“L’ultimo scippo che intende perpetrare il ministro Calderoli al Mezzogiorno è destinare ai Lep il Fondo di sviluppo e coesione. Sono risorse del Sud che si vorrebbe spalmare su tutto il Paese, utilizzando peraltro impropriamente fondi strutturali per la spesa corrente”. Così in una nota del comitato organizzatore della manifestazione contro l’autonomia differenziata, che si terrà sabato 15 aprile a Caltanissetta con concentramento in piazza della Repubblica alle 9.30, corteo e, in Corso Umberto, gli interventi, dei promotori, cioè dei rappresentanti di Cgil e Uil Sicilia, Legacoop, Anpi, Ali Autonomie, Arci, Uisp. “Si tratta di un provvedimento – dice la nota- che isolerà ancora di più la Sicilia, allontanandola dal resto del Paese e dall’Europa. Diritti fondamentali come quello alla salute, all’istruzione, alla mobilità rischiano di essere pesantemente compromessi”. Gli organizzatori rilevano che su queste materie già si registrano gap notevoli, come mostrano i numeri della migrazione sanitaria per cure o quelli del tempo pieno nella scuola primaria con solo il 10% dei bambini che ne fruisce contro il 50% di quelli del Nord”. Dalla Sicilia si spendono ogni anno per mobilità sanitaria 250 milioni che finiscono nelle casse delle strutture sanitarie del Nord, rilevano ancora. “Curarsi sarà sempre più un privilegio dei più abbienti. Le difficoltà sono più acute e si acuiranno ancora di più nelle aree più in difficoltà e nelle zone interne. Da qui la scelta di Caltanissetta per la manifestazione, per rimarcare proprio questo”. “L’autonomia differenziata-sostengono i promotori della protesta – è un attacco all’unitarietà dei diritti sociali e accrescerà i divari territoriali. Mentre l’Ue con il Pnrr dà indicazione di colmare i profondi divari già esistenti tra le diverse aree geografiche, il Governo si muove in direzione opposta. L’allentamento dei vincoli di solidarietà nazionale creerà un circuito vizioso di cui pagheranno alto il prezzo le regioni meridionali ma anche lo Stato nel suo complesso”. “Bisogna dire con forza e coralmente no all’autonomia differenziata”, sostengono Cgil, Uil , Anpi, Arci, Ali Autonomie, Legacoop e Uisp, “l’anticamera della disgregazione del Paese” e “chiedere invece misure per lo sviluppo della Sicilia, per dare prospettive e futuro alle giovani generazioni e ai siciliani tutti”. I promotori della manifestazione di sabato lanciano dunque un appello ”al massimo della partecipazione alla manifestazione di sabato a Caltanissetta”.
News
Autonomia differenziata, Lionti e Veronese: “Così si rischia di spaccare il Paese e la nostra Isola sarà ancora più isolata”.
Palermo “Con l’autonomia differenziata si rischia di spaccare completamente il Paese e la nostra isola diventerebbe ancora più isolata. La sanità, che già gestisce autonomamente i fondi trasferiti dallo Stato, ne è un esempio inequivocabile. La Sicilia paga 250 milioni l’anno per la migrazione sanitaria, la Lombardia invece, incassa 1 miliardo. La Sicilia risulta terz’ultima tra i sistemi sanitari regionali e questo ha come diretta conseguenza una migrazione sanitaria quantificabile in ben 314 mila ricoveri nelle regioni del Nord. La Sicilia è un’isola dove curarsi è un privilegio. Dove le strutture sanitarie chiudono anziché aprire o essere potenziate. Per non parlare della carenza di medici e personale sanitario”. Così Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia, in occasione del seminario all’Ecomuseo del Mare, preoccupata per le possibili conseguenze nella gestione della scuola: “Aumenteranno le diseguaglianze tra i territori e sarà penalizzato il diritto allo studio. Bisogna intervenire immediatamente per evitare una catastrofe sociale e per garantire stessi diritti e stesse opportunità in tutto il territorio nazionale”. All’incontro-dibattito è intervenuta anche la segretaria nazionale Ivana Veronese: “In questo momento, anziché concentrarsi sull’autonomia differenziata, sarebbe ben più utile lavorare con impegno per realizzare celermente i progetti e le riforme del Pnrr e spendere tutte le risorse dei fondi europei 2014 -2020, dal momento che dobbiamo spendere entro fine anno 30 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi in Sicilia. Se facciamo accelerare le Regioni che già oggi sono avanti, le disuguaglianze anziché diminuire aumenteranno. E questo non lo possiamo permettere perché i diritti di cittadinanza, il diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione, all’accesso ai servizi sociali non possono essere garantiti a seconda della zona geografica in cui si nasce. Noi, invece, vogliamo creare un Paese più unito, più eguale, più giusto, più coeso”.
Precari Covid: Cgil e Uil Sicilia: ”Si riapre la vicenda grazie alla mobilitazione”.
Grazie all’iniziativa di Cgil e Uil assieme alle categorie Funzione pubblica e Nidil Cgil e Uiltemp e Uil Fpl e alla mobilitazione dei lavoratori la vicenda dei precari Covid, che il governo dava per chiusa col finire dell’emergenza, è stata riaperta. Il protocollo proposto dall’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo è un primo passo in questa direzione cui devono seguire subito contenuti concreti in termini di tempistica e di percorso”. Lo scrivono in una nota congiunta i segretari di Cgil e Uil regionali Alfio Mannino e
Luisella Lionti. I due esponenti sindacali sottolineano che “per potere parlare di svolta occorrono fissare alcuni elementi: che vengano intanto stabilizzati subito coloro che hanno raggiunto i requisiti, che vengano indicati Asp per Asp tempi certi per i bandi di concorso previa ricognizione del fabbisogno, che vengano concordati i criteri per la riserva per chi ha lavorato nei mesi della pandemia in tutti i ruoli
compreso quelli amministrativi e tecnici, che i concorsi già avviati tengano conto delle novità concordate e intervenute , che vengano prorogati in attesa dei concorsi i contratti a partire da quelli del
personale sanitario, senza il quale il sistema pubblico che si è retto anche sul loro lavoro rischia di andare a rotoli”. Mannino e Lionti dicono che “la macchina grazie alla nostra mobilitazione si è messa in
moto ma affinché la risposta possa essere ritenuta soddisfacente si deve ora procedere in fretta in modo da chiudere positivamente questa vertenza nel più breve tempo possibile ”.
Precari Covid, Cgil e Uil ricevute all’Ars e alla Presidenza della Regione.
Con gli incontri di oggi, con la presidenza dell’Ars e i capigruppo e con il capo di gabinetto del presidente della Regione, registriamo un’apertura che ci auguriamo porti a risultati concreti”: lo scrivono in una nota congiunta i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti dopo che, mentre era ancora in corso la protesta dei precari Covid in piazza Parlamento, sono stati ricevuti con una delegazione di precari dai capigruppo e dal presidente dell’Ars a palazzo dei Normanni e dal capo di gabinetto del presidente della Regione a palazzo d’Orleans.
Questi si sono impegnati, riferiscono i sindacati stessi, “a farsi portavoce presso il governo delle richieste per i precari in questione, esprimendo su di esse giudizi di condivisione. Un nuovo incontro all’Ars è previsto nei prossimi giorni”. Le richieste riguardano la proroga dei contratti, le ricognizioni del fabbisogno di personale, l’individuazione del percorso per la stabilizzazione dei precari, l’inclusione dei tecnici informatici.
“Si tratta di persone – affermano Mannino e Lionti – che negli ultimi sei mesi hanno svolto attività ordinarie, la proroga è quindi opportuna anche per il sistema oltre che necessaria . Si tratta pure di allargare le maglie dei fabbisogni già approvati – aggiungono- in considerazione del fatto che da oggi e sino al 2024 si apriranno nuovi spazi e opportunità per la sanità”.
La vertenza potrebbe anche spostarsi sul territorio.
Precari Covid, domani in piazza con Cgil e Uil
Il concentramento sarà in piazza Indipendenza alle 14 e da qui partirà il corteo verso piazza Parlamento. I contratti a chi ha lavorato nel comparto sanità con qualunque funzione sono scaduti a dicembre, due mesi di proroga dovevano servire per una ricognizione dei vuoti e delle esigenze di organico ma “ancora – denunciano i segretari generali di Cgil e Uil Alfio Mannino e Luisella Lionti- non si è visto nulla. La sanità siciliana così rischia di andare a rotoli- sottolineano- e lavoratrici e lavoratori che hanno lavorato in un periodo particolarmente difficile di restare per chi sa quanto senza risposte. Oggi il governo torna sulle ricognizioni di cui si parla da mesi- rilevano Mannino e Lionti- quando negli atti delle aziende sanitarie sono chiari i vuoti d’organico. Noi chiediamo un percorso chiaro e dai tempi prestabiliti e stretti, nel rispetto della normativa e della Costituzione, affinché non si determinino ancora danni per la sanità, ledendo il diritto alla salute dei cittadini e quello al lavoro di tanti”.
Cgil e Uil puntualizzano le loro richieste: “Proroga dei contratti, ricognizione immediata dei vuoti d’organico e bandi di concorso che tengano conto dell’impegno già profuso da questi lavoratori con l’attribuzione di un punteggio: è questo il percorso che sollecitiamo- affermano Mannino e Lionti- e sul quale chiediamo al governo regionale risposte immediate”.
Pnrr e Fondi Ue, tavolo di confronto alla Regione
Il giudizio di Cgil Cisl e Uil sull’accordo tra governo della Regione, sindacati e Anci, per la governance condivisa del Pnrr e del piano degli investimenti complementari, è “positivo. Sul tavolo in sé. E perché si riconosce formalmente il contributo che forze sociali e istituzioni locali possono dare al conseguimento degli obiettivi di crescita”. A dirlo Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Luisella Lionti, segretari generali di Cgil Cisl e Uil siciliane, a proposito della firma, stamani a Palazzo d’Orleans, del protocollo che ha istituito il ‘tavolo regionale, territoriale e di settore’ sulla messa a terra dei piani Ue. “Il dialogo sociale genera sempre fiducia, speranza, partecipazione”, le parole dei tre leader. Ma la strada resta lunga. E “passa per il confronto, per i necessari approfondimenti settoriali e tematici.
E per la gestione coordinata degli strumenti e dei fondi della programmazione Ue”. Cgil Cisl e Uil, spiegano i segretari, quest’accordo lo hanno fortemente voluto. Tra Pnrr e vari fondi europei la montagna di risorse cui la Regione potrà attingere ammonta a qualcosa come 50-55 miliardi. Insomma, “abbiamo davanti l’opportunità irripetibile di un grande rilancio, grazie al Pnrr, ai fondi strutturali, al ReactEu, al fondo di sviluppo e coesione e alla riprogrammazione dei fondi 2021-2027. E queste risorse, se bene indirizzate attraverso politiche coordinate e inclusive, possono cambiare il volto della Sicilia”.
Questo tavolo, continuano i segretari, lo abbiamo pensato appunto come sede regionale di responsabilità congiunta per l’obiettivo dello sviluppo e delle necessarie riforme: dalla pubblica amministrazione alle infrastrutture all’ambiente al welfare al tema sempre caldo dell’occupazione”. Per Cgil Cisl e Uil la priorità restano infatti le ragioni dei lavoratori, dei giovani, delle donne, dei pensionati, della lotta alle disuguaglianze sociali. Queste sono “le direttrici che vogliamo al centro delle politiche di transizione digitale ed ecologica e di riconversione produttiva” che dovranno impegnare l’Isola da qui al 2026, anno in cui scadranno sia il Pnrr che il tavolo che ha visto la luce oggi.
Precari Covid, Cgil e Uil Sicilia sul piede di guerra: “Il 14 marzo è mobilitazione a Palermo”.
“Oggi il governo regionale ha ribadito che la linea già espressa con la direttiva, che nega o limita al minimo le proroghe dei precari Covid, non verrà cambiata. Questo è inaccettabile, soprattutto perché la Sanità siciliana è nel caos più totale. Ricordiamo che lo scorso dicembre lo stesso governo si era impegnato di mettere a punto un piano di fuoriuscita dal precariato di questo personale. Sino ad oggi non abbiamo ottenuto risposte”. Lo affermano Cgil e Uil Sicilia, guidate da Alfio Mannino e Luisella Lionti, insieme a Cgil Fp e Nidil Cgil Sicilia e a Uil Fpl e UilTemp Sicilia che martedì prossimo, 14 marzo, a Palermo manifesteranno contro questa decisione: “Non si capisce quale criterio sia stato utilizzato per stabilire il personale da mantenere in servizio. Sono tutti lavoratori indispensabili, in queste ultime settimane – tra l’altro – hanno retto Asp e le aziende sanitarie svolgendo funzioni ordinarie a prescindere dall’emergenza Covid. Nella riorganizzazione della pianta sanitaria tutto questo personale deve avere la priorità, una clausola sociale che garantisca un titolo maggiore rispetto agli altri. Bisogna valorizzare queste esperienze – concludono i sindacati -. Non si può pensare a una medicina territoriale senza figure professionali adeguate”.
“Donne protagoniste necessarie”.
“Quante volte abbiamo sentito dire: come faremmo senza le donne? Eppure, continuano a gestire una quotidianità difficilissima, da comparse. Costrette da un lato alla precarietà e dall’altro a retribuzioni minime derivanti da part-time non volontario ma unica condizione contrattuale di accesso al lavoro. Una disfatta!”. Così Luisella Lionti, segretaria generale della Uil Sicilia, ha aperto stamattina a Palermo nell’ex chiesa di San Mattia ai Crociferi l’incontro-dibattito “Donne protagoniste necessarie”.
Nel suo intervento, Luisella Lionti ha aggiunto: “Il rischio, più che concreto, è che si vada verso un aumento della povertà lavorativa e un ampliamento del gap di genere. E questo vale anche per le pensionate. Faremo di tutto affinché lo slogan dell’ultimo congresso Uil: più diritti/meno disuguaglianze, si realizzi a partire dal contrasto alla disparità di genere”.
Presente a Palermo anche Ivana Veronese, componente della Segreteria nazionale Uil. Al termine di un ampio dibattito arricchito dai contributi dei segretari territoriali della Uil siciliana e delle organizzazioni regionali di categoria, Veronese ha affermato: “Sarebbe ora che le donne, così importanti nelle nostre famiglie e ancor più in quelle meridionali, nei nostri affetti, nella loro capacità di prendersi cura delle persone siano essi bimbi o anziani, sarebbe proprio ora che trasferissimo il riconoscimento fondamentale della loro azione anche al di fuori. Le donne possono essere davvero la molla che fa ripartire il lavoro in Italia. Ma che sia un lavoro rispettoso della persona”.
Nella fase iniziale dell’evento, presieduto dal segretario regionale organizzativo del “Sindacato delle Persone” Salvatore Guttilla, sono intervenute Ninetta Siragusa per la Uil Sicilia e Vilma Costa, coordinatrice siciliana Uil Pari Opportunità e Politiche di genere, che hanno preceduto la testimonianza di Maria Cultraro, esodata Unicredit. Ha avuto, quindi, inizio la tavola rotonda “Tra necessità e prospettive”. Con Lionti e Veronese, l’assessore alle Attività sociali del Comune di Palermo Rosi Pennino, il direttore dell’Inps Sicilia Sergio Saltalamacchia e il dirigente scolastico dell’Ipsar “Paolo Borsellino” di Palermo Domenico Di Rosa.
L’assessore comunale Rosi Pennino ha sottolineato che “sempre e di più le donne sono chiamate a ruoli centrali all’interno dell’ambito lavorativo e nei vertici delle istituzioni, occorre quindi promuovere politiche attive mettendo a sistema tutto quello che consenta loro di autodeterminarsi in armonia con i diversi compiti che sono chiamate a gestire”.
Commentando il recente rapporto Censis, che documenta come in Italia “la precarietà è giovane e donna”, il direttore regionale dell’Inps Sergio Saltalamacchia ha esclamato: “Nessuna sorpresa, purtroppo!”. “È la triste conferma – ha precisato – di una tendenza consolidata del mercato del lavoro italiano, che si traduce a fine carriera lavorativa in pensioni più basse per le donne. Il legislatore non ha saputo creare un sistema efficace, semplice, affidabile e di lungo periodo a tutela della maternità, dell’infanzia e della disabilità”.
Domenico Di Rosa, dirigente scolastico e pedagogista, ha infine sottolineato che “la donna è stata da sempre protagonista con un ruolo ben preciso”. “Nella società patriarcale accudiva la numerosissima famiglia, anche se non aveva poteri decisionali. Dagli anni ’90, ha completato il suo processo di emancipazione fino ad arrivare alla donna manager. Tuttavia, resta il punto di riferimento di ogni nucleo familiare”.
Autonomia differenziata, Cgil Uil e associazioni dicono “No” e si preparano alla mobilitazione.
Palermo. “Un disegno di legge che rappresenta un elemento di rottura dell’unità nazionale e che punta a peggiorare i divari e le diseguaglianze esistenti, invece di mettere in campo investimenti straordinari per ridurli”. Così Cgil e Uil Sicilia che, insieme a Legacoop, Ali, Arci, Anpi e Uisp Sicilia contestano la posizione del presidente della Regione Schifani, favorevole al progetto di legge sull’autonomia differenziata proposto dal ministro leghista Calderoli. “E’ il momento che le istituzioni, l’associazionismo, le forze sociali, tutti i siciliani scendano in campo contro una misura che emarginerà la Sicilia, relegandola ai margini del Paese e dell’Europa, precludendone ogni possibilità di sviluppo. La battaglia contro l’autonomia differenziata ci deve vedere compatti – si legge nella nota unitaria -.Va spiegata, perché siano chiare a tutti, le conseguenze di un provvedimento che spaccherà il Paese facendo pagare alle cittadine e ai cittadini meridionali prezzi altissimi. Affinchè tutti siano consapevoli che mai come oggi è fondamentale esprimere un forte dissenso”. E sottolineano sindacati e associazioni: “Bisogna pretendere misure per lo sviluppo e l’occupazione, bisogna pretendere stessi servizi, stesse opportunità, stessi diritti di chi vive nelle regioni più ricche del Paese, che pensano di potere superare i loro problemi a discapito del Mezzogiorno. Bisogna dire forte no all’autonomia differenziata. Non ci stiamo a vedere la nostra regione precipitare nella povertà. Non sono queste le indicazioni dell’Europa, non è di questo che parla la nostra Costituzione. Non è questo che meritano la Sicilia e i siciliani. E neanche il Paese, che rischia di arretrare ancora di più. E’ una battaglia importante. Bisogna potere dire “io c’ero”. Facciamo appello – conclude il documento – dunque alla mobilitazione, a un’iniziativa di ampio respiro affinché sia chiaro al governo che c’è un’ampia fetta del territorio nazionale e milioni di cittadini che non ci stanno, che dicono no”.
Per aderire inviare un messaggio al seguente indirizzo di posta elettronica: noautonomiadifferenziata@mail.com
Marcia popolare antimafia Bagheria-Casteldaccia
“Quarant’anni fa, iniziative come la Marcia contro la Mafia, hanno contribuito a creare un percorso di rottura con la mentalità mafiosa, hanno contribuito a cambiare culturalmente la nostra società. Possiamo affermare che il contesto sociale oggi è cambiato, si è evoluto, molti sono stati i successi delle forze dell’ordine, ma ancora tanta è la strada da percorrere per liberare la nostra terra dall’oppressione mafiosa”. E’ uno dei passaggi dell’intervento unitario di Cgil Cisl Uil e Acli Palermo, al termine della marcia antimafia e contro la droga Bagheria-Casteldaccia , che si è svolta oggi nel palermitano a quarant’anni dalla prima edizione ed organizzata dal Centro Pio La Torre. Tanti i lavoratori, giovani, pensionati che hanno sfilato da Bagheria a Casteldaccia insieme alle altre associazioni e ai tanti ragazzi delle scuole che erano presenti, lungo la strada provinciale 88. “Come Cgil Cisl Uil e Acli siamo impegnati costantemente a contrastare la crescita delle diseguaglianze, dell’illegalità diffusa, di tutte quelle logiche che hanno considerato i lavoratori e le lavoratrici alla stregua di una merce” affermano Francesco Piastra segretario organizzativo Cgil Palermo, Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, Ignazio Baudo per la Uil Sicilia e Area Vasta e Nino Tranchina presidente Acli Palermo. “Bisogna colpire il patrimonio di cosa nostra, risorse tolte all’economia legale. I sequestri e le confische di ingenti beni alla criminalità organizzata sono comunque una piccola parte di altrettante ingenti risorse che la criminalità e le mafie, in maniera occulta, continuano a gestire nel circuito economico e finanziario internazionale. È un fenomeno su cui i sistemi politici devono intervenire in termini di prevenzione e repressione, prendendo a riferimento la nostra legislazione antimafia, come ad esempio la Legge La Torre”. Cgil Cisl Uil e Acli aggiungono “bisogna impedire ai soggetti che dispongono di ingenti risorse – di origine illegale – di falsare il mercato e di far crollare economicamente le aziende sane. Noi continuiamo a portare avanti la difesa dei diritti e dei principi di legalità continueremo a batterci per contrastare lo sfruttamento e il lavoro irregolare. Tanta strada vi è da percorrere su questi temi, come sulla gestione delle aziende sequestrate e confiscate. Tanti immobili , terreni grazie all’impegno del terzo settore degli enti locali sono stati riutilizzati per fini sociali ci sono tante esperienze positive ma la stessa cosa non è avvenuta per quanto riguarda il sequestro e la confisca delle aziende. Molte aziende incorrono nella chiusura con la perdita di occupazione: bisogna battersi affinché le aziende abbiano una loro continuità produttiva e, una volta confiscate, vengano destinate alla gestione di cooperative dei lavoratori”. Cgil Cisl Uil e Acli Palermo concludono “il nostro impegno è quello di creare un futuro in cui potremo vivere ‘liberi dalla mafia’ perché solo così potrà essere rilanciato il nostro tessuto economico e la nostra terra potrà rinascere”.