Palermo. Per sconfiggere ogni forma di violenza servono dialogo ed educazione ai sentimenti. Partendo dalla scuola ma creando soprattutto veri spazi aggregativi che la società liquida ha disperso nel tempo. Sono questi i temi su cui si sono confrontati oggi sindacati, scuola e istituzioni presso l’istituto “Pietro Piazza” di Palermo. Presenti l’attrice Letizia Porcaro e gli alunni del liceo scientifico “Galilei”, del liceo musicale “Margherita” di Palermo e dell’istituto “Mottura” di Caltanissetta. Ad aprire i lavori Rosanna Laplaca, della segreteria della Cisl Sicilia, che insieme a Grazia Mazzè, responsabile delle Pari Opportunità e Politiche di Genere della Uil Sicilia, ed Elvira Morana, responsabile delle Politiche di Genere della Cgil Sicilia, hanno organizzato l’incontro-dibattito: “E’ necessario contrastare ogni forma di discriminazione e violenza. Abbiamo la responsabilità di creare un mondo migliore da lasciare ai nostri figli. Oggi dobbiamo fare i conti con fragilità crescenti e difficoltà economiche che sempre più spesso alimentano queste forme di abuso. La scuola da sola non può contrastare questo fenomeno, ecco perché abbiamo deciso di intervenire, il sindacato può creare e fornire spazi aggregativi per migliorare questa società”. Sulla stessa linea anche Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia: “Dobbiamo recuperare i valori perduti come la solidarietà e la capacità di lavorare insieme, ritrovando la volontà di credere in un mondo migliore. E’ necessario, però, investire di più su scuola e occupazione per non lasciare che i nostri giovani lascino la Sicilia per non tornare mai più”. All’incontro ha partecipato anche Maria Luisa Altomonte, dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale: “La violenza si deve combattere con l’educazione, sin da piccoli. Sono convinta che dedicarsi all’arte, alla bellezza e alla cultura sia un passo in avanti verso una visione del mondo più serena. La violenza nasconde paura e senso di inadeguatezza”. Sulla stessa scia anche Maurizio Gentile, coordinatore dell’Osservatorio regionale Dispersione scolastica: “E’ necessario riaprire il dialogo con i giovani per imparare a gestire la vita online, costruendo così non reti virtuali ma comunità vere, riappropriandoci del ruolo educativo in ogni contesto”. Ad aiutare i giovani anche la Polizia di Stato, rappresentata dalla vice questora Rosaria Maida, che con il camper (progetto “Questo non è amore) gira per le scuole insegnando a riconoscere la violenza sotto ogni forma. A parlare dell’altra metà del cielo, infine, la sociologa Graziella Priulla: “Il primo passo è riconoscere il sessismo che è in noi, nelle nostre parole e nelle nostre abitudini. Per questo credo che l’educazione sia fondamentale, anche per stimolare il senso critico e l’autoanalisi. La famiglia lo fa poco e male. Bisogna smantellare questa impalcatura millenaria”.