PALERMO. “Una piazza meravigliosa. Uno sciopero riuscito per dire al Governo nazionale che non c’è più tempo da perdere. Restano, infatti, troppe le tasse per le famiglie e le aziende continuano a chiudere e licenziare. La recessione non si è arrestata e il Paese è sempre più povero. Serve, quindi, un segnale di forte cambiamento per rimettere in moto la nostra economia. In Sicilia poi i fondi stanziati per la Cassa integrazione e gli ammortizzatori in deroga sono assolutamente insufficienti per il prossimo anno e anche il futuro dei ventimila precari degli Enti locali è a rischio. E’ necessario, quindi, modificare subito la Legge di Stabilità”. Lo hanno detto il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, e il segretario della Cgil Palermo, Maurizio Calà, davanti a una platea di circa seimila persone in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil. E i sindacalisti hanno aggiunto: “Rivendichiamo subito un provvedimento specifico del Governo Letta che dia garanzie sulla messa in sicurezza di questi lavoratori e invitiamo il Comune di Palermo e tutte le Amministrazioni siciliane che hanno aderito a questo sciopero di avviare un confronto sui temi del lavoro e del precariato”. Grande adesione allo sciopero nazionale, nonostante la pioggia, anche nelle altre province siciliane. A Catania sono scesi in strada tremila manifestanti, duemila a Siracusa. In migliaia ad Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina e Trapani. Infine Cgil e Uil hanno espresso solidarietà al magistrato Nino Di Matteo e alla Procura di Palermo e invitato alla manifestazione in programma il prossimo lunedì 18 novembre, in piazza Massimo.