Accanto alle debolezze e alle tante criticità ci sono dei punti di forza – hanno aggiunto Campo, La Piana e Borrelli – Dobbiamo mettere insieme le sinergie e allearci per far sì che la spesa per le partecipate venga utilizzata per gestire servizi essenziali, validi ed efficienti per i cittadini. In questo modo rinforziamo il lavoro delle categorie: ci sono temi troppo complessi nell’organizzazione delle partecipate che non possono essere affrontati da soli. E troppo spesso, dopo i proclami, non arrivano atti concreti. Siamo contenti che Palermo non sia più capitale della mafia e che sia stata capitale della Cultura. Ma bisogna costruire cultura e bellezza ed eliminare la disperazione per far sì che la città decolli”. Un percorso che è partito nei mesi scorsi, con l’ascolto dei lavoratori impegnati con le categorie di riferimento di Cgil, Cisl e Uil in Amap, Amat, Amg, Rap, Sispi, Reset. Oggi il primo incontro, per la messa a punto di una strategia condivisa. Al primo attivo unitario, che si è svolto presso la sede della Camera del Lavoro, in via Meli, Cgil, Cisl e Uil, assieme ai rappresentanti delle categorie, rivendicano un sistema di regole condivise, un nuovo protagonismo sindacale fatto di idee progettuali e di rivendicazioni e l’attenzione alla pertinenza del ruolo svolto dai lavoratori nei vari settori. La discussione ha spaziato su tutti i fronti, mettendo a nudo per la prima volta, da tempo, in modo unitario, i tanti problemi riscontrati. I sindacati non hanno risparmiato giudizi critici sulle partecipate, a partire dai rifiuti, “sistema che fa acqua da tutte le parti”, con il contratto di servizio in scadenza ad agosto. Tra gli alti nodi evidenziati: il grande tema dell’evasione fiscale della Tari, manutenzioni inadeguate, la mancanza di turn-over, la necessità in tutte le aziende di concorsi per introdurre nuovo personale con professionalità adeguate alle esigenze delle singole aziende, l’incertezza di risorse, le contraddizioni nel rapporto tra aziende e Comune. E le rivendicazioni di autonomia dalla politica da parte di alcune aziende “a vocazione industriale. E’ necessario che per ogni azienda si presenti un piano di rilancio industriale, che si adegui il contratto di servizio alle reali esigenze, e che si mantengano l’equilibrio economico-finanziario in modo da non influire negativamente sul bilancio consolidato del Comune di Palermo. “Non ci sono assunzioni da più di 15 anni, quasi tutto il personale supera i 50, i 55 anni – hanno detto diversi lavoratori – E la mobilità interaziendale non ha seguito alcun criterio relativo alle competenze. Il risultato è che, ad esempio all’Amat, i lavoratori sono massacrati, con turni impossibili”. Da qui la definizione delle richieste che comporranno la piattaforma da presentare al Comune, aperta al contributo delle associazioni: la riorganizzazione del personale, il reclutamento di nuovo personale per svecchiare gli organici e dare una speranza di inserimento professionale anche ai tanti giovani disoccupati di Palermo, un tavolo permanente col Comune sulle partecipate, il rilancio dei servizi, la revisione dei contratti di servizio, la mobilità di personale tra le aziende adeguata alle necessità delle singole partecipate e alla tipologia dei servizi, fronte comune con le associazioni per risolvere i problemi della città e migliorare la qualità dei servizi, la lotta all’evasione, la contrattazione integrativa.
Avviso 2, Panzica: “Tutto fermo al dipartimento Istruzione e Formazione“.
Palermo. “Sarà un’estate difficile per i circa 2.500 lavoratori della Formazione professionale siciliana. Per colpa della burocrazia e della lentezza amministrativa, infatti, non riceveranno lo stipendio anche se i corsi, iniziati lo scorso anno, sono ormai al termine”. Lo denuncia Ninni Panzica della Uil Scuola, che continua: “In questi giorni si sarebbe dovuto pagare il secondo acconto dell’Avviso 2. Ma il Dipartimento Istruzione e Formazione, ancora oggi sprovvisto di una piattaforma che funzioni correttamente, non è in grado di monitorare l’attività degli enti di formazione e di stabilire la data certa per l’erogazione dei soldi. Inoltre il prossimo 5 agosto la Ragioneria chiuderà i battenti e di conseguenza non potranno essere emessi i mandati di pagamento. I lavoratori resteranno, quindi, con un pugno di mosche in mano nonostante il servizio già svolto. Gli sforzi fatti per rimettere in moto la Formazione – conclude Panzica – risultano vani. Non si può pensare di rilanciare un settore quando la stessa Amministrazione non è in grado di svolgere servizi fondamentali. Chiediamo subito, all’assessore Lagalla, un intervento straordinario. A questi lavoratori deve essere garantito ogni mese il diritto di potere portare uno stipendio a casa”.
SINDACATI, IL 22 IN PIAZZA DALLA SICILIA A REGGIO PER UN #FUTUROALLAVORO
PALERMO. “Nel Sud e in Sicilia, l’economia ha bisogno di un colpo di reni. Al Governo nazionale chiediamo un triplice piano straordinario su investimenti, occupazione e infrastrutture. Tre piani da mettere in cantiere subito per evitare di affondare. Per questo manifesteremo assieme alle confederazioni nazionali”. Così i segretari generali di Cgil Cisl Uil siciliane, Michele Pagliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, in occasione degli attivi unitari regionali svoltisi stamani a Palermo in vista della mobilitazione nazionale che porterà le confederazioni a Reggio Calabria il prossimo 22 giugno, per la manifestazione intitolata #FuturoalLavoro. Dalla Sicilia partiranno in seimila tra lavoratori, pensionati, giovani.
“I tre piani straordinari – secondo i sindacati – dovranno avere al centro il rilancio degli investimenti pubblici e privati. Anche con l’attuazione, da parte delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche, della clausola introdotta nella scorsa legislatura nazionale, che impone che il 34% di tutti gli investimenti pubblici sia destinato al Sud. La misura non può restare sulla carta, perché sarebbe l’eutanasia dell’economia nel Mezzogiorno”. Inoltre, ha detto il segretario della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, aprendo i lavori, “ci aspettiamo che si metta in moto il funzionamento delle Zes, le Zone economiche speciali concepite per attrarre investimenti nelle aree portuali e aeroportuali. E rivendichiamo un colpo d’acceleratore per la ripresa dell’occupazione: un tema particolarmente angosciante per la Sicilia, che con il 53,6% è la terza, tra più di 500 regioni Ue, per disoccupazione giovanile. Servono investimenti pubblici e privati per far ripartire produzione e occupazione e creare ricchezza diffusa nel Sud”. Negli ultimi dieci anni la disoccupazione in Sicilia è passata dal 13,7% al 21,5%. Il tasso di occupazione è sceso dal 44,1% al 40,7%. Si sono persi ben 115.638 posti di lavoro e le imprese attive si sono ridotte del 4,4%. “Il gap col resto del Paese è forte – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia Michele Pagliaro – e le attuali politiche rischiano di accentuarlo. Penso per esempio all’Autonomia differenziata, destinata a incidere negativamente su diritti fondamentali come quelli all’istruzione, alla salute e al lavoro. Nel nostro Paese – ha aggiunto Pagliaro – c’è anche un’emergenza democratica, dalle felpe di Salvini alla vicenda della prof Dell’Aria, col tentativo di limitare le libertà: come sindacato confederale è un tema che abbiamo il dovere di portare alla ribalta”.
Per Cgil Cisl e Uil a mancare sono una visione dello sviluppo e una strategia complessiva “che francamente non vediamo”. Più in dettaglio, affermano, “serve una politica che fermi la deindustrializzazione e allarghi la base industriale meridionale e siciliana promuovendo nuove imprese, incentivando le reti di imprese, sostenendo la crescita dimensionale delle imprese”. Per Claudio Barone, segretario della Uil Sicilia, “c’è bisogno di creare infrastrutture per rilanciare l’economia. La rete dei collegamenti nell’isola e nel Sud versa in una situazione tragica. Turismo, agricoltura e industria possono svilupparsi solo se c’è una dotazione infrastrutturale adeguata: abbiamo autostrade colabrodo e collegamenti ferroviari vetusti. Oggi non ci sono segnali, dal governo nazionale vogliamo risposte concrete non spot elettorali. Altrimenti i giovani continueranno ad abbandonare la nostra terra per cercare occupazione, senza alcuna possibilità di rientro”. Il piano per le reti infrastrutturali fisiche e digitali è dunque, sostengono i sindacati, uno snodo strategico. In proposito, c’è un deficit politico e programmatico che ipoteca il futuro meridionale e siciliano. Perché le infrastrutture, dai grandi assi alle piattaforme intermodali ai corridoi della banda larga, sono una precondizione dello sviluppo. Pertanto, “chiediamo un fondo statale per la progettazione delle opere pubbliche nel Sud, con una dotazione iniziale di almeno 500 milioni. E aspettiamo che si dia corso al voto con cui tre anni fa il Parlamento europeo ha riconosciuto la condizione di insularità della Sicilia. Perché tre anni dopo quel voto che sembrò aprire la strada all’abbattimento dei costi delle tratte marittime, ferroviarie e aeree e anche a misure di fiscalità compensativa, nel Def che il Parlamento nazionale ha approvato qualche settimana fa, all’insularità della Sicilia non è destinato praticamente nulla. Ma così la Sicilia e il Sud non ripartiranno mai”.
Cantiere Palermo /Agrigento SS.121, i sindacati: “Sempre più lontana e dubbia la ripresa reale dei lavori”.
Palermo. “Dopo la scomparsa dell’emendamento nello Sblocca Cantieri, che avrebbe consentito la costituzione di un fondo finalizzato al completamento della Palermo-Agrigento, si allontana il riavvio dei lavori”. Lo dichiarano Ignazio Baudo della Feneal Uil, Paolo D’Anca della Filca Cisl e Piero Ceraulo della Fillea Cgil, che aggiungono: “A seguito dell’incontro all’Anas Sicilia, alla presenza dei responsabili della Bolognetta scpa, è emersa la necessità di una proroga per la presentazione del piano concordatario e la volontà di affidare tutte le lavorazioni a soggetti terzi, mantenendo il ruolo di contraente generale”. Feneal, Filca e Fillea insieme a Cgil, Cisl e Uil, preoccupate sulle ricadute occupazionali e sul completamento dell’Opera, ribadiscono “la necessità di individuare risorse anche attraverso il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e degli istituti bancari per consentire così alla Bolognetta scpa il prosieguo dei lavori. I segretari Ignazio Baudo e Claudio Barone segretario generale Uil Palermo e Sicilia, Piero Ceraulo ed Enzo Campo segretario generale Cgil Palermo, Paolo D’Anca e Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, sottolineano che “nell’ipotesi di affidamento ad imprese terze, le stesse dovranno avere le caratteristiche necessarie per lo svolgimento dei lavori e fornire le dovute garanzie per ciò che attiene la condizione imprescindibile di rioccupazione di tutte le maestranze al momento in cigs”. Feneal Filca e Fillea sollecitano “un intervento da parte del governo regionale che in diverse occasioni aveva già assunto precisi impegni”. Intanto stamane si è svolta l’assemblea dei lavoratori che ha deliberato una serie di iniziative partendo da una grande mobilitazione per coinvolgere le comunità e le amministrazioni che ricadono nell’area dei lavori e per lanciare un grido d’allarme sul tema delle infrastrutture siciliane che rispetto al resto del Paese segnano un gap marcatamente negativo”. Il prossimo 22 giugno Cgil, Cisl e Uil manifesteranno a Reggio Calabria per “rivendicare la valenza strategica delle infrastrutture per lo sviluppo”.
Call center, stato di agitazione ad Almaviva. Richiesta l’apertura di un tavolo ministeriale.
Palermo 6 giugno 2019 – Stato di agitazione a partire da oggi dei lavoratori Almaviva Palermo e richiesta di apertura di un tavolo al Mise. In una lettera inviata al ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, al presidente della Regione, Nello Musumeci, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando le organizzazioni sindacali territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc chiedono “un intervento immediato del governo per scongiurare una catastrofe sociale che riguarda più di 3mila famiglie e che, se non affrontata subito, diventerà irreversibile”. E’ questa la reazione dei sindacati dopo l’annuncio di Almaviva Contact del ricorso ad ammortizzatori sociali fino al 60 per cento su tutte le commesse in seguito il taglio comunicato dai due principali committenti, WindTre e Tim, del 70 per cento dei volumi di traffico. Una contrazione che si tradurrebbe, secondo le stime dei sindacati, nel 45 per cento circa di esuberi, con oltre 1.200 i lavoratori a rischio. I volumi di lavoro che WindTre e TIM stanno prospettando sul sito di Palermo, già da tempo ridotti, subiranno una contrazione dunque ancora più drastica nei mesi a venire e per di più con tariffe molto distanti da quelle stabilite dal decreto ministeriale n.123/2017 e dal recente accordo nazionale fra Asstel e organizzazioni sindacali. A ciò si aggiunge la totale incertezza sul futuro dei lavoratori impiegati sulla commessa Alitalia, in scadenza il 30 giugno. “Appare evidente – scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – che gli effetti di queste determinazioni mettono a rischio la tenuta occupazionale del sito di Palermo, vanificando del tutto le misure intraprese negli ultimi anni, con una percentuale di ammortizzatori sociali che sembrerebbe il preludio di una drastica ristrutturazione del sito”. “Drammatica” e “inquietante” è inoltre per i sindacati delle telecomunicazioni la totale assenza di informazioni e di monitoraggio sui volumi di lavoro transitati in territori esteri nonché l’assegnazione delle attività in base ai contratti siglati con gli outsourcer. “In un settore investito da una forte crisi e caratterizzato dall’assenza di regole – si legge nella nota unitaria – le organizzazioni sindacali si trovano dunque a dover fronteggiare le continue emergenze legate al mancato rientro dei volumi di lavoro, che continuano a essere gestiti all’estero. I committenti, inoltre, possono in qualunque momento chiudere o dirottare le attività destinate ai loro fornitori, con conseguenze spesso drammatiche per i lavoratori”. “Ora più che mai – aggiungono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – occorre un intervento istituzionale a tutti i livelli, per rendere concreti gli interventi strutturali che il settore necessita, indispensabili per non fare morire un comparto già al collasso, e per la tutela immediata di posti di lavoro che Palermo, la Sicilia e tutto il Mezzogiorno non possono permettersi di perdere”. “Le attese nei confronti di questo governo, che punta l’attenzione sulla tutela del reddito e sulla tutela del lavoro del Paese, devono trovare la loro concretizzazione nell’immediato, proprio nel Sud Italia, ‘core business’ di questo settore, che conta 80 mila addetti sul tutto il territorio nazionale, quasi 20 mila dei quali in Sicilia”. Le organizzazioni sindacali chiedono l’impegno di tutti i gruppi parlamentari siciliani sulla vertenza. Nei prossimi giorni sarà indetta una conferenza stampa e sarà avviato un percorso di assemblee, in vista di una possibile mobilitazione di categoria.
Lavoro, Raimondi e Borrelli: “Centri per l’impiego nel caos, colpa dei ritardi della Regione.
Palermo. “Sono già migliaia i cittadini che hanno ricevuto il reddito di cittadinanza ma nei Centri per l’Impiego è ancora tutto fermo. Lo dimostrano le lunghe attese per ottenere un appuntamento. Per molti beneficiari, infatti, la firma del Patto di Servizio non avverrà prima di settembre. La Uil Sicilia aveva previsto questo intoppo, è il risultato della mancanza di un progetto che avrebbe dovuto assicurare ai cittadini personale qualificato e congruo. Abbiamo già chiesto al governo Musumeci un confronto per definire il piano e le modalità di ricollocazione del personale, nonché la valorizzazione delle professionalità interne, al fine di garantire tutti i lavoratori. A tal proposito sollecitiamo, ancora una volta, l’attivazione della commissione paritetica presso l’Aran Sicilia che deve – secondo contratto – individuare i percorsi di riqualificazione e ricollocazione del personale regionale”. Lo sostengono Giuseppe Raimondi e Gianni Borrelli della segreteria della Uil Sicilia, che aggiungono: “La Regione siciliana, già titolare delle Politiche attive del Lavoro, sino ad oggi non ha saputo creare una sinergia tra ex sportellisti e dipendenti regionali, tra i quali non esiste alcun contrasto. Chiediamo, inoltre, all’Anpal nazionale una risposta su come valorizzare le professionalità degli ex sportellisti che vantano già esperienze nel settore delle politiche attive del lavoro”.
Ex Province, i sindacati incontrano il Governo regionale
Il salvataggio delle ex Province siciliane passa da un emendamento al “decreto crescita” che il Parlamento nazionale dovrà approvare necessariamente entro il 29 giugno prossimo. Lo hanno presentato oggi alle sigle sindacali l’assessore all’Economia Gaetano Armao (nella foto) e l’assessore per la Funzione pubblica Bernardette Grasso, nel corso di un incontro alla Regione. “L’emendamento recepisce i punti chiave dell’accordo Stato-Regione e, una volta approvato, salverebbe le nove province siciliane dal dissesto altrimenti inevitabile. Prendiamo atto di questo ulteriore passo in avanti e dell’impegno che il Governo regionale ha assunto per portare avanti una battaglia di fondamentale importanza non soltanto per il personale degli enti, ma anche e soprattutto per tutti i cittadini dell’Isola che hanno diritto a servizi essenziali che funzionino”. Lo hanno dichiarato Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo, di Cgil e Fp Cgil Sicilia, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, di Cisl e Cisl Fp Siciilia, Claudio Barone ed Enzo Tango, di #Uil e Uilfpl SiciliaePalermo. “L’arrivo di nuove risorse economiche e la possibilità di approvare i bilanci – concludono i sindacalisti – consentirà alle province di resistere ancora, in attesa che si trovi, sia a livello regionale sia a livello nazionale, una soluzione più organica per il rilancio a 360 gradi di questi enti che sono fondamentali per l’amministrazione del territorio”.