Cgil, Cisl e Uil siciliane hanno scritto al presidente della Regione, Renato Schifani, per chiedere “una strategia per il contrasto alla violenza di genere ”, i cui casi si sono moltiplicati in Sicilia. “Urgono risposte della politica, agendo su più fronti” scrivono Elvira Morana, Rosanna Laplaca e Vilma Maria Costa sottolineando che “il solo approccio punitivo non basta” ad affrontare un fenomeno di tale gravità. Per le tre esponenti sindacali uno degli aspetti da porre sotto i riflettori è “l’alto tasso di abbandono di scolastico” che contribuisce a costruire “il potenziale zoccolo duro del modello patriarcale alla base delle azioni di violenza”. C’è da “rendere operativi strumenti creati con leggi regionali del 2012 e del 2020 come l’osservatorio e la cabina di regia”, sostengono. Ma c’è soprattutto da agire “per il riconoscimento e la valorizzazione delle donne, superando le criticità esistenti”, ad esempio quelle del mercato del lavoro e del welfare. “Le donne – sostengono Cgil, Cisl e Uil possono dare un contributo decisivo allo sviluppo della Sicilia” e la piena valorizzazione del loro ruolo può essere anche uno dei grimaldelli contro il patriarcato che genera violenza. Subito dunque un tavolo regionale con le parti sociali e le associazioni, invocano i sindacati, “per affrontare questa emergenza strutturale”
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Caos aeroporti, Adoc nazionale: “Situazione emergenziale ma mancano azioni staordinarie”.
A 5 giorni dall’incendio dell’aeroporto di Fontanarossa a Catania, viaggiatori e turisti sono lasciati alla mercè, senza informazioni e servizi. Le file sono interminabili, decine gli autobus fermi a Trapani per trasportare i passeggeri fino a Catania, incidenti e traffico insieme al caldo asfissiante di questo periodo stanno rovinando le vacanze ai turisti, arrivati nell’isola per trascorrere le vacanze. In attesa di risposte, i passeggeri sono assiepati come formiche a 45 gradi nel terminal C di Catania, come negli aeroporti di Trapani e Palermo. Una situazione vergognosa non da Paese Civile. Non è ammissibile che ci siano ritardi per la risoluzione delle problematiche dovute all’incendio in Sicilia, punto nevralgico, da un punto di vista economico e turistico, del nostro Paese soprattutto in questo periodo di alta stagione. È quanto denunciato da Adoc nazionale, insieme ad Adoc Sicilia e Adoc Catania.
La Presidente Adoc nazionale, Anna Rea, in questi giorni in Sicilia per un incontro con le Adoc territoriali, ha affermato che a questa ennesima situazione emergenziale non si sta rispondendo con azioni altrettanto straordinarie da parte di tutti gli attori responsabili, dalle Istituzioni nazionali a quelle regionali, fino alle società di gestione aeroportuali e alle compagnie aeree. Le condizioni dei viaggiatori sono indegne: manca una comunicazione adeguata ai consumatori, non ci sono autobus sufficienti. Sembra di essere dimenticati da Dio – ha continuato Rea. Senza ferrovie e autostrade, percorrere le statali è un’odissea tra interruzioni e incendi. Ci vogliono 4 ore e mezza per fare 200 km. E ancora, i trasporti via mare risultano insufficienti per non parlare delle tariffe esorbitanti senza ricevere un servizio adeguato. Si è parlato della possibilità di mettere a disposizione l’aeroporto di Sigonella per ridimensionare e alleviare i disagi ai passeggeri, ma – ha detto Rea – tutt’ora non si hanno certezze sull’apertura dello scalo e l’aeroporto di Comiso continua il servizio solo per alcune compagnie e poche rotte. Invitiamo il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, che pensa al ponte di Messina, a fare un piano straordinario infrastrutturale per la Sicilia: qui manca tutto. Stiamo valutando i profili delle responsabilità con i nostri consulenti legali e le eventuali azioni da intraprendere nelle opportune sedi a tutela degli interessi e dei diritti dei consumatori – ha spiegato Anna Rea. L’Adoc, insieme all’impegno costante con le istituzioni pubbliche e private, mette a disposizioni gli sportelli Adoc Sicilia e quello nazionale, aperti tutto il giorno, a tutti gli utenti che hanno bisogno di assistenza e tutela.
Stress termico, Cgil e Uil Sicilia: “Sospendere le attività dalle 12 alle 16″.
Palermo. “Sospendere le attività durante le ore più calde della giornata per non mettere a rischio la vita dei lavoratori impegnati soprattutto nel settore delle costruzioni e dell’agroindustria”. Cgil e Uil Sicilia, insieme a Fillea Cgil e Feneal Uil Sicilia, Flai Cgil e Uila Sicilia, vista l’eccezionale ondata di calore che sta investendo il nostro Paese e la Sicilia, chiedono al governo regionale “misure concrete e provvedimenti a tutela di lavoratori e lavoratrici”. “Lo svolgimento delle attività lavorative in condizioni di elevate temperature determinate da “ondate di calore estreme” rappresenta uno dei fattori di rischio e, quindi, di infortuni spesso anche mortali – affermano le organizzazioni sindacali -. Come è noto possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore aumentandone il rischio di infortuni”. La Regione siciliana, attraverso il comitato regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ha predisposto un vademecum con indicazioni sul rischio da stress termico utile a informare lavoratori e aziende in merito alle buone pratiche di prevenzione e protezione da adottare. “Questo rappresenta un ulteriore e importante strumento di informazione – continuano i sindacati -. Pubblicizza, inoltre, piattaforme e progetti che valorizzano e approfondiscono le conoscenze relativamente agli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività. Siamo però convinti che occorre fare di più. Spesso, infatti, seppur in presenza di una normativa evoluta e puntuale non assistiamo a quell’avanzamento culturale auspicabile che determini un’organizzazione delle attività produttive a tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e lavoratori. Pertanto riteniamo improcrastinabile la sospensione di tutte le attività che presentano elevati rischi vietandone lo svolgimento dalle 12 alle 16. E ancora chiediamo la condivisione di campagne istituzionali, l’attivazione di tavoli permanenti territoriali e l’incremento della sorveglianza sanitaria”.
Regionali, monta la protesta dei sindacati
Palermo. Il prossimo martedì 18 luglio l’appuntamento di tutti i dipendenti regionali, degli enti e società che ne applicano il contratto, sarà a Palermo sotto la sede del Presidente della Regione in piazza Indipendenza. L’iniziativa di protesta di tutti i lavoratori delle categorie A, B, C e D, che segue i due sit-in tenuti dai dirigenti sindacali nei giorni scorsi, sarà, questa volta aperto alla partecipazione di tutti i lavoratori che intendono manifestare al presidente della Regione, Renato Schifani, tutta la propria rabbia e disappunto sul comprovato disinteresse dimostrato dalla politica siciliana vero le gravissime problematiche della categoria, non ultimo il mancato rinnovo economico che tarda ormai da oltre cinque anni, mentre da ben 22 anni non si ha alcuna possibilità di carriera all’interno nonostante le mansioni superiori svolte. In particolare il nodo della mancata previsione di una riclassificazione di tutto il personale in un nuovo sistema classificatorio e la evidente volontà del governo di volere continuare lo sfruttamento del personale in mansioni non proprie ai propri ruoli stanno alimentando una protesta che, ormai, da alcuni giorni, si sta allargando a macchia d’olio su tutto il territorio. Sempre più dipendenti, infatti, manifestano la volontà di espletare le mansioni per cui si è pagati, causando una moltitudine di disservizi con l’utenza dei quali la responsabilità va ascritta esclusivamente alla cecità dell’attuale esecutivo di governo. “Se martedì prossimo – dichiarano i segretari generali e regionali delle organizzazioni sindacali rappresentative – il governo ritenesse di continuare a non dare aperture alle legittime rivendicazioni dei lavoratori, tutti i sindacati, unitariamente, potrebbero vedersi costretti a proclamare la prosecuzione a oltranza della protesta delle mansioni in atto oltreché la programmazione di uno sciopero generale in tutto il territorio regionale”.
Salute mentale, Consulta regionale: “In Sicilia situazione disastrosa e dalla Regione il silenzio”
Palermo, 26 giu- In Sicilia per la Salute mentale si spende per residente il 36,3% in più rispetto alla media nazionale ma nonostante questo l’assistenza è “lontana da standard minimi di qualità ed efficacia”. La denuncia viene dalla Consulta regionale, un cartello di una ventina tra sindacati, associazioni anche di familiari, enti, fondazioni, società scientifiche, centrali cooperative, strutture private accreditate, che ha presentato oggi in conferenza stampa un report sull’argomento, assieme a una serie di proposte e alla richiesta al governo regionale di insediamento di un tavolo permanente con l’obiettivo del miglioramento della situazione attuale, definita “disastrosa”. Giovedì 29 giugno i promotori dell’iniziativa terranno un sit- in di protesta a partire dalle 10 davanti all’assessorato regionale alla Salute. Il documento in realtà è stato consegnato all’assessore regionale alla Salute lo scorso dicembre “ma finora- ha detto Fiorentino Trojano, psichiatra- non abbiamo avuto alcun riscontro nonostante si tratti di un testo che pone problemi urgenti e delinea soluzioni, firmato da un’ampia rappresentanza del mondo della Salute mentale”. L’assistenza in salute mentale, sostiene la Consulta, sconta un modello organizzativo obsoleto, orientato sulla lungodegenza, che vede da un lato un boom di permanenze nelle comunità terapeutiche assistite, 1.900 giorni rispetto ai 1.059 del resto d’Italia, dall’altro reparti ospedalieri con posti letto sottodimensionati visto che su 515 posti letto previsti ne sono attivati solo 328, personale insufficiente, multiprofessionalità nei Dipartimenti di salute mentale venuta meno. Mancano psichiatri, infermieri professionali, psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, “figure fondamentali per far fare un salto di qualità al sistema”, ha rilevato Gaetano Agliozzo, segretario generale della Fp Cgil Sicilia aggiungendo che “le carenze del sistema le scontano sia i pazienti che le loro famiglie. Noi sollecitiamo la Regione a rivedere il sistema – ha sottolineato- secondo le linee e le proposte che indichiamo nel documento”. “La vertenza- ha detto Nunzio Storaci, presidente del consiglio regionale Anaao- deve approdare anche sul tavolo del Presidente della Regione”. Tra le note dolenti le strutture semiresidenziali inferiori sia per numero che per posti letto rispetto alla media nazionale ( 27,6 per 100 mila abitanti contro 30/100 mila) sia per gli accessi che nell’isola sono il 25,8% in meno, ma anche “l’inserimento inappropriato di pazienti giudiziari nelle comunità terapeutiche ( Cta)- dice il documenti- che prevederebbero ricoveri su base volontaria per riabilitazione e che invece si vedono impegnate ad assolvere un ruolo per le quali non sono preparate, né strutturalmente né a livello organizzativo”. Nelle Cta di Trapani, il 50% dei ricoverati sono pazienti psichiatrici destinatari di misure cautelari e di sicurezza, a Messina e Catania il 40% a Palermo il 20% ma un gruppo di circa 14 persone ha sforato il tempo massimo di 6 anni di permanenza. Va peggio per i pazienti più gravi, con i 23 milioni del budget salute inattivati a tutt’oggi dalle Asp che stanno ancora istituendo gli albi mentre una di esse, Siracusa, ha dichiarato che ne attiverà solo per 8 pazienti non stanziando i due milioni previsti. “Si tratta dell’ 0,2% sul bilancio delle Asp – ha detto Giuseppe Raimondi, della segreteria della Uil Sicilia – che vanno distribuiti su tre assi: lavoro e formazione, casa, habitat, socialità e affettività. L’Asp di Palermo- ha rilevato- ha coinvolto tutti i soggetti interessati per un progetto , che può diventare progetto pilota per l’intera Sicilia. E’ chiaro che si tratta di una vertenza prioritaria”. “E’ scandaloso che in un momento difficile per i cittadini e le famiglie- ha aggiunto Enzo Ciaravino, dell’associazione ‘Si può fare Sicilia’- questi fondi non vengano utilizzati”. Per quanto riguarda strutture residenziali come le comunità terapeutiche assistite e comunità alloggio, tutte con assistenza h24, i posti letto sono complessivamente 3.900 e assieme alle strutture di neuropsichiatria infantile e a quelle per le dipendenze assorbono il 50% delle risorse del settore. Per il cartello “è un modello terapeuticamente sbagliato ed economicamente disastroso, a rischio collasso e che non evita la migrazione sanitaria per molte patologie come l’autismo, ad esempio, o i disturbi della sfera alimentare”. Tra ritardi- come quello sull’applicazione per la Salute mentale e specificamente per le strutture residenziali del “Piano delle azioni e dei servizi socio- sanitari e del sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni socio- sanitarie”, del 2017- cattiva organizzazione e scelte sbagliate su risorse e personale, “il sistema della Salute mentale non offre garanzie per i pazienti e neanche per gli operatori, anche in termini di sicurezza”. Va dunque rivisto.
Precari Asu, arriva la stabilizzazione
“Per i 4.600 Asu è stata finalmente approvata una norma che porterà, dopo vent’anni di precariato, alla loro stabilizzazione. Accogliamo questo provvedimento che riconosce il contratto a chi, pur senza le adeguate tutele, in questi anni ha operativamente portato avanti i servizi e gli uffici degli enti locali e delle aziende sanitarie”. Lo afferma Luisella Lionti, segretaria generale della Uil Sicilia dopo avere appreso che il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Pa bis, all’interno del quale c’è una norma che permetterà alla Regione siciliana di stabilizzare i lavoratori socialmente utili. E aggiunge: “Adesso è necessario entrare nel merito e capire le procedure. Ci auguriamo che tutto questo si concretizzi in tempi brevi e che non ci siano blocchi inaspettati. Questi lavoratori attendono da troppo tempo la stabilizzazione”.
Precari Enti locali, Fp Cgil e Uil Fpl: “Subito soluzione definitiva per risolvere gravi carenze”.
“Trovare una soluzione definitiva per risolvere le gravi carenze dei 390 Comuni siciliani, ancora oggi con piante organiche ridotte all’osso e con il personale presente, circa 25mila dipendenti, con contratto part-time dopo circa 25 anni di lavoro e con circa 4.500 dipendenti Asu ed Lsu da stabilizzare”. Lo affermano i segretari di Fp Cgil Palermo e Uil Fpl Sicilia, Giovanni Cammuca e Salvatore Sampino, oggi presenti in Commissione Affari Istituzionali all’Ars, che aggiungono: “Abbiamo esposto il grave stato di sottodimensionamento organico dei Comuni siciliani che faticano a garantire i servizi essenziali ai cittadini. Piante organiche decimate dal blocco del turn-over prima e dalla impossibilità di procedere a nuove assunzioni oggi a causa del mancato rispetto dei “valori-soglia”. Ad erogare i servizi – aggiungono Cammuca e Sampino – sono lavoratrici e lavoratori stabilizzati con contratti di lavoro part-time. Condizione che pregiudica l’efficienza e l’efficacia dei servizi e che al contempo non garantisce uno stipendio adeguato”. La media delle ore del personale part-time, ricordano i sindacati, è di 21 ore mentre lo stipendio spettante è sotto la cifra minima mensile che l’Istat certifica come “soglia di povertà”. A queste condizioni l’importo pensionistico spettante sarà al di sotto del valore delle pensioni minime. “Dai riscontri che abbiamo da parte dei Comuni, la metà dei quali in acclarato squilibrio finanziario, la soluzione non può essere trovata con le sole forze degli stessi – continuano i sindacalisti -. Occorre quindi che intervenga la Regione con una compartecipazione alla spesa che permetta di incrementare l’orario di lavoro del personale part-time fino al raggiungimento, anche per step successivi, del full time”. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto inoltre la stabilizzazione dei circa 4.500 lavoratori Asu: “Non basta aumentare fino a 36 ore la loro prestazione, che per altro non si sovrappone con gli orari del personale a cui dovrebbero dare supporto, ma occorre arrivare alla contrattualizzazione per poter garantire anche una posizione previdenziale. Abbiamo proposto che la Regione si faccia carico di un piano che permetta il finanziamento dell’incremento delle ore, con eventuale recupero delle somme sul turn-over”.
Autonomia differenziata, via alla raccolta firme
“L’autonomia differenziata abbasserà l’asticella dei diritti fondamentali nelle regioni più deboli del Paese. Si avranno ripercussioni negative sulla sanità, sulla scuola, sulla mobilità: su quei settori insomma che necessitano di interventi di perequazione, di investimenti dello Stato”: lo sostengono Cgil e Uil Sicilia che hanno dato il via oggi a una raccolta di firme per chiedere al presidente della regione di ritirare il suo appoggio al progetto del governo Meloni. I due sindacati hanno scelto emblematicamente l’ospedale Civico di Palermo per allestire la prima postazione e tenuto un presidio “per sottolineare- sostengono- l’ importanza dell’iniziativa contro il provvedimento ‘Spacca-paese”.La raccolta di firme proseguirà nei prossimi giorni in tutta la Sicilia, nelle sedi sindacali, nelle piazze. “Lo stato della sanità pubblica – sostengono i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia, Alfio Mannino e Luisella Lionti- è sotto gli occhi di tutti: liste di attesa interminabili, disfunzioni, reparti ospedalieri che chiudono e tra essi i Pronto Soccorso, il tutto sotto il comune denominatore della carenza di personale. Problemi anche per la scuola pubblica, tra strutture inadeguate e tempo pieno solo in poche realtà. Sulla mobilità, basti parlare della carenza delle infrastrutture viarie e ferroviarie che rendono i collegamenti col resto del Paese ma anche quelli intraregionali difficili con crescente isolamento delle aree interne”. “ Cgil e Uil rilevano dunque “il danno che produrrebbe un provvedimento che renderà più fragile lo Stato e la sua capacità di far fronte ai necessari interventi di perequazione che consentano di colmare i gap del Mezzogiorno e della Sicilia con il resto del Paese”. “Dall’autonomia differenziata – affermano Mannino e Lionti- trarranno vantaggio le regioni più forti, come certificato da Corte dei Conti, ufficio ragioneria del Senato e Bankitalia. Queste peraltro continueranno a drenare risorse dal sud rafforzando ulteriormente i loro sistemi sanitari. La migrazione sanitaria non potrà che crescere – sottolineano- e questa riguarderà principalmente chi si potrà permettere le cure altrove, venendo meno il diritto alla salute delle fasce più deboli della popolazione”. I segretari di Cgil e Uil ricordano “le autorevoli critiche al provvedimento: da sindaci e regioni del Mezzogiorno, dal Gimbe a Bankitalia. Chiediamo dunque a Schifani di farsi interprete delle reali esigenze della Sicilia e dei siciliani e di farsi portavoce del malcontento generato da una crisi che richiede politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia e non certo provvedimenti come l’autonomia differenziata. Ma anche politiche regionali di sviluppo all’altezza, capaci di cogliere le straordinarie opportunità che vengono dai fondi europeo e dal Pnrr”.
Maxi sequestro Amap, Filctem e UilTec: “Le rassicurazioni non bastano, servono riposte concrete”.
Palermo 30 maggio. “Siamo ancora in attesa di ricevere rassicurazioni ma soprattutto risposte concrete in merito ai conti aziendali e alle soluzioni alternative proposte da Amap che potrebbero servire per sbloccare questa emergenza, pagare gli stipendi e continuare a garantire il servizio idrico a Palermo e provincia”. Lo affermano Calogero Guzzetta e Nino Musso della Filctem Cgil Palermo e Maurizio Terrani della UilTec Sicilia-Palermo dopo il sit-in di protesta che si è svolto stamane davanti alla Prefettura. E continuano: “Permane lo stato di agitazione e resta aperto anche il tavolo di crisi in Prefettura. Contiamo molto sull’apporto della Autorità interessate e sull’impegno del Comune di Palermo, socio di maggioranza, e dei Comuni gestiti da Amap. Servono riposte concrete e immediate, il servizio idrico integrato indispensabile per la cittadinanza”.
Palermo 31 maggio. “Ribadiamo la preoccupazione già espressa sugli stipendi dei dipendenti e sull’erogazione dei servizi. È indispensabile un intervento tempestivo”. Così dichiarano i segretari Filctem CGIL Calogero Guzzetta, Femca CISL Andrea Perrone e Uiltec UIL Maurizio Terrani. “Attendevamo di essere convocati già oggi – continuano i tre segretari – ma evidentemente si è reso necessario per le istituzioni interessate fare ulteriori verifiche e passaggi, di cui chiederemo dettagli nella mattinata di domani”. Nel frattempo, la mobilitazione dei lavoratori a sostegno dell’azione sindacale continuerà con un altro sit in davanti alla Prefettura, dalle ore 9:30 di domani, in concomitanza con la convocazione. “Ci aspettiamo una positiva risoluzione della vertenza che coinvolge quasi 700 lavoratrici e lavoratori nonché 47 comuni della provincia, inclusa la città di Palermo”, concludono i tre segretari.