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“Un anno senza mafie”, intervista Barone su Espresso

STRONCHIAMO IL RACKET E I BARONI DELL´USURA

Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia «Sono cresciute le denunce contro il racket da parte delle imprese siciliane. Ma si tratta ancora di una minoranza. E sempre dati alla mano si è, invece, bloccata l´emersione del lavoro nero. La colpa è da attribuire soprattutto al tessuto economico isolano, ancora oggi, troppo fragile. Ha chiuso, infatti, la Fiat a Termini Imerese. In Sicilia resistono le grandi gruppi industriali solo nella raffinazione e nell´elettronica mentre la maggior parte delle piccole aziende, che operano su mercati locali, soffrono di problemi di credito e la difficoltà nel reperirlo le consegna spesso nelle mani della mafia. Per questo è una priorità assoluta garantire facilità di accesso al credito. La UIL ha chiesto al Governo regionale la creazione di un Istituto di medio credito efficace e interventi che assicurino le banche, decise a esporsi a favore delle imprese isolane. Bisogna poi operare sulla capacità di spendere le risorse della Comunità europea, le uniche disponibili per fare investimenti dato che i bilanci pubblici sono in rosso. Vanno spese, però, in modo trasparente ed evitando di disperderle in opere inutili che tanto piacciono ai mafiosi. E´ necessario, quindi, decidere quali sono le infrastrutture veramente prioritarie per lo sviluppo dell´Isola e non assecondare i politici che comprano il consenso con appalti poco trasparenti. Abbiamo già ottenuto l´istituzione delle Stazioni Uniche per superare la frammentazione dei soggetti appaltanti ma siamo ancora lontani dai risultati attesi. Chiediamo, quindi, che Istituzioni e parti sociali concordino gli interventi necessari per rendere completamente trasparente ed efficiente il sistema degli appalti in Sicilia».