Palermo 20 ottobre 2016 – Chiude il cantiere del passante ferroviario, con 110 milioni di opere ancora da eseguire. Saranno licenziati tutti i lavoratori. Lo ha comunicato oggi la Sis ai sindacati. Duecentocinquanta operai erano stati mandati a casa a luglio: adesso perderanno il lavoro altri 250 lavoratori. Si prospetta un’altra grande incompiuta per la città di Palermo. I segretari provinciali di Feneal Filca Fillea sono stati convocati stamattina dal direttore della Sis, l’ingegnere Massimiliano Colucci, che ha di fatto annunciato che il cantiere verrà chiuso in quanto l’azienda non è nelle condizioni di andare avanti, perché in “gravi condizioni economiche”. Lanciano un grido di forte allarme i sindacati: rischia di restare monca un’opera pubblica da 700 milioni di euro, tre volte il valore del tram, che avrebbe dovuto modificare con i suoi 37 Km e le sue tre tratte il volto della mobilità urbana assieme al tram, aggiungendo i vantaggi della metropolitana leggera, in stretta correlazione con i lavori dell’anello ferroviario. Assieme a Feneal, Filca e Fillea, che si oppongono allo stop e all’allargamento della platea dei licenziati, protestano i segretari di Cgil, Cisl e Uil. “Abbiamo scritto al prefetto di Palermo per aprire con urgenza un tavolo di confronto con Ferrovie, con la Sis, con il Comune di Palermo e con noi organizzazioni sindacali per affrontare la vertenza. Chiediamo di essere ascoltati al più presto”, dichiarano i segretari di Feneal Filca e Fillea, Ignazio Baudo, Antonino Cirivello e Francesco Piastra, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Enzo Campo, Daniela De Luca e Claudio Barone. La Sis nei giorni scorsi alle segreterie provinciali aveva preannunciato di voler ampliare i licenziamenti già scattati nel luglio scorso, quando però si era trattato di esuberi reali, giustificati da uno stato di avanzamento dei lavori del 70 per cento. Adesso a perdere il lavoro sono tutti gli operai del cantiere, 500 su 530 . In pratica la totalità: rimarrebbero all’opera solo gli addetti alla sicurezza. “Secondo l’azienda la commessa è in forte perdita, da qui la possibilità che la Sis apra un contenzioso con la Rfi su aspetti tecnici e finanziari dell’opera non esplicitati al tavolo. Noi ci siamo opposti ad allargare i licenziamenti a tutti i lavoratori del cantiere in quanto non sussistono le motivazioni – aggiungono i sindacati degli edili e i confederali – Dal nostro punto di vista e secondo il cronoprogramma che c’era stato consegnato dalla stessa Sis, l’opera si sarebbe dovuta concludere entro il giugno 2018 e quindi l’attuale forza lavoro è congrua alle attività da svolgere. Richiamiamo al senso di responsabilità sia l’ azienda sia Rfi, perché l’opera si definisca. La città di Palermo non può subire un ennesimo arresto di un’opera pubblica così importante dal punto d vista occupazionale e non può sopportare i rischi legati a una nuova incompiuta, che insiste in modo così invasivo sulla città, anche per l’impatto che ha per la mobilità”. Il passante ferroviario parte da Brancaccio e arriva a Carini. E’ stato completato l’80 per cento dei lavori. A dicembre era prevista la consegna della galleria di via Belgio. La tratta tra Belgio a Isola è interrotta e ciò preclude ancora il transito dei treni da Palermo a Trapani. La galleria Imeria bloccata è un altro tassello mancante. E poi c’è la tratta B, dal valore di 83 milioni su 110 milioni di opere complessive ancora da completare. Per realizzare la galleria della tratta B, alla stazione Notarbartolo, è stata acquistata una “talpa”, un macchinario da 10 milioni di euro, consegnato, collaudato ma ancora mai entrato in funzione.